Gli itinerari de L’AltraMontagna: i grandi panorami sul Lago di Como del Monte Grona
Dai boschi di betulle alle creste aeree, su una facile cima sopra il Lario, affacciata sui vasti spazi delle Alpi Lepontine
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
È lì, sopra il Lago di Como, poco evidente all’altezza di Menaggio, proprio a metà del Lario. È il Monte Grona, alto 1736 metri, che si può raggiungere in diversi modi e da versanti differenti. La prima volta ci salii per la bella ferrata del Centenario, breve, non difficile. Era un giorno afoso di fine estate, la visibilità non era ottima, e già alla partenza si sudava parecchio, vista la quota modesta. Meglio scegliere una stagione intermedia (gli appassionati del posto ci salgono anche in pieno inverno!), una giornata fresca di primavera o inizio estate, o, ancora meglio, il cielo terso e i colori accesi dell’autunno. A circa 2 ore dalla partenza, inoltre, con un percorso facile tra i boschi si raggiunge il rifugio Menaggio (1383 m), storico e panoramico punto di appoggio in questa porzione dei Monti Lariani, e non a caso toccato dall’impegnativo percorso dell’Alta Via del Lario, che rappresenta una meta ideale anche per i meno allenati o per i bambini (almeno quelli più “pigri”!). Gli ingredienti ci sono tutti per un’escursione facile, alla portata di molti, e di grande soddisfazione su montagne poco battute.
Alpeggi e storici rifugi
La partenza può avvenire dalla località di Breglia, proprio sopra Menaggio. La piccola località si raggiunge in auto, e già sembra di essere in un altro mondo rispetto alla “mondanità” delle sponde del lago. Da qui si potrebbe anche salire ancora con la macchina, pagando un ticket, fino alla località Monti di Breglia (996 m), ma anche questa prima parte di salita ha un suo perché. Si segue quindi la carrozzabile (indicazioni per il rifugio Menaggio), deviando subito a destra sulla scorciatoia che esce poco sopra sulla strada, attraversandola per imboccare una sterrata. Tra strada e sentieri, attraversando anche un prato sulla sinistra, si raggiunge Monti di Breglia, dove termina definitivamente la rotabile. Anche qui vale la pena una sosta, per godersi il panorama e apprezzare le antiche architetture. Il sentiero procede ora ben evidente, tenendo la destra al bivio, in un bel bosco di betulle e ginestre, fino alla deviazione per Sant’Amate e il Monte Bregagno, dove si tiene invece la sinistra. La pendenza è sempre moderata, e con un bel traverso, su terreno più aperto, si giunge infine al rifugio Menaggio. Fin qui l’escursione è davvero adatta a tutti, bambini compresi, e il grande panorama ripaga della salita, con la vista che spazia sula porzione centrale del Lario, Menaggio e Bellagio, le Grigne, il San Primo e i Corni di Canzo.
Sul filo delle creste
Lo storico rifugio del Cai di Menaggio, inaugurato nel 1960 e ampliato nel 1970, diventa la base di partenza per la bella salita al Monte Grona, dove immergersi in panorami ancora più grandi. Da qui il dislivello è modesto, solo 350 metri, e ci sono diverse vie che si possono seguire, tra cui la divertente ferrata del Centenario (per la quale serve l’adeguata attrezzatura). Oltre a questa, si possono seguire la cosiddetta Normale e la Direttissima, entrambe adatte a escursionisti con una certa esperienza. Nulla di realmente difficile, ma alcuni passaggi sono ripidi ed esposti, attrezzati con catena nei punti più ostici, quindi da evitare ai neofiti. Per entrambe, si sale alle spalle del rifugio, ma per la Normale si devono seguire le relative indicazioni, verso destra, mentre per la Direttissima si deve prendere il sentiero che porta all’attacco della ferrata. La Normale sale su terreno aperto, ripido, e al bivio si tiene la sinistra, salendo ripidamente fino alla Forcoletta (1627 m). Da qui inizia la parte più “impegnativa”, ma anche divertente, della salita: una ripida e aerea cresta, che si deve rimontare con la dovuta attenzione (non è difficile, ma richiede comunque passo fermo) fino al salto finale, dove il cavo metallico aiuta a vincere gli ultimi metri che conducono in vetta. La Direttissima, invece, come si diceva segue per il primo tratto l’accesso alla ferrata, fino a una bocchetta, dove si prende a destra per risalire un ripido canalone esposto a sud (più ripido della Normale) fino al suo termine. Uscendone a sinistra, si superano alcune roccette e, aiutandosi con le catene, si esce anche in questo caso direttamente in vetta. Stupendo il panorama, con le Grigne e praticamente tutto il Lago di Como, il Legnone e il Tre Signori, i monti del Triangolo Lariano e là in fondo, se il cielo è terso, il massiccio del Rosa, mentre alle spalle si distende il Lago di Lugano con le cime svizzere che lo circondano, e a nord si allunga la dorsale dei Monti Lariani, con il Bregagno e il Pizzo di Gino, un vero invito al cammino. Qualunque itinerario si sia seguito per salire, la discesa richiede una certa attenzione vista la ripidità del terreno. Rientrando al punto di partenza con ancora negli occhi i grandi panorami della cima.
IL PERCORSO
Regione: Lombardia
Partenza: Breglia (752 m)
Accesso: si percorre la Statale Regina e, superato Menaggio, si seguono le indicazioni per Porlezza e Lugano, deviando poi sulla SP7 per Plesio e proseguendo fino a Breglia, dove c’è un grande parcheggio (si può anche proseguire in auto sulla strada agro-pastorale fino a Monti di Breglia, pagando il ticket di accesso alla colonnina automatica)
Arrivo: Monte Grona (1736 m)
Dislivello: 1000 m
Durata: 3 h
Difficoltà: E (escursionisti) fino al rifugio Menaggio; EE (escursionisti esperti) la salita al Monte Grona
Immagine di apertura: panorama sul Lago di Como dalla cima del Monte Grona (1736 m). © Nicola Zecca