Le opere olimpiche di collegamento in Valtellina non saranno pronte per il 2026. Malagò smentisce Fontana e i valtellinesi possono iniziare ad aspettare
Nel piano di Simico delle opere olimpiche erano state previste delle integrazioni di tipo infrastrutturale (con interventi sia sul trasporto su gomma che sul trasporto su ferro) che avrebbero dovuto essere pronte per il 2026. Il presidente del CONI Giovanni Malagò pochi giorni fa ha dichiarato: "Se mi si chiede se tutte le opere di collegamento tra Milano e la Valtellina saranno ultimate nel 2026? Ecco, no. Non è possibile" smentendo così il governatore Attilio Fontana
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Andare da Milano in Valtellina è un atto di fede. In auto si rischia di rimanere imbottigliati lungo il lago oppure all’ingresso delle città. In treno, quando i treni sono puntuali, ci si impiega circa 2 ore e mezza per la tratta Milano-Tirano. A voler raggiungere Bormio o Livigno, dove si svolgeranno le gare olimpiche tra poco meno di due anni, il viaggio si fa su un autobus che ci impiega altre due ore.
Dal villaggio olimpico meneghino alle piste di sci lombarde il vero collo di bottiglia sono le infrastrutture esistenti. Per questo motivo nel piano di Simico delle opere olimpiche erano state previste delle integrazioni di tipo infrastrutturale (con interventi sia sul trasporto su gomma che sul trasporto su ferro) che avrebbero dovuto essere pronte per il 2026. Da Abbadia Lariana per arrivare alla tanto contestata tangenzialina di Bormio, passando per gli svincoli di Sondrio, la mobilità in Valtellina sarebbe dovuta cambiare profondamente in vista delle Olimpiadi. Quelli che il governatore Attilio Fontana ha definito, durante un intervento a Ponte in Valtellina il 19 aprile 2024, “interventi che miglioreranno la qualità della vita del territorio e di tutta la nostra regione, un’eredità importantissima”. Continua Fontana: “Le Olimpiadi sono un grande evento e momento di visibilità generale per la Valtellina e l’Italia. Dobbiamo arrivare pronti. Sarà una manifestazione che darà lustro ai nostri territori".
Le dichiarazioni di Fontana sono state in qualche modo smentite dal presidente del CONI Giovanni Malagò qualche giorno dopo, durante un evento al Salone del Mobile di Milano, dove ha dichiarato: "Non è il mio mestiere, perché io mi devo occupare dell'evento ma se mi si chiede se tutte le opere di collegamento tra Milano e la Valtellina saranno ultimate nel 2026? Ecco, no. Non è possibile".
Per ora i momenti di grande visibilità internazionale sembrano solo appannaggio della politica mentre i territori sono investiti da un numero notevole di canteri la cui fine non sembra ancora delineata, almeno non prima del 2026. Alcune opere, come la tangenzialina di Bormio, sono state luogo di scontro tra i residenti e l’amministrazione comunale (la tangenzialina riproposta dalla sindaca attuale avrebbe tagliato in due i prati della piana dell’Alute per arrivare direttamente all’imbocco delle piste da sci) altre opere, tra cui i potenziamenti delle linee ferroviarie e la sistemazione di tratti di statale lungo la Valtellina, sono attese dalla popolazione che, ad oggi, non ha ancora certezze.
Basta spostarsi di qualche centinaio di chilometri per avere un’anticipazione di quello che potrebbe succedere nei prossimi anni: la variante di Longarone, che sarebbe dovuta essere pronta per i Mondiali di Sci del 2021 (Covid permettendo) è ancora in fase di cantiere, mentre i longaronesi si devono temporaneamente arrendere ad una viabilità sottosopra.
Ora è il turno dei valtellinesi che devono aspettare e sperare che le infrastrutture, promesse per febbraio 2026, possano vedere un giorno la luce.