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Attualità

Ritorna in Senato il "DDL Montagna". Dalla sanità ai bacini idrici, ecco i punti principali della normativa in discussione

In Senato sono approvati per la discussione e per le audizioni tre disegni di legge che riguardano i territori e i servizi montani, attualmente ancora sprovvista di provvedimenti legislativi dedicati. Analizzando i testi dei ddl è possibile individuare alcuni elementi essenziali della nuova normativa che sarà discussa nei prossimi mesi, capirne benefici e criticità 

di
Michele Argenta
19 maggio | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

In Senato sono approvati per la discussione e per le audizioni tre disegni di legge che riguardano i territori e i servizi montani, attualmente ancora sprovvista di provvedimenti legislativi dedicati. 

Si tratta del testo del Governo, 1054 (Calderoli), “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane”, del ddl 276 (Gelmini), “Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane” e del ddl 396 (Borghi), “Disposizioni per la modernizzazione, lo sviluppo, la tutela e la valorizzazione delle zone montane. Delega al Governo per l’introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ecosistemici e ambientali”.

 

Analizzando i testi dei Ddl è possibile individuare alcuni elementi essenziali della nuova normativa che sarà discussa nei prossimi mesi

Innanzitutto bisogna definire cosa si intende per comune montano. Secondo la definizione dell’ Istituto nazionale di statistica (ISTAT), i comuni montani sono definiti tali se hanno almeno l’80% della superficie del comune situata al di sopra dei 600 metri sul livello del mare, se la differenza tra l’altimetria superiore e l’altimetria inferiore è superiore ai 600 metri e se il reddito imponibile medio per ettaro è inferiore alle 2.400 lire (i prezzi fanno riferimento agli anni 1937-1939). Le disposizioni del ddl si applicano quindi ai soli comuni che rientrano nella definizione sopra citata, in base ai parametri altimetrici ed economici.

 

Qui sotto riportiamo i punti principali, ma non esaustivi, dei ddl sopra menzionati.

 

Programmazione strategica

La strategia per la montagna italiana (SMI) è alla base dei disegno di legge. Tale strategia definisce le “priorità e le direttive delle politiche per le zone montane al fine di promuovere la crescita e lo sviluppo economico e sociale dei territori montani, la possibilità di accesso alle infrastrutture digitali e ai servizi essenziali, con prioritario riguardo a quelli socio-sanitari e dell'istruzione, la residenzialità, le attività commerciali e gli insediamenti produttivi nonché il ripopolamento dei territori”. Per poter applicare la SMI, i finanziamenti saranno stanziati dal “Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane”, definito con 100 milioni di euro per il 2022 e 200 milioni a decorrere dal 2023. La SMI prevede già un adeguamento delle disparità montane con lo stanziamento di interventi per 90 milioni di euro nel 2024, e di oltre 100 milioni dal 2025. 

 

Educazione

Gli istituti montani potranno stipulare uno o più accordi di programma con il Ministero dell'università e della ricerca, al fine di promuovere le attività di formazione e di ricerca nei settori strategici per lo sviluppo delle aree montane e per la valorizzazione della specificità dei relativi territori mentre sarà previsto l’utilizzo di forme di insegnamento alternative, anche attraverso le piattaforme digitali per la didattica a distanza per agevolare le aree interne montane dove la mobilità può risultare difficoltoso dal punto di vista del trasporto pubblico o dalle condizioni meteo.

 

Sanità

I ddl presentati prevedono un punteggio doppio per procedure concorsuali per chi lavora in ambito sanitario in contesti montani. È previsto un contributo sotto forma di credito d'imposta per la locazione o l’acquisto di immobili per i lavoratori del settore sanitario. Mancano ancora dei supporti per evitare la chiusura di reparti o per l’incentivazione allo studio di discipline mediche oppure il contenimento dei servizi nella sfera dei servizi pubblici anziché quelli privati.

 

Gestione del territorio

La gestione del territorio implica l'identificazione, il recupero, e l'uso oculato dei sistemi agrosilvopastorali montani, nonché la valorizzazione di tali risorse. Inoltre, si mira a promuovere la certificazione delle foreste e a favorire la formazione di associazioni tra proprietari e affittuari, nel rispetto delle normative vigenti in materia forestale.

Al fine di affrontare i cambiamenti climatici e le sfide legate alla disponibilità di risorse idriche nelle zone montane, il ddl prevede di condurre attività di monitoraggio e ricerca sul comportamento dei ghiacciai e sulle loro caratteristiche morfologiche nel corso del tempo. In aggiunta, potranno essere realizzate strutture quali casse di espansione, vasche di laminazione e bacini idrici per sostenere l'agricoltura, prevenire incendi e favorire l'attività turistica, compreso l'utilizzo di innevamento artificiale. Proprio quest'ultimo punto, quello della gestione idrica, potrebbe rivelarsi un boomerang politico ed economico se non affiancato ad una serie di valutazione delle opere sulla base dei dati esistenti e delle proiezioni climatiche. 

 

Rifugi

Un articolo del ddl è riservato al concetto di rifugio con scritto che “sono considerati rifugi di montagna, fatte salve le specifiche definizioni contenute in leggi regionali, le strutture ricettive ubicate in zone di montagna, finalizzate alla pratica dell'alpinismo e dell'escursionismo,  organizzate per dare ospitalità e possibilità di sosta, ristoro, pernottamento e servizi connessi”. Il dibattito degli ultimi mesi attorno al concetto di rifugio potrebbe diventare parte integrante di questo punto con la differenziazione tra gli “chalet gourmet” e le formule più classiche di ospitalità montana.

 

Professioni della montagna

La SMI prevede l’inserimento di alcune professioni montane, oltre alle già consolidate professioni di guida alpina, aspirante guida alpina, accompagnatore di media montagna, guida vulcanologica o gestore di rifugio, quali presìdi per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio montano. Per i giovani lavoratori montani e per limitare lo spopolamento delle terre alte, il ddl prevede degli incentivi fiscali per le nuove attività aperte da under-41 anni o per agevolare il lavoro agile “quale modalità ordinaria di esecuzione della prestazione lavorativa”. Negli anni dopo la pandemia, il lavoro da remoto può essere una delle opportunità per riportare i giovani ad abitare le aree interne e per iniziare a ripristinare i servizi essenziali alla comunità.

 

Sarebbe interessante vedere integrati in questi ddl anche alcuni argomenti che stanno emergendo negli ultimi anni, quali il potenziamento del trasporto pubblico locale, l'accesso ai servizi anche in ottica di migrazioni climatiche interne o una gestione fiscale specifica per alcuni settori, come l'artigianato o la gestione territoriale, attualmente in grave sofferenza di personale. 

Nei prossimi mesi seguiremo l'evolversi della discussione di questi disegni di legge, dalla loro discussione alle eventuali modifiche. 

 

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