Gli itinerari de L’AltraMontagna: sulle strade reali del Gran Paradiso
Un anello di grande respiro, e immensi panorami, in alto sopra la Valnontey, oltre Cogne, su antichi tracciati di caccia
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Cogne, il Gran Paradiso, Valnontey. Non proprio luoghi sperduti tra le montagne, dove immergersi nel silenzio. Soprattutto in estate, quando arrivano a Cogne, ogni giorno e non solo nei fine settimana, centinaia di persone. Qualcuno si limita a un giro per il paese, qualcuno si sgranchisce le gambe alle cascate di Lillaz o sale a Valnontey, stupendo e iconico accesso al Gruppo del Gran Paradiso. Partono da qui diversi itinerari a piedi, di ogni tipo e difficoltà, e tra i più belli c’è sicuramente la salita al rifugio Sella. Questa ex casa di caccia reale è raggiungibile con una bella mulattiera, anch’essa reale (nonostante il tracciato storico sia stato sostituito, nella sua parte centrale a rischio di frane, da un sentiero più sicuro). Sono le cosiddette “strade reali di caccia”, tra Piemonte e Valle d’Aosta, fatte costruire nella seconda metà dell’Ottocento, spesso riattando antichi tracciati, da Vittorio Emanuele II per le sue battute. La salita al rifugio Sella, a 2588 metri di quota all’alpeggio del Lauson, rappresenta di per sé una piacevole escursione, che può essere impreziosita con la traversata ai Casolari dell’Herbetet, dove godere di uno dei panorami più belli del massiccio. E infatti non è sicuramente una “perla nascosta” della valle, ma la lunghezza e alcuni passaggi non banali, consentono all’Herbetet di restare un luogo silenzioso, dove immergersi negli ambienti più belli del Parco Nazionale Gran Paradiso, tra animali e fioriture, praterie alpine e ghiacciai.
Alla conca del Lauson
Sono 3 i chilometri da Cogne a Valnontey, e qui il panorama che si aveva dal paese si apre ancora, con la piatta valle e i due ripidi versanti laterali che inquadrano le cime in fondo. La prima parte dell’itinerario, oltre il Giardino Alpino Paradisia, sale dolcemente con diversi tornanti nel bosco, e il Ghiacciaio della Tribolazione che spunta tra gli alberi. Arrivati al torrente, si deve abbandonare la strada di caccia originale, a rischio frane, per traversare il corso d’acqua e salire più ripidamente tra prati e radi alberi, superando l’alpeggio di Pascieu. Non è niente male questa variante al tracciato storico, in un certo senso movimenta l’accesso al rifugio Sella. I “puristi” possono tornare poco sopra sulla strada reale, riattraversando il torrente Gran Lauson, ma si può anche restare su questo versante e raggiungere l’alpeggio del Gran Lauson. Da qui è necessario superare il corso d’acqua e seguire l’ultimo tratto dell’itinerario originale fino alla conca del Lauson, con l’edificio del Parco e, dietro, il rifugio Vittorio Sella. Ogni volta che sono arrivato qui, come in molti altri luoghi affini, ho sempre sentito l’esigenza di fermarmi, a prendere fiato e mangiare qualcosa, ma anche come una sorta di acclimatazione. Non tanto per la quota, quanto per la dimensione che tutto assume da qui in avanti, che si vada alla Punta Rossa o al Col Lauson, o, come in questo caso, per chiudere l’anello dell’Herbetet.
Sospesi sui ghiacciai
Il sentiero da seguire ora è il n° 18B, chiaramente indicato, e oltre il torrente risale il versante meridionale sopra la conca del Lauson. Il panorama si apre man mano, spunta la Grivola, sullo sfondo, con cielo sereno, si vedono i ghiacciai del Rosa, e dalla parte opposta il Ghiacciaio di Money. Il rifugio, la solare conca, i gitanti, scompaiono poco più in alto, traversando ai piccoli Laghetti del Lauson (2656 m), anche se qualcuno sale spesso almeno fin qui, per il bellissimo panorama. È il tratto seguente a – diciamo così – fare selezione. Ci si avvicina al Bec du Vallon, superando la località di Penna Senna, dove sorgeva un appostamento di caccia, poi si deve compiere un lungo traverso discendente su traccia stretta e leggermente esposta, superando alcuni tratti con cavo corrimano, scalini, passerelle. Niente di difficile (ma da evitare con terreno bagnato), e oltre il solco del Gran Vallon si raggiungono il piccolo ripiano del Pian di Ressello. Si rimane davvero colpiti la prima volta che si arriva qui, con la vista che si apre impetuosa sull’intrico di rocce e ghiaccio del Gran Paradiso e giù, verso la Valnontey. Verrebbe voglia di fermarsi a lungo, anche a fino al tramonto, oppure di arrivare qui per il sorgere del sole… Ma la strada è ancora lunga, e bisogna prima arrivare ai ripiani erbosi con i Casolari dell’Herbetet (2435 m), altro stupendo punto panoramico, un luogo sospeso – in tutti i sensi – dove sorge un Casotto del Parco. In tutto questo lungo tratto non è difficile avvistare branchi di camosci o stambecchi, e giunti qui non resta che affrontare la discesa, tenendo la sinistra al bivio (a destra si sale al bivacco Leonessa), e con il sentiero n° 22 perdere rapidamente quota con continue e ripide svolte. Giunti in fondovalle, con le gambe che ringraziano dopo ore di faticoso cammino, la sensazione è un po’ quella di aver lasciato lassù qualcosa. Forse torno su a cercarla. Poi mi incammino in piano lungo la Valnontey, volgendomi indietro spesso a riguardare le cime sullo sfondo.
IL PERCORSO
Regione: Piemonte
Partenza: Valnontey (1667 m)
Accesso: superata Aosta, si esce dall'autostrada ad Aosta Ovest – St. Pierre, per seguire la Strada Regionale 47, oltre Aymavilles, che risale tutta la Valle di Cogne fino al capoluogo, dove si svolta a destra per Valnontey
Arrivo: Casolari dell’Herbetet (2435 m)
Disilvello: 1050 m
Durata: 7/8 h
Difficoltà: EE (escursionisti esperti)
Immagine di apertura: da Valnontey, guardando verso i ghiacciai del Gran Paradiso. © Patafisk