Contenuto sponsorizzato
Sport

Gli itinerari de L’AltraMontagna: tra i pini cembri monumentali del Bosco dell’Alevé, sul versante sud del Monviso

Una facile escursione in un magnifico bosco “puro” di pini cembri centenari, in Valle Varaita ai piedi del Monviso, tra laghi e grandi panorami

di
Luigi Dodi
27 settembre | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Esteso su una superficie di circa 825 ettari, il Bosco dell’Alevé occupa il versante meridionale del Monviso, a una quota compresa tra i 1500 e i 2500 metri. Siamo tra i territori dei comuni di Casteldelfino, Pontechianale e Sampeyre, in fondo alla Valle Varaita, e questo magnifico bosco vede la presenza di circa il 90% di pino cembro, con la residua parte occupata dal larice e da pochi abeti bianchi e rossi. È il cosiddetto bosco “puro” di cembro più meridionale d’Europa, e camminare al suo interno, ammirando la vegetazione, con diversi alberi centenari, tra cui un esemplare di circa 550 anni di età (18 metri di altezza e 360 cm di circonferenza! Non a caso iscritto, dal 2018, nell’elenco degli Alberi Monumentali d’Italia), è un’esperienza davvero unica, capace di stimolare una rara comunione con l’ambiente naturale, alla scoperta dei due piccoli laghi presenti nell’area – il Lago Bagnour (2017 m) e il Lago Secco (1890 m) – alimentati dai nevai delle alte quote, che sciogliendosi scorrono in numerosi ruscelli attraverso il bosco.

 

Grange e alberi monumentali
L’itinerario proposto, tra i diversi possibili, è facile, senza dislivelli eccessivi, e offre anche grandi panorami. L’escursione inizia dal borgo di Castello di Pontechianale, un piccolo gioiello montano immerso nelle Alpi Cozie, un paese caratterizzato da case in pietra e tetti in lose che sembrano trasportare in un’altra epoca. Dopo aver parcheggiato nei pressi del rifugio Alevé (1582 m), si prende la mulattiera con segnavia n° U8, poco sopra il rifugio, e si sale con decisione attraverso la vegetazione. Sono sufficienti dieci minuti e, con una breve deviazione a sinistra, si raggiunge uno splendido pulpito panoramico verso il Lago di Castello, placidamente disteso giù in basso. Tornati sul sentiero, altri venti minuti di facile cammino conducono alla radura con il rifugio Grongios Martre (1745 m), una bella costruzione in pietra dove concedersi una prima e rilassante sosta. Poco sopra, ignorata la traccia che scende a Villaretto, si continua a salire e si transita dai ruderi della Grangia Ciamion e delle Grange Peiro Grongetto (1857 m), solitarie testimonianze di un passato nemmeno troppo lontano, da dove si può anche ammirare il Pelvo d’Elva. La salita continua nel fitto bosco, immersi nel silenzio, e alla radura successiva si prende la traccia, chiaramente indicata in salita nel bosco, per il rifugio Bagnour (2019 m), che si raggiunge in breve, potendo ammirare l’adiacente e omonimo laghetto, all’imbocco del Vallone dei Duc, dove potrete ammirare, poco oltre il lago, un magnifico e centenario esemplare di pino cembro.


Il rifugio Bagnour (2019 m), sulle sponde dell’omonimo lago. © Luca Bergamasco

Perle azzurre nella vegetazione
Dopo una meritata sosta, in contemplazione dell’ambiente circostante, si attraversa la zona più umida intorno al lago su una passerella di legno, quindi si supera un ponticello, e per un sentiero di pietre, che sale dolcemente tra le rocce, si incontra un bivio, dove si prende il sentiero n° U51 in direzione del Lac Sec. Il cammino, in prevalente discesa, si snoda attraverso un fitto bosco di pini cembri che dominano il paesaggio, e l’unica difficoltà è quella di non farsi distrarre troppo dalla vista tutto intorno, per non inciampare in una delle grandi radici che affiorano dal terreno. Ecco, in breve si raggiunge il secondo specchio d’acqua della giornata, il Lago Secco, o Lac Sec (1897 m), tanto piccolo quanto incantevole, incastonato in una conca naturale tra gli alberi. Una bellezza quasi discreta, immersa nel silenzio, con le acque che riflettono il cielo e i pini circostanti, dove è d’obbligo un’ulteriore sosta. Per il rientro, si continua in discesa verso sud, al bivio si tiene la destra per Castello, ignorando la traccia per Casteldelfino, e a quello seguente si continua sempre verso Castello, affrontando un piacevole e panoramico tratto a mezzacosta, e con una breve salita si torna alle Grange Peiro Grongetto, sul percorso dell’andata. Con ancora negli occhi la maestosità del Bosco dell’Alevè, si rientra al punto di partenza.

 

IL PERCORSO
Regione: Piemonte
Partenza: Castello, rifugio Alevé (1582 m)
Accesso: si percorre risale tutta la Valle Varaita fino a poco prima dell’abitato di Castello
Dislivello: 450 m
Durata: 2 h e 30 min/3 h
Difficoltà: E (escursionistico)

 

Immagine di apertura: il Lago Secco (1897 m), circondato dal Bosco dell’Alevé. © Elena Cischino

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Sport
| 22 gennaio | 13:00
Donato al Museo etnografico Dolomiti, è stato esposto dopo un’accurata ripulitura e manutenzione che lo ha portato all'originario splendore
Ambiente
| 22 gennaio | 12:00
Beatrice Citterio, ricercatrice in trasformazioni territoriali alla libera università di Bolzano, è ospite della nuova puntata di Un quarto d'ora per acclimatarsi, il podcast de L'AltraMontagna che approfondisce i problemi ambientali e sociali sperimentati dalle terre alte tramite la voce di chi le vive, le affronta e le studia
Sport
| 22 gennaio | 11:00
Ad imporsi è stata la Svizzera, che annoverava tra le proprie fila anche ex calciatori di assoluto livello come Benaglio, Mehmedi, Chapuisat e Frei, che in finale ha piegato per 8 a 6 la Germana. L'evento si disputa dal 2010, è giunto alla 13esima edizione e richiama un gran pubblico nella città del Canton Grigioni
Contenuto sponsorizzato