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Cultura

Un altro turismo in montagna è possibile, ma serve maggiore supporto dalle istituzioni. Storia di Malga Davanti, avanguardia del Monte Novegno

Malga Davanti, sul Monte Novegno, si sta distinguendo per la capacità di far respirare la montagna attraverso progetti di carattere educativo/culturale; progetti che non forzano le peculiarità territoriali, ma si adattano alla montagna e ai suoi particolari equilibri socio-ambientali

di
Pietro Lacasella
23 maggio | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Il vociferare delicato della sera, accarezzato da una chitarra acustica, indica che ormai la meta è vicina. Un’ultima dolina, un’ultima e breve salita, ed ecco il tetto di malga Davanti.

 

Sotto ai piedi la Pianura Padana, alle spalle la conca centrale del Monte Novegno. I passi accelerano, attratti dalla chitarra, e in attimo mi ritrovo con un bicchiere di rosso in mano, pronto ad ascoltare Rifugio Manifesto, monologo di Andrea Bettega tratto dal podcast Alpigrafismi (realizzato in collaborazione con L’AltraMontagna).


La malga è stata da poco ristrutturata. Un rinnovamento sobrio, lontano dagli schiamazzi architettonici che si susseguono con crescente frequenza tra i rilievi della Penisola. E nella sobrietà, quasi fosse un foglio bianco da riempire, a parlare sono le iniziative. Malga Davanti, infatti, si sta distinguendo per la capacità di far respirare la montagna attraverso progetti di carattere educativo/culturale; progetti che non forzano le peculiarità territoriali, ma si adattano alla montagna e ai suoi particolari equilibri socio-ambientali.

 

È un approccio che indica la strada da seguire per i territori montani che non hanno ancora conosciuto assalti di massa, overtourism e radicali trasformazioni degli assetti paesaggistici in favore di un’offerta turistica a trazione molto ludica e poco educativa.

 

Dopo essere rimasta chiusa per dieci anni, la malga - di proprietà dell'Associazione Provinciale Allevatori - è stata recuperata da due ragazzi del Pedemonte vicentino: Filippo Broccardo, di Schio, e Valeria Ricci, di Thiene. Il progetto desidera superare i confini della ricettività, aprendosi a un’offerta più ampia, per accompagnare i turisti alla scoperta delle caratteristiche del territorio e per incentivare una fruizione più consapevole dei territori montani.


L’idea non è tuttavia quella di rimanere una realtà isolata, un atollo nel mare irregolare delle Prealpi, ma di sviluppare una rete di sinergie finalizzata ad avvicinare realtà (e non sono poche!) accomunate dal desiderio di dare vita a programmazione territoriale diversa, lontana dalle logiche del consumo che in diverse occasioni hanno sciupato paesaggi e ambienti di inestimabile valore.

 

Un obiettivo di rete che mira, attraverso la condivisione di buone pratiche, a riempire quello che per molti aspetti rappresenta un vuoto istituzionale. Spesso infatti questi modelli alternativi prendono vita dall’entusiasmo e dal coraggio dei privati, non esistendo ancora un indirizzo politico di gestione territoriale, capace di supportare tali realtà con decisione e, soprattutto, in modo coordinato.

 

Salendo a Malga Davanti non si respira solo l’aria fresca dei 1560 metri, ma un sano vento di novità che rende tangibile quella che, fino a pochi anni fa, a molti poteva sembrare un’utopia: un altro turismo è possibile.



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