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Cultura

"Montuosità" e "montanità" sono la stessa cosa? No, e comprenderlo significa capire le nostre montagne: "Spazio di vita e cultura, complesso mosaico di cui l’uomo è chiamato a essere custode"

Per la Giornata internazionale delle Montagne il geografo dell'Università di Padova e membro del Comitato scientifico de L'AltraMontagna Mauro Varotto propone una riflessione sui concetti di "montuosità" e "montanità", consigliando inoltre la visione di una serie, in quattro puntate, dedicata dal magazine universitario "Bo Live" alle Dolomiti

di
Mauro Varotto
11 dicembre | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Oggi 11 dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale delle Montagne: una data lanciata in corrispondenza della cerimonia di chiusura, proprio l’11 dicembre 2002, del primo Anno Internazionale delle Montagne promosso dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

 

Da allora, la giornata è diventata una ricorrenza fissa dedicata a un tema sempre diverso, ma particolarmente importante per la tutela e valorizzazione degli ambienti montani. Quest’anno l’International Mountain Day (IMD 2024) è dedicato alle “Soluzioni montane per un futuro sostenibile” (Mountain solutions for a sustainable future – innovation, adaptation, youth and beyond), si concentra dunque sulle capacità della popolazione montana di essere modello di sostenibilità anche per realtà che vanno oltre il perimetro dei rilievi, attraverso un triplice approccio: innovazione, adattamento e partecipazione dei giovani.

 

Il perno semantico attorno a cui ruota la Giornata è dunque la montanità, non la montuosità. Questo richiamo alla dimensione abitata, culturale e sociale della montagna sembra giungere al momento giusto, mentre la nuova Legge sulla Montagna varata dal Governo italiano si propone di ridefinire il perimetro dei territori montani: un perimetro da sempre imperniato esclusivamente sulla montuosità, con buona pace delle intenzioni del geologo e padre costituente Michele Gortani, l’artefice dell’emendamento inserito nell’articolo 44 della Costituzione a favore delle zone montane, concepito all’interno di una più ampia questione agraria e sociale, non certo naturalistica o morfologica.

Il tema della Giornata di quest’anno non solo ci riporta allo spirito originario dell’attenzione per la montagna dei Padri costituenti, ma riconosce nella presenza umana in quota la capacità di una gestione efficace per adattarsi ad ambienti difficili, ridurre la povertà e al tempo stesso preservare il patrimonio naturale e culturale ereditato. Tali soluzioni hanno tenuto insieme adattamento e innovazione, anche qui sfatando lo stereotipo di una montagna immobile, statica, arretrata, ancorata al passato, in contrapposizione ad una dimensione urbana esterna ed estranea alla montagna stessa, caratterizzata da mobilità, progresso, proiezione al futuro. È uno schema interpretativo, quasi una illusione ottica, piuttosto diffuso, che tuttavia negli ultimi tempi sembra registrare segni di cedimento. L'innovazione deve ritrovare il suo posto anche in montagna e in un rinnovato rapporto con la pianura e le città: si tratta di una componente essenziale per affrontare le sfide del futuro e i cambiamenti del territorio, così come l'adattamento diventa fattore determinante per garantire un dialogo con la specificità degli ecosistemi e degli ambienti montani. Infine, la partecipazione attiva dei giovani è il motore essenziale, che deve garantire la sostenibilità a lungo termine delle soluzioni escogitate, ponendo al centro un lavoro dignitoso, una occupazione di qualità, la formazione e opportunità imprenditoriali improntate ad un uso sostenibile delle risorse.

 

Le montagne non sono dunque solo gioielli naturali da custodire gelosamente, sono la casa del 15% della popolazione mondiale, forniscono acqua dolce per la vita quotidiana della metà dell'umanità sulla Terra e ospitano circa la metà degli hotspot di biodiversità del mondo. Presenza umana e tutela delle risorse naturali non possono essere considerate in opposizione.

Venendo alle montagne a noi più vicine, proprio in queste settimane la redazione del Bo Live dell’Università di Padova ha lanciato una nuova serie in quattro episodi dedicata alle Dolomiti, tra le montagne più iconiche del pianeta. Anche qui la montuosità fa da sfondo, mentre protagonista è piuttosto la gestione umana del patrimonio di foreste, ghiacciai, acque, in un’epoca di profondi cambiamenti determinati dal riscaldamento globale da noi stessi indotto. Studiosi, studiose ed esperti che fanno ricerca, vivono e conoscono profondamente la montagna rispondono ad una domanda cruciale: quali sono le nostre responsabilità nei confronti del territorio montano e nei processi di trasformazione in atto? E quali “soluzioni per un futuro sostenibile”, tra adattamento e innovazione, indicare ai giovani che intendono continuare a lavorare e vivere in montagna senza stravolgerne l’essenza?

 

Gli episodi della serie (il primo dedicato alle foreste, uscito il 7 dicembre, è già visibile qui, il secondo dedicato ai ghiacciai è in uscita il 14 dicembre, il terzo dedicato ai torrenti e al ciclo dell’acqua il 21 dicembre, il quarto ed ultimo episodio dedicato al “racconto della montagna” il 28 dicembre) ci accompagneranno alla fine di quest’anno per tutto il mese. Questa serie permetterà così di declinare localmente il tema della Giornata internazionale delle Montagne partendo da un punto fermo: le Dolomiti non sono solo un eccezionale patrimonio geologico ad uso e consumo turistico, sono vita e cultura, sono un complesso mosaico di cui l’uomo è chiamato a essere custode; prima di tutto prendendo coscienza delle responsabilità e degli impatti generati, che continuano a ripercuotersi nel presente e pregiudicano il futuro di chi verrà dopo di noi; poi, essendo consapevoli dell’opportunità che la montagna ci offre di girare pagina, smettendo di voltarle le spalle lasciandola nella sua "naturale" solitudine. 

 

Il trailer della serie:

 

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