IL VIDEO. Intervista di Marco Paolini a Mario Rigoni Stern: un film per accompagnare un giorno di neve
Quello di Mario Rigoni Stern è il primo di una serie film-Ritratti a cura di Carlo Mazzacurati e Marco Paolini. Un contenuto da vedere (o da rivedere) in un giorno di neve
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
La neve sta pennellando di bianco diverse località alpine. Una sospensione del tempo che può invitare a riflettere, a seguire nuove tracce culturali, nuovi stimoli, nuove suggestioni, o a riprendere contenuti o autori che hanno contribuito a calibrare il nostro sguardo sul mondo.
Mario Rigoni Stern è senza dubbio un punto di riferimento per tanti abitanti dei territori montani, ma anche per chi li frequenta in modo sporadico. Così, in questa giornata di neve, ci sentiamo di consigliarvi Ritratti, un film di Carlo Mazzacurati e Marco Paolini (QUI VIDEO)
Nell'arco di tre giornate Mario Rigoni Stern narra a Marco Paolini la sua vita. La prima giornata, dopo una breve introduzione che ci racconta la formazione sentimentale di un bambino cresciuto tra le montagne, è totalmente dedicata al racconto della giovinezza, tra il ’38 e il ’45, come soldato nella seconda guerra mondiale.
La seconda giornata è dedicata al tempo del ritorno e al difficile reinserimento nella vita normale. Si parla anche dell’Altipiano dei Sette Comuni come luogo emblematico, microcosmo totale, di cui Rigoni Stern è voce e coscienza.
Nella terza giornata, rispondendo alle domande di Marco Paolini, Mario Rigoni Stern riflette su questo presente, parla di natura, memoria e responsabilità. Della gioia che dà un lavoro ben fatto, sia esso manuale che intellettuale.
Questo ritratto è anche la storia di un incontro tra un uomo, che ha tanta vita dietro le spalle, e un uomo più giovane, che vive nel presente, ma ha bisogno di capire ciò che prima è stato.
Così il regista Carlo Mazzacurati ha raccontato il progetto Ritratti:
“Ritratti nasce dal bisogno di incontrare uomini abitualmente appartati, lontani dal clamore dei media. Sono occasioni che vorremmo definire utili: per capire, per sapere.
Come quando le tribù, nei momenti difficili, si sedevano attorno ad un fuoco e interrogavano i saggi, gli sciamani.
Quello di Mario Rigoni Stern è il primo di una serie di tre, tutti della stessa durata, cinquanta minuti circa, che comprende anche un ritratto ad Andrea Zanzotto e uno a Luigi Meneghello.
Abbiamo scelto di realizzarli in pellicola perché ci sembra che la vita così sia più intrappolabile, le parole non sfuggano via, e l’aria che passa tra chi fa la domanda e chi risponde, piena di luce.
Mario Rigoni Stern ha vissuto questo secolo come un personaggio omerico, con la stessa pazienza, lo stesso coraggio, la stessa speranza in un disegno. I suoi occhi, il suo sguardo sono puri come la neve, ne hanno la stessa limpidezza, lo stesso candore. È un uomo di montagna abituato a camminare, e camminando ha attraversato in lungo e in largo questo martoriato continente. Come un padre mitico ha sempre avuto al primo posto della sua scala etica il senso di responsabilità. Non ha mai abbandonato nessuno lungo il suo cammino, che fossero soldati amici o nemici, o persone perdute tra le montagne. Se li è caricati sulle spalle e li ha riportati a casa.
Ciò che non ha potuto portare indietro ha deciso di raccontarlo, per non dimenticare”.
In un passaggio dell’intervista Marco Paolini domanda allo scrittore Asiaghese un pensiero anarchico.
“Un pensiero anarchico … - ripete a bassa voce Rigoni come per raccogliere i pensieri - ... Mah, per quanto mi riguarda vorrei andarmene per l'eternità in giro per il bosco con un paio di sci".