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Cultura

Come intrecciare patrimonio culturale e turismo sostenibile in montagna? Il caso delle lingue di minoranza nelle Alpi

Le Alpi custodiscono numerose lingue, comprese diverse varietà dialettali: "Verba Alpina", il progetto promosso dall’Università di Monaco LMU, conta quasi 130 dialetti, ma alcuni studiosi sostengono che sia in realtà impossibile quantificarli con precisione, dal momento che ogni comune presenta delle caratteristiche proprie. Le lingue di minoranza alpine possono innescare formule turistiche sostenibili

di
Serena Lonardi
02 aprile | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Nelle Alpi ci sono dei paesi dove “finisce la strada e inizia la poesia”, in cui l’isolamento geografico e infrastrutturale fino al secondo dopoguerra hanno garantito il mantenimento, nei secoli, dialcuni elementi del patrimonio culturale, come la lingua.

 

Le Alpi custodiscono numerose lingue, comprese diverse varietà dialettali: Verba Alpina, il progetto promosso dall’Università di Monaco LMU, conta quasi 130 dialetti, ma alcuni studiosi sostengono che sia in realtà impossibile quantificarli con precisione, dal momento che ogni comune presenta delle caratteristiche proprie. Inoltre, le lingue minoritarie si differenziano dalle lingue ufficiali di uno Stato e sono spesso parlate da gruppi numericamente inferiori rispetto alla popolazione di quel paese.

Il paesaggio riflette la varietà linguistica delle Alpi. Ad esempio, entrando a Giazza/Ljetzan, una frazione del comune di Selva di Progno in provincia di Verona, si può notare un cartello che dice Sait bouken kan Ljetzan, benvenuti a Giazza. Dalla maggior parte degli studiosi viene considerata una lingua germanica, originata dalla migrazione di una popolazione bavarese nel Veneto nord- occidentale e nel Trentino meridionale. Infatti, la stessa lingua, seppur con delle piccole varianti, può essere letta e sentita a Luserna/Lusérn in provincia di Trento dove la maggioranza della popolazione residente la usa ancora quotidianamente.

Queste lingue sono state studiate da diverse ricerche che ne analizzano la vitalità, l’uso da parte di tutte le generazioni e la percezione da parte della comunità locale. Oltre il già citato Verba Alpina, si possono notare, ad esempio, AlpiLink con l’obiettivo di promuovere e indagare le lingue minoritarie germaniche e romanze e i dialetti parlati nelle regioni alpine italiane. Un altro progetto interessante è Progetto Clam, che indaga l’uso delle lingue di minoranza e la loro percezione nella provincia nei comuni germanofoni della Provincia di Trento e nei comuni ladini storici delle Province di Trento, Bolzano e Belluno.

L’attenzione verso questo aspetto del patrimonio culturale ha recentemente abbracciato anche altre discipline, al di là di quella puramente socio- o storico-linguistica. Infatti, alcuni studi in ambito turistico hanno dimostrato che l’interesse verso la cultura di un luogo rimane il motivo principale di viaggio, con un interesse sempre maggiore verso il le tradizioni e altri aspetti del patrimonio immateriale, quindi anche le espressioni orali e il linguaggio. Inoltre, sembra che i turisti siano sempre più interessati alle aree interne del nostro Paese e alle minoranze. Le comunità di minoranza possono quindi, con la propria cultura, compreso il patrimonio immateriale, differenziare e rendere più attrattiva la propria destinazione e più autentica e memorabile l’esperienza turistica. Infatti, le lingue di minoranza, vengono considerate dai turisti parte fondamentale dell'ambiente naturale e storico della destinazione.

La letteratura sottolinea inoltre che il turismo può avere impatti positivi sulla comunità locale in un’ottica di sviluppo sostenibile. Questi impatti non riguardano solo l'aspetto economico, ma anche l’aspetto socio-culturale, come il mantenimento linguistico, particolarmente importante nel caso di lingue minoritarie spesso minacciate di estinzione. Il turismo, con il suo crescente numero di visitatori provenienti da fuori della comunità e genuinamente interessati alle tradizioni locali, ha suscitato non solo un aumento del senso di orgoglio e identità, ma anche concretamente il desiderio dei membri della comunità di apprendere di più sul proprio passato e sul proprio patrimonio culturale, compresa la lingua. Tuttavia, è importante notare che gli impatti del turismo sulla comunità locale possono anche essere negativi. Tra questi la letteratura cita, ad esempio, la
necessità di adottare la lingua nazionale o globale, che può contribuire alla minaccia di estinzione linguistica, oltre a concreti rischi di stereotipizzazione della lingua.

 

In un’ottica di sostenibilità socio-culturale, il coinvolgimento della popolazione deve rimanere in primo piano. La comunità locale deve essere parte attiva in tutte le fasi dello sviluppo della destinazione: pianificazione e decision making, promozione e marketing della destinazione, esperienze turistiche in loco, e redistribuzione equa di benefici e costi del turismo. Il coinvolgimento della comunità locale garantisce la presentazione di una cultura autentica, così come l'educazione appropriata dei turisti, contribuendo quindi alla sostenibilità culturale.

Oltre alla conservazione delle lingue di minoranza, il turismo in queste località può contribuire allo sviluppo sostenibile anche grazie al decongestionamento e destagionalizzazione dei flussi, dal momento che si tratta di aree non solitamente battute dal turismo di massa (questo non è vero sempre, si veda ad esempio la comunità ladina del Trentino-Alto Adige e Veneto) e attività che possono essere svolte anche in bassa stagione.

 

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