(IL VIDEO) "Attenti al lupo non è solo un avvertimento di tipo materiale, ma anche psicologico e culturale. Significa far proprio il salvatico che ci circonda"
Selvatico, domestico, salvatico è il titolo del prossimo appuntamento di "R-Evolution Green”, il ciclo di incontri al Teatro Verdi di Pordenone dedicati a una nuova visione della Montagna, curato da Mauro Varotto. L'evento di mercoledì 4 dicembre, alle ore 18, vedrà l’intervento di Daniele Zovi e Verdiana Camilla Morandi, che offriranno una riflessione su coesistenze, scontri, diffidenze che nascono dal rapporto tra domestico e selvatico. In questo video, Marco Albino Ferrari introduce il tema della serata
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Prosegue “R-Evolution Green”, il ciclo di cinque incontri al Teatro Verdi di Pordenone dedicati a una nuova visione della montagna curato da Mauro Varotto, docente di geografia dell'Università di Padova e membro del Comitato Scientifico de L'AltraMontagna.
La rassegna (qui il programma) propone una “inversione dello sguardo” sulle aree montane, superando l’approccio urbano e turistico per esplorarne il significato più profondo e complesso, attraverso le voci di esperti, scrittori, climatologi e storici. Negli incontri si parla di una Montagna viva e mutevole, un luogo che connette urbano e rurale, tradizione e innovazione, capace di mantenere una forte attenzione all’ambiente e all’uomo.
Gli appuntamenti, ospitati nel Ridotto del Verdi di Pordenone alle ore 18.00 un mercoledì al mese, da novembre a marzo, sono sostenuti da importanti istituzioni locali, come Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli e Camera di Commercio Pordenone-Udine, e godono del patrocinio di enti come Fondazione Dolomiti Unesco.
Il secondo incontro, previsto per mercoledì 4 dicembre, si intitola “Selvatico, domestico, salvatico: diffidenze, scontri, coesistenze” e vedrà l’intervento di Verdiana Camilla Morandi, fondatrice di Appia – Rete Italiana della pastorizia e di Daniele Zovi, scrittore ed ex forestale.
Il rapporto tra domestico e selvatico è antico come il mondo e alimenta da sempre leggende, pregiudizi, diffidenze, scontri violenti e coesistenze. Dopo secoli di declino, anche in ragione di dinamiche di spopolamento e abbandono che hanno ridotto la presenza umana in quota, oggi gli animali selvatici riconquistano spazio e tornano a popolare la montagna, superando i perimetri in cui erano stati confinati. Quello con il selvatico e la wilderness non è solo un recinto fisico, è un confine culturale che ci interroga sulla nostra idea di natura e sulle sfere valoriali del domestico e del selvatico. Senza cadere in facili semplificazioni e posizioni ideologiche, il confronto tra due profondi e diretti conoscitori di animali selvatici e mondo pastorale ci aiuterà a illuminare le situazioni concrete di un fenomeno ambivalente e complesso, per orientare i nostri comportamenti e immaginare un punto di equilibrio per la montagna del futuro.
A introdurre il tema della serata è Marco Albino Ferrari con un breve monologo che riportiamo di seguito.
"Chi non conosce la favola di Cappuccetto Rosso e del lupo cattivo? Deriva dalla tradizione orale europea e ha numerose varianti, alcune senza lieto fine. Furono poi i fratelli Grimm a metà Ottocento che aggiunsero il cacciatore che salva Cappuccetto Rosso e la nonna. Il tema delle vittime estratte dalla pancia dell’animale è antichissimo e indica il pericolo insito nella natura: ricordiamoci Giona, per esempio, nella Bibbia, o anche Geppetto che escono sani e salvi dalla balena.
Sull’orlo dell’estinzione, il lupo, agli inizi degli anni Settanta, ha poi riguadagnato terreno grazie allo spopolamento, grazie a leggi di tutela, grazie all’immissione in natura di animali a scopo venatorio.
Oggi, il lupo è presente un po’ ovunque sulle nostre montagne. Così la dimensione selvatica si avvicina, a volte si fonde alla dimensione domestica.
E questa fusione, questa somma, Mario Rigoni Stern la chiamava Salvatico. Il Salvatico a volte è un problema, perché è ambivalente e richiede cautela. Non cautela fisica e basta. Attenti al lupo non è solo un avvertimento di tipo materiale, ma anche psicologico e culturale. Significa far proprio il salvatico che ci circonda".