Vengo anch’io? Sì tu sì! L’importanza di un turismo più accessibile in montagna
Le montagne sono una risorsa unica per il benessere fisico e mentale ed è importante che ogni persona ne possa godere appieno, senza discriminazioni. Il concetto di accessibilità riguarda non solo per le persone con disabilità, ma anche famiglie con bambini piccoli, anziani, donne in gravidanza e coloro che temporaneamente hanno limitazioni fisiche e difficoltà non solo motorie
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità circa il 15% della popolazione globale vive con una disabilità, condizione riconosciuta dalle Nazioni Unite come il risultato di barriere di varia natura, fisiche, psicologiche o sociali. Queste barriere possono essere anche legate all’età: mentre a inizio 2022 quasi un quinto della popolazione in Europa aveva più di 65 anni (21,3%), ci si aspetta un aumento di questa percentuale nei prossimi anni. È chiaro pertanto che non stiamo parlando di una minoranza marginale, ma di una parte significativa della popolazione.
Nonostante queste cifre, le persone con diversi tipi e gradi di disabilità condividono il fatto che il loro diritto di inclusione sociale viene spesso insoddisfatto, soprattutto in viaggio. L'industria turistica in primis è stata frequentemente criticata per escludere sistematicamente le persone con disabilità. Tuttavia, negli ultimi anni c'è stata una crescente sensibilizzazione verso i diritti delle persone con disabilità, compresa la consapevolezza che rendere le esperienze turistiche il più possibile fruibili da tutti e tutte è fondamentale, incoraggiando il cosiddetto turismo accessibile.
Tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) dell’Agenda 2030 figura anche la prevenzione della povertà e l’accesso alle risorse da parte di gruppi di persone svantaggiate. Da un lato risulta quindi evidente porre l'inclusione di persone con disabilità come elemento fondamentale per promuovere uno sviluppo turistico sostenibile. Dall’altro, è bene ricordare che il turismo accessibile rappresenta un vantaggio economico per le destinazioni e le aziende con l’opportunità di attrarre nuovi visitatori. Le persone con disabilità e le persone anziane, che come abbiamo visto rappresentano una percentuale significativa della popolazione, infatti, vorrebbero viaggiare più spesso ma per diversi motivi spesso sono disincentivati a farlo. Tre quarti delle persone con disabilità persone nel Regno Unito o i loro familiari sono stati costretti a cancellare il viaggio a causa di accessibilità strutturale o digitale insufficiente. Per questo motivo, le destinazioni e le strutture ricettive che soddisfano i bisogni e le aspettative di persone con disabilità e dei loro accompagnatori hanno un alto tasso di ritorno, superiore rispetto ad altre strutture simili.
In montagna, che per sua natura può essere impervia e difficilmente raggiungibile, il problema dell'accessibilità delle esperienze turistiche è ancora più rilevante. Molte destinazioni di montagna si sono già mosse per rendere i propri prodotti ed esperienze turistiche più accessibili. Ad esempio, la Provincia Autonoma di Trento promuove la diffusione dello standard di Accessibilità sul proprio territorio attraverso la certificazione di Marchio Open, che copre una vasta gamma di strutture e servizi. Un altro esempio interessante è il progetto Alpe Cimbra 4 All, che mira a rendere l'Alpe Cimbra accessibile a tutti e tutte, fornendo non solo strutture accessibili, ma anche assistenza su misura per coloro che ne hanno bisogno, grazie a una figura competente e specializzata (Angel). Degne di nota sono inoltre sono le diverse Associazioni che accompagnano le persone con disabilità, come Correre Oltre che con il progetto "oltre il primo passo" si occupa di sport inclusivo e propone a persone disabili la partecipazione a corse su strada e trekking, utilizzando carrozzine da corsa e k-bike/joelette. Un sentito ringraziamento a Correre Oltre per la gentile concessione delle foto scattate durante la manifestazione 4 passi a Marano di Valpolicella (VR).
Per quanto riguarda le singole strutture, come ad esempio i rifugi, Beltramo e i colleghi (2022) hanno identificato una distinzione fondamentale tra i rifugi che sono raggiungibili in macchina, che hanno già adattato le loro strutture per renderle più accessibili, mentre i rifugi più remoti e raggiungibili solo a piedi hanno più difficoltà a riorganizzare e riprogettare i propri spazi.
In realtà, molte persone con disabilità sostengono che il primo vero ostacolo a un turismo davvero accessibile sia la mancanza o l'incompletezza delle informazioni sull'accessibilità delle destinazioni e delle strutture. Pertanto, molti progetti in corso si concentrano sulla mappatura dei percorsi accessibili e sulla fornitura di informazioni dettagliate sulle caratteristiche e limitazioni del percorso, i servizi di supporto, servizi di accompagnamento e presenza o meno di WC accessibili e punti di ristoro. Due strumenti interessanti in questo senso sono Dolomiti Accessibili e Un Paradiso Accessibile.
È bene ricordare infine che le disabilità non solo motorie. Per citare quindi un progetto in ambito montano che si estende oltre i confini italiani, il progetto GATE, promosso dall’Interreg Italia-Austria, ha l’obiettivo di promuovere una montagna fruibile da tutti e tutte senza ostacoli naturali, fisici o semantici. Alcune attività specifiche sono: una mappa tattile parlante e visiva all’interno del parco, realizzazione di webapp e di chatbot, uso della realtà virtuale.
Come è stato già scritto in un recente articolo su L’AltraMontagna, le montagne sono una risorsa unica per il benessere fisico e mentale ed è fondamentale che ogni persona ne goda appieno, senza discriminazioni. L'accessibilità riguarda non solo per le persone con disabilità, ma anche famiglie con bambini piccoli, anziani, donne in gravidanza e coloro che temporaneamente hanno limitazioni fisiche.