Gli itinerari de L'AltraMontagna: intorno ai Laghi di Fusine, sui sentieri del Tarvisiano
Due piccoli specchi d’acqua incastonati tra le severe montagne al confine con la Slovenia, tra facili escursioni nei boschi e l'impegnativa salita sul Monte Mangart
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Non è facile essere una celebrità, tutti vogliono vederti, fotografarti, difficile trovare un attimo di tregua, di silenzio. Difficile, ma non impossibile. Lo sanno bene i Laghi di Fusine – ammesso che i laghi possano “sapere” qualcosa –, due specchi d’acqua limpida alla base di un circo di montagne severe, adagiati tra i boschi a quasi mille metri di quota. Certo, non siamo alle Tre Cime di Lavaredo, al Lago di Carezza o ai piedi del Monte Bianco, luoghi iconici delle Alpi visitati ogni anno da migliaia di turisti. Ci troviamo invece nel più appartato Friuli, nella sua porzione più nordorientale, e precisamente nel Tarvisiano, a due passi dal confine con la Slovenia, che corre proprio sulle creste sopra i laghi, e da quello con l’Austria, poco più a nord. Un angolo appartato, dicevamo, ma così bello e particolare che anche qui non mancano i visitatori, che siano escursionisti o semplici amanti dei paesaggi alpini, in cerca di una tregua dall’afa estiva contemplando il paesaggio. Ma non bisogna farsi scoraggiare, la folla può diventare eccessiva solo in alcuni periodi dell’anno, e basta scegliere il momento giusto per trovare la necessaria tranquillità per ammirare i due specchi d’acqua e le montagne circostanti.
Acque limpide, foreste e pareti
I due laghi, quello Superiore e quello Inferiore, a poche decine di metri uno dall’altro, sono di origine glaciale e sono collegati da un sistema di acque sotterranee. Rappresentano una meta perfetta in ogni stagione, anche in pieno inverno, quando ghiacciano completamente – siamo in una delle aree più fredde d’Italia – con la neve che ammanta di bianco le splendide foreste circostanti, creando uno sfondo perfetto per semplici escursioni con le ciaspole. Un paesaggio fiabesco, da esplorare con la dovuta calma, capace di regalare grandi emozioni anche nelle altre stagioni, in primavera come in estate, e soprattutto con i caldi colori autunnali. E un territorio che si presta in maniera perfetta a diverse interpretazioni, a partire dalla più classica e semplice escursione intorno ai due laghi. Adatta davvero a tutti, anche ai bambini, permette di circumnavigare entrambi gli specchi d’acqua, con un dislivello quasi inesistente. Certo, nei fine settimana estivi scordatevi di essere da soli, ma, come dicevamo, basta scegliere la stagione giusta per ritrovare il silenzio che merita un luogo come questo, oppure venire qui prima del sorgere del sole o verso il tramonto, quando le ombre si allungano e gran parte dei gitanti ha ripreso la strada di casa. Se poi avete voglia di camminare un po’ di più, non c’è che l’imbarazzo della scelta, perché i sentieri che si dirigono verso le cime, disposte a ferro di cavallo quasi a proteggere i Laghi di Fusine, offrono un ventaglio di possibilità davvero ampio. Alcune piccole strade sterrate salgono a sud, oltre la grande radura erbosa che domina il Lago Superiore, fino a raggiungere il rifugio Zacchi, su un modesto dosso a 1380 metri di quota ai piedi della bastionata rocciosa della Ponza Grande. Oltre che con una comoda sterrata, il rifugio può essere raggiunto anche con due sentieri, il n° 512 (occorre circa un’ora e mezza), che sale diretto e ripido nel fitto bosco, e il più lungo sentiero n° 513, che compie un ampio semicerchio sotto la Veunza e la Ponza di Dietro, arrivando allo Zacchi in poco più di due ore. Ovviamente possono essere combinati per salire e scendere dal rifugio senza ripercorrere lo stesso tragitto, e il n° 512 consente anche una discesa alternativa al Lago di Fusine Inferiore, dove si lascia l’auto, affrontando un lungo traverso nel bosco verso nord, con alcuni passaggi che richiedono un minimo di esperienza.
Su per le rocce, fino in cima
Se invece amate la fatica, quella particolare sensazione di benessere che invade il corpo quando la pendenza aumenta e sembra quasi di non arrivare mai in cima, vi consigliamo la salita al Monte Mangart, la grande montagna che chiude a sud, con un’imponente bastionata rocciosa, la conca dei Laghi di Fusine. In questo caso serve un certo allenamento e soprattutto una sufficiente esperienza su terreno impervio ed esposto, per seguire la traccia che conduce prima ai 2166 metri della Forcella Mangart, poi ai 2677 metri della vetta. Superati entrambi i laghi e il grande prato, si sale nel bosco fino all’evidente bivio del sentiero n° 513, dove inizia il n° 517A: si prende quest’ultimo, in direzione del bivacco Nogara, e dopo un ultimo ripido tratto nel bosco si esce su terreno aperto, incontrando la deviazione, a sinistra, per il rifugio Zacchi (vi si arriva anche da qui!). Ma la vetta attende lì sopra, e senza esitazione conviene rimettersi in cammino, seguendo con attenzione i bolli rossi che indicano la direzione tra rocce ed erba, portandosi a ridosso della parete e affrontando poco sopra uno stretto e ripido canale attrezzato con fune metallica (niente di troppo difficile, ma la cautela non è mai abbastanza). Ancora in salita, e in breve si raggiunge il minuscolo edificio in legno addossato alla parete, con tetto in lamiera rossa, del bivacco Nogara (1850 m), di proprietà del Cai di Tarvisio, come il vicino rifugio Zacchi. Siamo a circa metà della salita, e una sosta è d’obbligo, per ammirare le acque limpide dei Laghi di Fusine giù in basso, mentre la parete nord del Mangart si offre in tutta la sua severità. Gli amanti dei percorsi attrezzati possono qui decidere di seguire la Ferrata Italiana, muniti di adeguata attrezzatura, un itinerario ardito ed esposto, seppur breve, che sale diretto sulla cresta di confine, ma noi continuiamo l’escursione sul più “agevole” sentiero n° 517, che tra rocce e terreno detritico, prima verso ovest, poi lungo una dorsale verso sud, conduce in circa un’ora alla Forcella Mangart, a 2166 metri di quota. Qui, dove un tempo vigilavano le severe guardie di confine jugoslave, per fermare ogni tentativo di fuga dei propri concittadini verso il nostra Paese, oggi arrivano gli escursionisti in scarpe da ginnastica, che salgono al valico in pochi minuti di facile camminata dalla strada slovena. Il contrasto tra i due versanti può risultare spiazzante, e dopo l’ascesa ripida e selvaggia dal versante italiano può essere necessario qualche minuto di “acclimatamento”. Ma non c’è tempo da perdere, perché da qui servono ancora quasi due ore sulle rocce attrezzate della cresta per raggiungere la cima (per fortuna la difficoltà di questo tratto screma di molto gli escursionisti saliti in auto), uno stupendo belvedere sulle Alpi Giulie e sulle Carniche, sul vicino Jalovec (2643 m) e sulla selvaggia infilata di vette dominate dal Triglav (2864 m), la montagna simbolo della Slovenia. Sono passate diverse ore dalla partenza dai Laghi di Fusine, che occhieggiano placidi e sereni giù in basso, e verrebbe voglia di rimanere qui in contemplazione del panorama. Ma ci attende una lunga discesa, di quelle che sembrano non finire mai, che ti lasciano le gambe tremanti, quindi non resta che rimettersi in marci e percorrere a ritroso il percorso di salita, a capofitto verso il verde delle foreste e il turchese intenso dei laghi. E quella interminabile traccia rossa sulla cartina che segue tutta la cresta verso est, poi a nord fino alla Ponza Grande e al rifugio Zacchi? Chissà… Magari la prossima volta, prevedendo un pernottamento al bivacco Busettini. C’è sempre un buon motivo per tornare da queste parti.
IL PERCORSO
Regione: Friuli – Venezia Giulia, provincia di Udine
Partenza: Lago Inferiore di Fusine (924 m)
Accesso: da Tarvisio, salendo a Fusine in Valromana
Arrivo: Lago Inferiore di Fusine (924 m); rifugio Zacchi (1380 m); Monte Mangart (2677 m)
Disilvello: 50 m l’anello dei laghi; 450 m il rifugio Zacchi; 1750 la salita al Mangart
Durata: 45 min/1 h l’anello dei laghi; 1 h e 30 min/2 h al rifugio Zacchi; 5/6 h la salita la Mangart
Difficoltà: T/E l’anello dei laghi e le escursioni al rifugio Zacchi; EE la salita al Mangart
Immagine copertina: Lago di Fusine Superiore (929 m), dominato dalla bastionata rocciosa del Mangart (2677 m). © Eberhard Grossgasteiger