Trekking con alpaca: si apre il dibattito. Canella: "Gli animali stimolano a camminare molte persone che altrimenti lo farebbero malvolentieri"
Negli ultimi anni una nuova pratica ha preso piede nelle montagne italiane, quella delle escursioni o trekking con alpaca. Abbiamo recentemente dato spazio alle considerazioni di un'operatrice del settore turistico montano che ne denunciava alcuni aspetti. Pubblichiamo oggi una riflessione inviata al quotidiano da un accompagnatore di media montagna a cui capita di guidare questo genere di escursioni
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Negli ultimi anni una nuova pratica ha preso piede nelle montagne italiane, quella delle escursioni o trekking con alpaca. Abbiamo recentemente dato spazio alla riflessione di una operatrice del settore turistico montano che ne denunciava alcuni aspetti, come "l'assenza di quegli elementi che fanno di un trekking, un vero trekking: l’immersione consapevole nei territori e l’eventualità dell’incontro umano con gli altri camminatori", per citare l'autrice Helga Maffei (l'articolo integrale si trova qui).
Alla riflessione di Maffei segue la risposta (in forma di lettera al Direttore) di Gabriele Canella, accompagnatore di media montagna trentino a cui capita di condurre escursioni con i lama e con gli asini. E' inoltre tecnico equestre e addestratore di asini con metodo etologico. Le sue considerazioni mirano a proporre una visione alternativa rispetto a quella ieri delineata. Nuove interessanti sfumature che evidenziano il carattere complesso dei territori montani e che potete leggere qui di seguito.
"Le escursioni con gli alpaca (quindi intenderei sia esteso anche ai lama) vengono descritte come delle attività incapaci di valorizzare il territorio, di permettere un approfondimento della complessità e "relegate alla dimensione di un non-luogo". Si parla poi di superficialità e della perdita della dimensione relazionale umana.
Non voglio nemmeno addentrarmi nella discussione della cosiddetta autenticità di un territorio (sono autentiche le malghe, nate come stalle e diventate ristoranti? Sono autentici i masi, nati fienili e diventati appartamenti di lusso?). Noto una spiccata tendenza a estremizzare le polemiche sul "cosa si fa" e non si considera invece il "come si fa". Quando ogni novità viene stigmatizzata, si finisce nell'immobilità.
Credo che siano la professionalità della guida, le regole che vengono date, gli argomenti che vengono affrontati, il rispetto e l'approccio con gli animali, i contenuti che si decide di veicolare, che fanno di un'escursione un'esperienza più o meno superficiale.
Non bisogna dare per scontato che chi possiede gli animali sia insensibile al loro benessere durante un'escursione. Il benessere dell'animale viene davanti a tutto e bisogna essere pronti a rinunciare in caso di segnali di stress. Si può lavorare con lama e alpaca ponendo la giusta attenzione all'etologia della specie e alla "personalità" dell'individuo. Si forniscono indicazioni per non provocare stress e forzature e per muoversi riducendo i rischi.
Durante l'escursione si può parlare della biologia dell'animale, della sua evoluzione e della storia della domesticazione, si può insegnare a portare il dovuto rispetto e far comprendere che non si tratta di un giocattolo. Si possono spiegare le differenze morfologiche tra un camelide e gli ungulati alpini. Si possono cercare le impronte dei cervi per poterle confrontare con quelle dei lama. Si deve affrontare il tema della differenza tra selvatici e domestici e di come si tenta di prevenire le predazioni da parte dei grandi carnivori.
Gli animali stimolano a camminare molte persone che altrimenti lo farebbero malvolentieri e così si possono raggiungere mete di pregio storico, paesaggistico e naturalistico, che possono essere descritte durante una pausa - necessaria per il benessere degli animali, e ciò viene spiegato agli escursionisti - così da trasmettere il valore di un territorio anche a chi sarebbe stato interessato semplicemente a farsi selfie con l'animale. Queste specie di animali vengono selezionate e allevate anche per l'attitudine a camminare in modo regolare e sicuro, così come determinate razze di cani sono state selezionate per svolgere dei compiti ben specifici.
Trovo un po' superficiale l'analisi sulle relazioni umane che verrebbero accantonate durante le escursioni con gli alpaca. Capirei si parlasse di mountain bike, allora sarebbe tecnicamente complicato interagire. Ma io durante le escursioni con i lama e gli asini vedo bambini fare amicizia, famiglie provenienti da tutta Italia scambiarsi aneddoti sulle vacanze, persone che con la scusa di scattare una fotografia chiedono informazioni e finisce in chiacchierata.
Durante queste escursioni vedo soprattutto gente riconoscente perché si aspettava solo di camminare coi lama e invece ha scoperto un sacco di cose sul territorio, sulla natura, sulla storia. Anche spiegare che non si può continuamente strattonare un animale per farsi selfie e invitare a mettere via lo smartphone per concentrarsi su dove mettere i piedi, potrebbe avere dei risvolti positivi.
In sintesi, invito a non perdere di vista le opportunità, i possibili risvolti positivi e soprattutto invito a considerare l'auspicabile professionalità di chi si occupa di queste attività per turisti".