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Gli itinerari de L’AltraMontagna: sul Corvo Alto, grandioso belvedere sul Pelmo

Una facile e breve escursione nel cuore delle Dolomiti, tra Ampezzano e Cadore. Dove immergersi nei vasti panorami dei Monti Pallidi

di
Luigi Dodi
26 luglio | 13:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

In inverno – me l’hanno raccontato, perché non ci sono ancora salito con la neve – è una facile gita di scialpinismo, adatta anche ai principianti, su pendii ampi e mai troppo ripidi. In estate, d’altronde, non è da meno, forse ancora più facile. E proprio per questo bisogna scegliere il momento giusto per salire sul Corvo Alto, chiamato anche Monte Mondeval, per evitare non proprio la folla, quella no, ma sicuramente nutriti gruppi di escursionisti che salgono e scendono dai sentieri intorno al Passo Giau. Ma come dare loro torto? Siamo in uno degli angoli più belli delle Dolomiti, tra Cortina e il Cadore, tra Pelmo, Civetta, Tofane e Croda da Lago, con l’iconica sagoma della Ra Gusela a dominare i vasti pascoli intorno al passo, che conviene raggiungere al mattino presto, prima che sia invaso da auto e moto. O ancora meglio nelle belle giornate di inizio autunno, quando le strade si svuotano e i colori diventano più morbidi e caldi. Un’ottima occasione per godersi in solitudine questa breve escursione.

 

Pascoli e cime
Visto dal versante di Selva di Cadore, il Corvo Alto presenta una faccia rocciosa e verticale, inaccessibile, quasi tetra. Ma a nord offre invece un vasto piano inclinato di prati, che invitano a una salita contemplativa. Ma andiamo per ordine. La partenza avviene, come detto, dai 2236 metri del Passo Giau, ampia sella prativa che unisce Cortina con Selva di Cadore. Verrebbe quasi voglia di fermarsi qui, in contemplazione del panorama, che si spinge dalle Tofane e al Cristallo, posandosi sulla vicina Croda da Lago e sulla soprastante Ra Gusela, con dietro il Nuvolau e l’Averau, fino alla Marmolada, le Pale… Un giro d’orizzonte niente male. Proprio sul passo, chiaramente segnalato dalle paline segnavia, è indicato il sentiero n° 436, che si inoltra tra i prati quasi in piano. In breve si raggiunge la Forcella di Zonia (2233 m), con il panorama che si apre ancora di più verso la corona di cime che domina la conca di Cortina. Il sentiero, sempre evidente e agevole, traversa alla base del tozzo Col Piombin e, con un dislivello davvero modesto, conduce al secondo valico della giornata, la Forcella Col Piombin (2239 m), con una superba vista sui Lastoi di Formin, la bastionata che chiude a ovest la Croda da Lago. Ignorata la traccia a destra per il Monte Cernera, si continua sul n° 436 e si cala alla testata della Val Cernera, davvero bella e silenziosa.


Dalla Forcella Giau, il complesso del Nuvolau e, alla sua destra, le Cinque Torri; sullo sfondo, le Dolomiti di Fanes e, tra le nuvole, le Tofane. © Ka23 13

Scorci sempre nuovi
E dopo una discesa, si sa, c’è sempre una salita… Niente di troppo faticoso, si cammina principalmente tra erba e qualche ghiaione, ma la pendenza aumenta, alcuni tornanti aiutano a vincere il dislivello, in ambiente maestoso proprio sotto le bastionate calcaree dei Lastoi, e senza quasi accorgersene si guadagna la Forcella Giau (2360 m), dove si apre alla vista un nuovo mondo, con vaste distese di prati, oltre le quali si alza imponente il Pelmo, una visione che costringe e restare fermi per qualche istante in ammirazione. Poco sotto il valico, si individua il piccolo Lago delle Baste (2281 m), da dove si alza il piano inclinato che conduce alla cima del Corvo Alto. Alle spalle le Tofane, il Sella, e sulla destra il Civetta. Il sentiero scende sui prati, accanto ad alcuni grandi massi, e arrivando allo specchio d’acqua si capisce perché sia uno dei luoghi più fotografati nei dintorni, con la superficie che riflette la possente mole del Pelmo, il Caregon del Padreterno. La traccia sale ora il grande piano inclinato verso sud, mantenendosi a debita distanza dai grandi precipizi del versante occidentale, e senza difficoltà alcuna si arriva sulla cima. Difficile evitare la tentazione di elencare didascalicamente tutte le cime dolomitiche che si vedono. Sono davvero tante, vicine e lontane. Ma a volte può anche essere piacevole – e molto rigenerante – stare semplicemente seduti a guardare il cielo e lasciare che lo sguardo vaghi libero, senza una meta. In silenzio. Prima di riprendere il cammino.

 

 

IL PERCORSO
Regione: Veneto
Partenza: Passo Giau (2236 m)
Accesso: da Cortina d’Ampezzo o da Selva di Cadore, con la rotabile che sale al valico
Arrivo: Corvo Alto (Monte Mondeval, 2445 m)
Disilvello: 350 m
Durata: 2 h
Difficoltà: E (escursionistico)

 

Immagine di apertura: l’iconico Lago delle Baste che incornicia il Pelmo; sulla destra, i piani inclinati del Corvo Alto. © Thierry Bignamini

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