Non solo sci e impianti: c'è chi in Appennino, coinvolgendo i giovani, promuove un'alternativa turistica
Neve e Natura: una progetto che, dal 2007, promuove una fruizione alternativa della montagna tra i paesi dell’Appennino Tosco Emiliano
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Circa 9000 studenti appartenenti a una settantina di istituti scolastici e provenienti da svariati comuni di province toscane ed emiliane, hanno partecipato nel corso degli anni a Neve Natura, un progetto del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Un progetto nato con l’idea di destagionalizzare il turismo scolastico normalmente concentrato a primavera inoltrata. Si è voluto realizzare a mille metri di quota una combinazione di attività outdoor e indoor che potessero integrare le attività curriculari svolte in classe, coniugando il divertimento con l’educazione alla sostenibilità.
“Siamo partiti dall'idea di proporre una nuova offerta turistica in Appennino là dove non c'erano impianti sportivi o stazioni sciistiche presentando un altro modo di vivere la montagna, più naturale, lento, sostenibile avendo come obiettivo gli istituti scolastici”, spiega Natascia Zambonini, coordinatrice del progetto. Le mete comprendono varie località sparse all’interno del Parco Nazionale.
Dal 2015 il territorio dell'Appennino Tosco Emiliano è entrato nelle Rete delle riserve ‘Uomo e Biosfera’ MaB Unesco, la cui unicità è trovarsi sul confine climatico euro-mediterraneo che ha permesso l’instaurarsi di rapporti unici tra la flora, la fauna e l’uomo. Nel corso dei millenni l’evolversi di questi rapporti ha dato forma all’odierno paesaggio appenninico, e ciò che oggi viene riconosciuto e tutelato è proprio il rapporto di equilibrio tra uomo e natura (Man and Biosphere).
Il programma di Neve Natura consiste in gite-stage di più giorni rivolte alle scuole di ogni ordine e grado, gli alunni vengono ospitati dalle strutture ricettive del territorio come rifugi, agriturismi, cooperative di comunità, e possano fare esperienza diretta della vita vissuta in appennino durante l’inverno senza impianti, tramite attività all’aperto come trekking, ciaspolate, orienteering, cacce al tesoro per i vicoli dei paesi ospitanti, ricerca di tracce animali, analisi di profili stratigrafici del manto nevoso ecc.; gli studenti sono sempre accompagnati da istruttori, guide escursionistiche o alpine, carabinieri forestali, tecnici del soccorso alpino. Le attività indoor consistono soprattutto in lezioni serali svolte nella accogliente cornice di rifugi e agriturismi per apprendere elementi del territorio da un punto di vista scientifico, storico e culturale tramite la conoscenza di attivisti, scrittori, alpinisti, scienziati e tecnici del Parco, ma anche agricoltori che portano la loro passione per la terra o la signora che racconta le tradizioni del luogo o parla dei mestieri di una volta, una bella combinazione tra esperti e persone comuni che raccontano il territorio.
Al di là del valore didattico legato alle materie di insegnamento, queste “gite” sono importanti per i valori umani che vengono trasmessi agli studenti, i quali, a distanza di anni, ricordano tali esperienze con entusiasmo.
A tal proposito vogliamo riportare le parole di Fabrizio Ganapini, detto “il Mastro”, una delle guide che giorno e notte vive accanto ai ragazzi durante il periodo della loro permanenza nelle terre alte: “Ero sul ciglio della strada che mi approntavo a partire per una ciaspolata e sai, quando ci sono 30 o 40 ragazzi a cui devi mettere le ciaspole non è facile, ad un certo punto è passato un ragazzo. Era Stefano, ora adulto fatto e finito, che aveva partecipato al progetto durante una delle prime edizioni ormai 17 anni fa, passando in macchina mi ha visto chino sugli scarponi dei ragazzi e con tutta la naturalità di questo mondo si è fermato per darmi una mano e ha iniziato ad allacciare le ciaspole anche lui. Credo che questo sia emblematico del rapporto che si crea e rimane negli anni con alcuni dei ragazzi che partecipano a Neve Natura”.
Fabrizio ci tiene a raccontare un altro episodio: “ Rifugio di Pratizzano 2010, bufera di neve enorme tra lunedì notte e martedì mattina, fece un metro e quaranta in neanche trenta ore, rimaniamo bloccati al rifugio, chiamo uno spalatore che però non riesce a far strada finché non arrivano le ruspe, perché la neve gli cadeva dalle parti e non riusciva ad aprire. E niente, bisognava fare le attività con i ragazzi, quindi siamo partiti tutti insieme compreso il cuoco del rifugio e siamo andati a prendere il pane e alcuni viveri in paese così, con le ciaspole, come cent’anni fa”.
Ma dove si può respirare il senso profondo di vivere in Appennino è a Succiso, nella Valle dei Cavalieri: qui, nel 1991, è nata la prima cooperativa di comunità in Italia. I suoi soci hanno convertito la vecchia scuola abbandonata (per assenza di bambini) in una struttura polivalente dove si possono trovare: un ristorante, delle camere, un bar (punto di riferimento e di aggregazione del paese), un piccolo alimentari e noleggio attrezzature per i turisti. In un paese di 62 abitanti, 56 sono i soci della cooperativa. Dieci i dipendenti che passano da una mansione all’altra. Tutti fanno tutto ed è l’unico modo per tenere vivo il paese.
Abbiamo sentito Emiliano Pedrini, cuoco del ristorante, fornaio, pizzaiolo, barista. Racconta che Neve Natura ha avuto un significato importante sicuramente dal punto di vista del ritorno economico, perché ha dato la possibilità di lavorare in periodi dell’anno e anche della settimana quando diversamente non si lavorerebbe; ma soprattutto dal punto di vista umano, con i ragazzi che vivono in paesi altrimenti pressoché disabitati e portano una ventata di allegria e buonumore agli anziani. “I primi anni ricordo che la gente non li vedeva troppo di buon occhio, quasi fossero un problema. Invece adesso le stesse persone di Succiso li aspettano con impazienza chiedendo: ‘Quando arrivano i ragazzi di Neve Natura?’ Poi i ragazzi stessi inizialmente sono un po’ spaesati, essendo abituati in città con altri ritmi e altri ambienti, si ritrovano lontani da tutto e chiedono: ma come fate a stare qui che non c’è niente? E poi invece (alcuni non tutti) si rendono conto che qui ci si può stare anche bene”, dice Emiliano.
Ma fa notare anche come nel tempo sia cambiato il turismo nei dintorni del paese di Succiso, dagli anni in cui è nato il Parco e ancor di più dopo Neve Natura. “Ora c’è chi frequenta queste zone sempre, anche soltanto per fare una passeggiata e stare un po’ all’aria aperta. Ho notato soprattutto le biciclette, le mountain bike che vanno sui sentieri, ora circolano anche al di fuori della stagione estiva” ci racconta. Infine contento riprende: ”Sono tornati dei ragazzi, anche con i familiari. A volte in estate vengono a salutare in cucina dicendo che avevano partecipato a Neve Natura, difficilmente me li ricordo, sai, sono talmente tanti, magari sono venuti 15 anni fa e ora sono adulti che portano genitori o figli”.
Questo inverno si riparte con una nuova edizione di Neve Natura, per il mese di febbraio. Ecco i numeri dell’ultimo anno: 1368 alunni dal 5 febbraio al 15 marzo, 28 istituti scolastici delle province di Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Lucca, Pisa, Massa Carrara e La Spezia.
Considerati i trend registrati negli anni si può sostenere che lo sviluppo di un modello vincente dal punto di vista turistico e didattico durante il difficoltoso inverno appenninico senza sci e senza impianti sportivi è un’alternativa possibile.