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Gli itinerari de L’AltraMontagna: tra le dorsali prealpine del Triangolo Lariano

Una facile e breve salita sul Monte Bolettone, panoramica cima che si alza sopra Erba, alla scoperta di un territorio sospeso tra Alpi, pianura e lago

di
Luigi Dodi
13 dicembre | 12:08
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Quando ero ragazzo, le montagne del Triangolo Lariano rappresentavano – per così dire – una seconda scelta: gli entusiasmi dell’età, infatti, mi portavano a desiderare e frequentare ben più altisonanti cime, i giganti di granito del Masino, soprattutto, poi i ghiacciai della Vallée, o le puntate sui Monti Pallidi o tra le amate Giulie, quando si aveva a disposizione qualche giorno in più. Insomma, camminare su queste Prealpi tra Lecco, Como e Bellagio era, nel mio sentire giovanile, una forma di ripiego, una mezza giornata “toccata e fuga” da Milano, magari per evitare l’insostenibile traffico della Valsassina e accumulare almeno un po’ di dislivello. Poi gli anni passano, l’occhio e la testa cambiano, si presta attenzione anche ad altro, e non solo alle grandi pareti. Si invecchia? Può essere, in fondo è il ciclo della vita. E tornano alla mente le solitarie escursioni tra quei boschi, salendo verso gli spogli crinali affacciati sulla pianura e verso il Lario, come la lunga traversata che, in un mattino di inizio primavera, mi portò da Canzo a Como, tutto d’un fiato, quasi correndo, per essere di ritorno a casa per pranzo. Oggi, con una mutata consapevolezza, torno a frequentare di tanto in tanto queste montagne, che culminano sui 1682 metri del Monte San Primo, scegliendo le mezze stagioni per evitare il caldo estivo, altrimenti insopportabile, o il ghiaccio invernale che rischia di rendere ostici alcuni tratti. Ed eccomi quindi, in una solare giornata di tardo autunno, a salire sul Monte Bolettone, a 1317 metri sopra Erba. Non proprio una cima da “conquistare” con ore di cammino impervio tra immani pareti, ma una facile escursione dai grandi panorami, capace di regalare un senso di pace e tranquillità di cui a volte si sente il bisogno. E ottima anche con i bambini.

 

Camminando tra i boschi
Decido di partire dall’Alpe del Vicerè, un altopiano situato a circa 900 metri di quota, accessibile tramite una comoda strada asfaltata da Albavilla, una destinazione popolare per famiglie e gruppi di escursionisti. Situato tra i comuni di Albavilla ed Erba, il territorio ai piedi del Monte Bolettone fa parte delle Prealpi Lombarde, un sistema montuoso che collega la Pianura Padana alle Alpi. Il territorio è ricco di biodiversità, con boschi di faggi, abeti e larici che si alternano a pascoli e radure, creando un habitat ideale per una fauna che comprende caprioli, volpi e numerose specie di uccelli. La partenza si svolge su una strada inizialmente asfaltata, che serpeggia dolcemente tra i prati e i boschi. Questo tratto, ben segnalato e caratterizzato da pendenze moderate, conduce in pochi minuti al rifugio Cacciatori, da dove si prosegue lungo una carrozzabile cementata, che si inoltra nel cuore del bosco. La stradina sale lentamente sul fianco della montagna, e in una mezz’ora, a passo tranquillo, si raggiunge la capanna Mara (1150 m), incastonata in una radura panoramica poco sotto la Bocchetta di Lemna, e crocevia di sentieri che conducono al Monte Palanzone e al Monte Puscio, o che si tuffano nelle valli sottostanti.

 

il Monte Bolettone (1317 m) dall’Alpe del Vicerè. © Mark Alba

Il Monte Bolettone (1317 m) dall’Alpe del Vicerè. © Mark Alba

 

Ampi panorami prealpini
Subito prima del piccolo rifugio, una secca svolta a sinistra e uno strappo più ripido conducono sulla dorsale superiore, dove la vista si apre verso nord, sui Monti Lariani e anche oltre. Manca ormai poco alla meta, ma una sosta è quasi d’obbligo, per ammirare il panorama. Non resta poi che seguire il facile crestone, sull’evidente sentiero che attraversa le ultime macchie di bosco. Pochi minuti, qualche breve strappo più ripido, ed eccomi presso la grande croce di vetta. Mi siedo, guardandomi intorno, e la giornata tersa mi permette di riconoscere il complesso del Monte Rosa e il Disgrazia, le vicine Grigne, con di fianco il Resegone, e dalla parte opposta… quello potrebbe essere il Monviso! In basso, le acque del Lago di Como riflettono un blu intenso, mentre la pianura si perde in una sottile nebbia. È passata meno di un’ora dalla partenza, ho camminato poco, e anche il dislivello è limitato, quindi mi concedo una lunga pausa, mangiando qualcosa e lasciandomi crogiolare dal tiepido sole. Per la discesa, decido di seguire la più ripida e diretta sterrata che cala direttamente a sud, riportandomi in un batter d’occhio al punto di partenza. Ma prima di tornare verso il basso, mi guardo ancora intorno e studio la carta, lasciandomi tentare da nuove escursioni, e ripromettendomi di tornare presto su queste montagne, facili e rilassanti, ma dove è anche possibile “perdersi” tra decine di sentieri, alla scoperta di un territorio capace di regalare grandi emozioni.

 

 

IL PERCORSO
Regione: Lombardia
Partenza: Alpe del Vicerè (903 m)
Arrivo: Monte Bolettone (1317 m)
Accesso: da Albavilla, di fianco a Erba (tra Como e Lecco), si segue una comoda strada asfaltata che porta ai grandi parcheggi dell’Alpe del Vicerè
Dislivello: 450 m
Durata: 1 h/1 h e 30 min
Difficoltà: E (escursionistico)

 

Immagine di apertura: Panorama sul Lago di Como dalla cima del Bolettone. © Luigi Dodi

 

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