Gli itinerari de L’AltraMontagna: tra storia, spiritualità e antiche faggete nel cuore delle Foreste Casentinesi
Un anello facile, ottimo per la primavera e l’autunno, tra grandi foreste dove aleggia un fascino ancestrale, circondati da una mistica spirituale che va oltre la semplice religiosità
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Secondo la tradizione, nel 1224 San Francesco d’Assisi ricevette le stimmate dove oggi, immerso nelle splendide faggete delle Foreste Casentinesi, sorge il Santuario della Verna. Arroccato sopra una rupe di arenaria, con viste panoramiche che si aprono sul confine tra la Valle dell’Arno e la Val Tiberina, è il punto di partenza per una rilassante escursione che sale, tra magnifici boschi in un paesaggio ancestrale dal grande fascino, fino alla sommità del Monte Penna. Un itinerario facile, adatto a tutti, e perfetto per le mezze stagioni, quando si può contare su un clima ancora mite, e non troppo caldo come in piena estate, e si può godere meglio del silenzio di questi luoghi, dove si fondono natura, spiritualità e storia. L’anello del Monte Penna, infatti, è un percorso che attraversa il cuore spirituale dell’Appennino, tra faggete silenziose e testimonianze storiche di una fede antica, con il paesaggio che muta costantemente, da ripide salite a tratti pianeggianti, da picchi di arenaria a valli ombreggiate. Un’esperienza non solo fisica, ma anche un’opportunità per vivere il profondo legame con la natura e la spiritualità di questi luoghi.
Foreste verso la cima
Raggiunto l’ultimo tornante prima del Santuario, seguo brevemente la strada asfaltata verso quest’ultimo, fino a una strettoia scavata nella roccia. Per fortuna in giro non c’è quasi nessuno, anche se posso immaginare che, in altri periodi e soprattutto durante l’estate, la situazione possa essere ben diversa. Svolto a destra per una carrareccia che risale una piccola valle priva di alberi, seguendo il segnavia n° 051, ma in breve il cammino si addentra nella faggeta della Verna, un mondo verdeggiante dove alberi centenari formano un intricato intreccio di rami che schermano la luce, creando un’atmosfera di tranquillità e raccoglimento. Il silenzio tutto intorno mi permette di cogliere ogni minimo fruscio, mentre il tracciato si stringe, trasformandosi in un sentiero che sale ripido, portandomi sulla cresta sommitale del Monte Penna. Dopo un tratto di salita tra gli alberi, la vista si apre improvvisamente: sono su un piccolo promontorio boscoso, dove una croce di legno si erge come segno della profonda spiritualità di questi luoghi. Volgendo a ovest, seguo la cresta della montagna, lungo un tratto con diversi saliscendi, sempre immerso nella vegetazione e costeggiando il ripido versante settentrionale, che precipita sui boschi sottostanti. Non manca molto alla cima e in breve raggiungo i 1284 metri del Monte Penna, dove mi accoglie una cappelletta solitaria, piccolo presidio spirituale nel cuore della natura. Certo, non siamo sulle alte vette delle Alpi o degli Appennini, ma tutto intorno si distendono vaste foreste e grandi valli, che regalano un senso di pace unico.
Storie e leggende all’ombra dei faggi
Dal punto più alto del Monte Penna, il sentiero continua verso ovest lungo la cresta sommitale, attraversando una sequenza di anticime boscose, intervallate da panorami sul lato meridionale, dove la faggeta si fa più fitta e accogliente. Giunto sul margine occidentale della montagna, svolto a sinistra e inizio una discesa che alterna tratti ripidi ad altri più pianeggianti, fino a raggiungere una piccola radura a 1140 metri di quota, dove sorgono due luoghi di culto dal forte significato spirituale: la Cappella del Beato Giacomo e la Cappella del Faggio. La prima commemora la vita di un eremita francescano che qui si ritirò in preghiera dal 1296 fino alla sua morte, nel 1322. Secondo la leggenda, il beato amava trascorrere lunghe ore in preghiera vicino a un grande faggio, e proprio in quel luogo, un giorno, gli apparve Gesù, dove oggi sorge la cappella. Mi lascio alle spalle questo luogo dalla grande forza evocativa e proseguo verso destra, scendendo lungo una scalinata che porta all’ampio piazzale del Santuario della Verna, con le sue strutture che si fondono armoniosamente con la nuda roccia della parete, creando un effetto davvero unico. Il Santuario ha radici profonde: il terreno fu donato a San Francesco nel 1213 dal conte Orlando di Chiusi in Casentino, e il frate lo usò spesso come luogo di meditazione e preghiera. Qui sorse una prima cappella intorno al 1216, ma l’episodio delle stimmate del 1224 segnò una svolta, trasformando l’eremo in un grande complesso, anche se la chiesa maggiore fu completata solo nel 1509.
Lascio il piazzale del Santuario, passo attraverso la Porta del Martello, che immette su una mulattiera lastricata diretta alla località Beccia. Passo accanto alla Cappella degli Uccelli, che secondo la tradizione venne costruita in memoria di un evento miracoloso, quando San Francesco, predicando ai fedeli, attirò l’attenzione di molti uccelli che si fermarono ad ascoltarlo. Svolto ancora a destra, prendendo il sentiero n° 053, che si snoda ai piedi della rupe del santuario, immergendosi nuovamente nella foresta. La faggeta mi accoglie con i suoi tronchi slanciati, circondati da un silenzio interrotto solo dallo scricchiolio delle foglie sotto i piedi. Seguendo il sentiero, attraverso alcune radure panoramiche, quindi, presso un piccolo bosco di pini, lascio il sentiero n° 053 e prendo il n° 056, rientrando nella faggeta. Il percorso, ora in dolce salita, giunge infine al crocevia di Croce della Calla, a 1137 metri, situato tra il Monte Penna e il Monte Calvano. La croce in legno, punto di riferimento per i viaggiatori di oggi e del passato, segna l’inizio dell’ultimo tratto di questo itinerario. Indugio un po’, mi lascio trasportare dagli echi del passato, quindi mi incammino a destra su una carrareccia tra gli arbusti, poi per una sterrata più ampia, e con un tratto in lieve salita, infine in falsopiano, rientro nella faggeta e in pochi minuti, godendomi gli ultimi momenti in queste magnifiche foreste, rientro al punto di partenza.
IL PERCORSO
Regione: Toscana
Partenza: Santuario della Verna (1128 m)
Accesso: dal casello autostradale di Arezzo, si prosegue verso Sansepolcro, prendendo poi la superstrada per Pieve Santo Stefano, quindi in direzione di Chiusi della Verna, imboccando infine, poco prima del paese, la strada a destra per il Santuario. In alternativa, da Cesena Nord si segue la SS3bis/E45 in direzione di Perugia fino a Montecoronaro, proseguendo poi a Pieve Santo Stefano e, da lì, verso Chiusi della Verna. Conviene parcheggiare presso l’ultimo tornante prima del Santuario (quota 1116 m)
Arrivo: Monte Penna (1284 m)
Dislivello: 450 m
Durata: 3 h e 30 min/4 h l’intero anello
Difficoltà: E (escursionistico)
Immagine di apertura: la rupe sulla quale sorge il Santuario francescano della Verna. © Mongolo1984