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Cultura

Mario Rigoni Stern e Tina Merlin: luci rassicuranti per non perdere la rotta

Oggi, 8 gennaio 2024, viene ufficialmente inaugurato L'AltraMontagna, il nuovo giornale online dedicato alle Terre Alte.
Mario Rigoni Stern e Tina Merlin, importanti esponenti della letteratura e del giornalismo dello scorso secolo, tutt'oggi rappresentano due fari a cui il progetto vorrebbe mirare.

di
Pietro Lacasella
07 gennaio | 21:05
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

 

È una linea sottile a scandire il ritmo del tempo. 
La stessa linea che l'acqua di un torrente incontra scivolando su una nuova pendenza: a volte accelera, inghiottita dal vuoto, a volte prende fiato tra i prati più dolci.

A indirizzare il mio sguardo sulle terre alte sono stati soprattutto due importanti esponenti della letteratura e del giornalismo dello scorso secolo: Mario Rigoni Stern e Tina Merlin.

 

Nelle pagine dello scrittore altopianese, lo sviluppo verticale delle pareti che andavo inseguendo, affamato di alpinismo, diminuisce per cedere il passo a un terreno d’indagine altrettanto complesso e interessante: la montagna vissuta. Nella narrativa di Rigoni Stern incontriamo infatti il dialogo millenario tra uomini e territori, dove i primi hanno sempre cercato di interpretare i secondi a partire dalle proprie convinzioni culturali. Convinzioni culturali che, negli ultimi decenni, hanno spesso superato il senso della misura e del limite. Una piega anomala da cui lui stesso ci ha spesso messo in guardia. 
In Rigoni Stern, dunque, la montagna non è solo un diaframma capace raffinare i pensieri, bensì un frammento di mondo, con le sue sfumature poetiche e con quelle più opache. 

 

Tina Merlin, con i suoi scritti, diffonde la consapevolezza che, per camminare nel mondo senza soffrire di vertigini, è necessario calibrare ogni passo. È molto semplice, infatti, calpestare il fango dell’indifferenza e del menefreghismo.

Le sue pagine accendono i riflettori sulle politiche sociali ed economiche che hanno portato al pressoché totale spopolamento delle località alpine esterne rispetto alle traiettorie del turismo di massa. 

La giornalista bellunese educa all'indignazione, quella sana, capace di seminare etica civile nella società.

Non è mai piacevole indignarsi, non è mai piacevole andare incontro a un sicuro turbamento emotivo. Eppure a volte bisogna farlo, bisogna affrontare scritti come quelli di Tina Merlin: è infatti grazie a giornalisti come lei se oggi possiamo evitare di inciampare sugli sbagli che in passato hanno segnato i territori montani con cicatrici indelebili.

 

Mario Rigoni Stern e Tina Merlin: due linee delicate che non saprei dire se abbiano accelerato oppure rallentato il ritmo mai uguale del tempo. Sicuramente, però, l'hanno influenzato in modo positivo. Per questo motivo mi piacerebbe pensarli come due importanti fari a cui L'AltraMontagna vorrebbe mirare: luci rassicuranti per non perdere la rotta.

 


A sinistra Mario Rigoni Stern (foto di Giuseppe Mendicino) a destra Tina Merlin.

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