Gli itinerari de L’AltraMontagna: nella solitaria Val Thuras
Un mondo lontano, quasi nascosto in alta Valle di Susa, sul confine con il Queyras francese, segnato da millenari fenomeni geologici
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Ci sono luoghi, sulle Alpi, che hanno una strana tendenza a nascondersi, quasi a volersi sottrarre alla vista ai più, al traffico di passaggio diretto ad altre mete ben più celebri e frequentate, comode e accessibili. È il caso della Val Thuras – o Valle di Thuras o Thures, la toponomastica alpina non è sempre univoca… – piccola, ma lunga valle in fondo alla Valle di Susa, dove questa si biforca nelle due diramazioni, percorse una dalla Dora di Bardonecchia, verso nordovest, l’altra dalla Dora Riparia, che volge a sud e, con una strana curva, torna verso est. Ed è proprio qui, prima di arrivare alla rinomata località turistica del Sestriere, dove abbondano le infrastrutture non proprio armoniosamente inserite nel paesaggio, che le acque del torrente Thuras si gettano nella Dora Riparia. Superato Oulx, a Cesana Torinese, dove c’è la deviazione per il confine francese e il Colle del Monginevro, si abbandona la strada principale e, in direzione di Sauze di Cesana, si arriva al paese di Bousson. Non lasciatevi spaventare dagli impianti di risalita che salgono sui Monti della Luna, perché tra poco spariranno dalla vista. Appena oltre Bousson, si devia a destra per una stretta e ripida stradina che inizia a salire tra pascoli e boschi, e finalmente si arriva a Thures, a 1600 metri di quota, dove la valle si apre alla vista. Non ci si arriva per caso qui, è il primo pensiero, ma l’anticipo di quello che ci aspetta più avanti ci spinge a non perdere tempo.
Tra borghi antichi
Lasciata l’auto, ci si incammina subito lungo una bella stradina, un ex manufatto militare, che ci accompagnerà per tutto il percorso. Un’escursione adatta a tutti, quindi, senza difficoltà di sorta, senza strappi eccessivi, ma lunga, questo sì, se si vuole arrivare fino al colle in fondo alla valle. Come ci piace sempre ricordare, però, l’obiettivo finale non deve sempre essere una cima o un valico, ma a volte può essere altrettanto remunerativo vagare senza una meta definita, camminare con la dovuta calma vagando con lo sguardo tutto intorno, godendo dei panorami e degli scorci che, qui come altrove, abbondano, e fermandosi secondo l’ispirazione del momento. Pascoli, grandi pascoli, e boschi, fitti boschi, si dipanano su entrambi i versanti della valle, mentre si cammina, quasi in piano, al cospetto di alte montagne, dove in inverno è anche possibile salire con le ciaspole (per esempio sulla Cima del Bosco, a 2376 metri proprio sopra Thures) o con le pelli di foca, come sulla Cima Dormillouse (2908 m). Con la neve, un buon paio di scarponi sarà invece sufficiente per seguire la sterrata che stiamo percorrendo, e che si inoltra nella valle, chiusa a ovest dalla dorsale di confine con il Queyras francese, con cime che superano i 3000 metri, sul versante opposto da vette altrettanto alte che separano la Val Thuras dalla più celebre Valle Argentera. Con questi pensieri, e con questo orizzonte che si dipana davanti agli occhi, si arriva a Rhuilles (1675 m), ultimo borgo della valle, una manciata di case dove è possibile arrivare anche in auto, ma la strada non è in ottime condizioni, e comunque siamo profondi sostenitori di un utilizzo minimalista della macchina…
Sorgenti, partigiani e praterie alpine
Oltre Rhuilles la valle si apre ulteriormente, con i vasti pascoli si spingono fino alla base dei ripidi versanti. Si intuisce il chiaro lavoro dei ghiacciai del passato, che hanno eroso le montagne, lasciando emergere alte e impervie cime come il Monte Terra Nera (3100 m), la Cima del Pelvo (3264 m) e la Punta Ramiere (3302 m), non ancora visibili al fondo della valle. Si procede ancora sulla carrozzabile militare, passando dalle sorgenti ferruginose dove sgorgano acque saline a 10 °C, che lasciano incrostazioni di idrossidi di ferro dal caratteristico colore rosso, tra prati e boschi di larici seguendo il corso del torrente, quindi si inizia a prendere quota con una serie di tornanti nel bosco, e dopo il pilone votivo di Nostra Signora di Lau, si transita da uno spettacolare fenomeno di erosione, che si può ammirare sulla destra. Superata la quota di 1900 metri, si passa dai resti di Thuras, antica borgata bruciata, nell’aprile del 1944, dai nazifascisti in uno dei loro efferati atti di rappresaglia contro la Resistenza, e con lo sguardo che si apre verso la testata della valle, si giunge al Pont dou Tura, con una piccola cappella e una lapide a memoria dei partigiani caduti nell’autunno del 1944 sotto il Col di Thuras. Si cammina ormai su terreno aperto, in costante seppur leggera salita, ora sul sul versante sinistro orografico della valle, e percorrendo vaste praterie alpine si arriva alle Grange Thuras Superiore (2060 m), da dove si può godere una visione d’insieme su tutta la valle e sulle cime che la circondano, fino al valico che ci prefiggiamo di raggiungere. Una breve sosta, e conviene riprendere la marcia, sempre seguendo la carrozzabile militare, che continua a salire in un ambiente via via più selvaggio, e che più avanti, superato il piccolo bivacco Tornior (2552 m), si perde tra i prati e i detriti prima dell’ultima salita al Col di Thuras (2795 m), sul confine con il Queyras francese. Le fatiche sono finite, e lo sguardo può posarsi su un giro d’orizzonte davvero incredibile, calamitato, a sudest, dall’inconfondibile sagoma del Monviso. Verrebbe quasi voglia di raggiungerlo a piedi, scendendo in Francia ad Abriès e risalendo la Vallée de la Guil: quanto servirà? Un paio di giorni? Poi potrei traversare in Valle Pellice, continuare per la Val Chisone e rientrare per la Valle Argentera… Ok ok, la smetto di sognare, è ora di scendere, e la strada è lunga…
IL PERCORSO
Regione: Piemonte
Partenza: fraz. Thures (1631 m), Cesana Torinese
Accesso: da Torino, risalendo tutta la Valle di Susa in direzione di Sestriere, oltre Cesana Torinese fino a Bousson
Arrivo: Col di Thuras (2795 m)
Disilvello: 1200 m
Durata: 4/5 h
Difficoltà: E (escursionistico)
Immagine di apertura: una veduta della Val Thuras. Sullo sfondo, il Monte Chaberton (3131 m). © Hairless Heart