Un taglialegna sulle banconote da 50 franchi per simboleggiare il carattere svizzero. L'artista è Ferdinand Hodler, di cui ripercorriamo opere e storia
Ferdinand Hodler è nato a Berna in Svizzera il 14 marzo 1853. Quando in tarda età egli si avvicinerà alle sue rivisitate montagne, cercando in esse non altro che la possibilità di esprimere una sintesi figurativa meno elaborata dal pensiero, meno strutturata nelle geometrie della forma, egli produrrà immagini che, oggi più che mai, sentiamo vicine
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Ciò che non vorremmo fare frena lo scorrere regolare delle nostre giornate. Per dire una cosa che non pretende certo di essere originale, a sottrarre il tempo il più delle volte non sono impedimenti seri, ma imprevisti o circostanze non indispensabili. Ingarbugliano le ore, togliendo spazio e attenzione a tutto il resto. A questo proposito, mi torna in mente una frase pronunciata dal protagonista della Grande bellezza riascoltata recentemente: “La più sorprendente scoperta che ho fatto subito dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare”. Non contiene supponenza questo pensiero, ma un dato di fatto da tutti riscontrabile.
Sono giorni che vedo avvicinare il compleanno di un artista molto significativo, quello di Ferdinand Hodler, 171 anni oggi, essendo nato a Berna, in Svizzera, il 14 marzo 1853 (morirà a Ginevra nel 1918) e ora mi ritrovo a scriverne velocemente, dopo aver letto tutto quello che potevo su di lui: un’immersione totale, inspiegabilmente senza prendere neppure un solo appunto. Sempre con la convinzione di aver davanti a me il tempo necessario. Dico subito che la ragione di tanta attenzione è doppia: Hodler, infatti, è un pittore che ho sempre guardato con molta ammirazione, ma mai approfondito quanto avrei dovuto. Un artista difficile da collocare, quasi avesse più cantoni anche la sua personalità: realista agli inizi, con una serie di fari importanti che ne hanno segnato il percorso, uno per tutti Courbet. Poi la sua pittura diviene più luminosa, grazie anche a un importante viaggio in Spagna (1878-79), per ammirare da vicino le opere di Velàzquez. Successivamente, cogliendo nell’aria il vento della Secessione, sia quella di Monaco che quella viennese, filtrata attraverso l’Art Nouveau, la sua figurazione evolverà, portando un contributo importante e personale a quel movimento.
In lui, strada facendo, si rafforzerà il bisogno di trattenere all’interno del soggetto una serie di elementi figurativi direttamente collegati con le proprie origini. Elementi arricchiti da visioni che portano alle tematiche care al simbolismo: amore, morte, religiosità. Al passaggio del secolo la sua ricerca espressiva incontrerà soggetti storici di grande formato e impatto visivo, fortunatamente alternati a composizioni non meno complesse, ma con un diverso contenuto poetico: figure in sequenza, che possono portare al teatro o alla danza: dal disegno nitido, spigoloso e bidimensionale, e colte in atteggiamento recitativo. Scene nelle quali è rappresentata una ritualità dall’autore definita “Parallelismo”. In questi quadri, su ogni altra cosa prevalgono la simmetria, la cadenza, l’ordine e il ritmo.
Ciò accade anche nei paesaggi, specie quando le acque del lago di Thun o di Ginevra riflettono, con sorprendente fedeltà, lo scorrere delle nuvole del cielo sovrastante. Anche in questo caso l’immagine pare formare un'allusiva dualità tra ciò che è presente e ciò che interiormente e in forma speculare, ma capovolta, si riflette in noi.
Due passaggi biografici vanno almeno ricordati, il primo è del settembre 1914: i tedeschi sono in guerra contro la Francia e, violando ogni trattato, bombardano la cattedrale di Reims, facendone crollare una parte importante. Ferdinand Hodler prende posizione, condannando vigorosamente quell’azione: come conseguenza i suoi quadri in Germania vennero tolti da ogni collezione pubblica. La seconda è dell’anno successivo, il 1915: muore la sua amante, Valentine Godé-Darel, dopo una lunga malattia. Egli ne documentò l’agonia, giorno dopo giorno, ritraendo la progressiva consunzione di quel corpo in quasi duecento opere, tra disegni e dipinti. Una testimonianza impressionante e drammatica, di formidabile penetrazione emotiva.
Aggiungiamone anche un terzo per finire questa ingiusta corsa nei festeggiamenti: siamo nel 1912 e un suo dipinto, “Il Taglialegna” (se ne stimano una ventina di versioni), compare nelle banconote da 50 franchi, scelto per simboleggiare il carattere svizzero. In quell’immagine, l’uomo è colto con le braccia alzate e con l’accetta in mano, così da evidenziare e collegare in forma diretta il lavoro col valore del denaro.
Hodler, un artista su cui riflettere, tali e tanti sono le sollecitazioni che la sua pittura riesce a trasmettere. Però, quando in tarda età egli si avvicinerà alle sue rivisitate montagne, cercando in esse non altro che la possibilità di esprimere una sintesi figurativa meno elaborata dal pensiero, meno strutturata nelle geometrie della forma, egli produrrà immagini che, oggi più che mai, sentiamo vicine. In grado di riflettere, con irregolare “parallelismo”, il nostro tempo.