Contenuto sponsorizzato
Attualità

Vini d'alta quota, dalle miniere d'oro ai bunker bellici storia di stagionature sempre più singolari

Sono tante le cantine che scelgono l'alta quota per ''affinare'' soprattutto vini bianchi. Su tutte la cantina di Termeno che il suo Epokale lo lascia nella suggestiva miniera di Monteneve per un prodotto capace di ottenere 100 centesimi da Wine Advocate, primissimo punteggio massimo riscosso tra i bianchi italiani

di
Nereo Pederzolli e l'AltraEnogastronomia
07 aprile | 15:00

Bottiglie di vino decisamente quotate. Non solo per il loro valore intrinseco, per la qualità e l’affidabilità del vino che contengono, pure per l’insolita procedura d’affinamento: vengono posizionate in giacimenti rocciosi con le vette d’alta montagna trasformate in simbolici custodi. Vino in alta - e d’alta - quota. E non è solo una stramberia. La praticano numerose cantine alpine, solitamente aziende che hanno l’alta montagna come sfondo scenografico ai loro vigneti. Il vino viene ''affinato'' lassù, fino quasi ai 3000 metri d’altitudine, qualche bancale di bottiglie di vino, generalmente di vino bianco, anche se non mancano singolari stagionature di rossi corposi o quelli che racchiudono suadenti bollicine.

 

Tra i primi a sperimentare l’affinamento in quota, i cantinieri altoatesini. Questione di facile accostamento, le Dolomiti nell’identità del loro territorio vitatole scalate verso le vette. E le sfide a rendere il vino memorabile. Ecco allora l’Epokale, un Traminer aromatico della cantina di Termeno, custodito nella suggestiva miniera di Monteneve, oltre 2000 metri di quota, in Val Ridanna. Bottiglie preziose che trovano ospitalità nei cunicoli di una miniera - ora dismessa - dove un tempo si scavava l’oro. Scelta più che appropriata. Per rendere questo vino bianco aromatico decisamente esclusivo, talmente pregno di carattere da ottenere 100 centesimi da Wine Advocate, primissimo punteggio massimo riscosso tra i bianchi italiani. Merito dell’affinamento in quota? Sicuramente la scelta di farlo riposare in miniera ha contribuito ad esaltarne le sue intrinseche potenzialità organolettiche.

 

Vino dunque per un cambio epocale. Al punto che molti altri vignaioli hanno attuato sperimentali giacimenti alpini.

 

Elena Walch, imprenditrice di Termeno, ha sfruttato un vecchio bunker bellico a circa 2000 metri di quota. Stessa procedura per la Kellerei San Paolo, spumantista della stessa zona, con il Preclarus. Poi altri intraprendenti cantinieri hanno pensato pure di selezionare vini di diverse cantine italiane, sistemarli in appositi contenitori, trasferendoli in varie zone sistemandoli però rigorosamente sotto cunicoli di neve, igloo come cantine. Progetto chiamato Vini d’Altura, vini trasferiti a 2 mila metri nel Parco Nazionale del Gran Sasso, nei mesi che precedono le nevicate. Bottiglie custodite in speciali contenitori e sistemate appunto in igloo.

 

In Valle d’Aosta le Guide alpine di Courmayeur hanno trasformato il rifugio Monzino in una ‘maison’ di stampo francese, elaborando uno spumante metodo classico non a caso chiamato ‘Cuvèe des Guides’. E’ l’ebbrezza dell’altitudine. Scaturisce pure da un vitigno decisamente d’alta montagna, il Priè Blanc, bottiglie trasferite ancora più in alto, a 2173 metri, con le Funivie Monte Bianco al Pavillon. Spumante d’assoluto vertigo, selezionato dai più esigenti ristoratori stellati, non solo italiani. Nella sfida verso le vette si cimentano tante altre cantine, operando quasi in sordina, per capire giovamenti al vino, per stimolare i consumatori più accorti a cimentarsi con nuove sensorialità. In Trentino hanno trasportato alcune botti piene di Marzemino nei rifugi dolomitici più suggestivi - al Fuciade, sotto Cima Uomo, alta val di Fassa - mentre gli Endrizzi - cantina di San Michele all’Adige - sperimentano l’affinamento di spumante classico in una trincea bellica verso Passo Tonale.

 

Decisamente proiettato verso le cime più ardite è pure l’azione della storica Negri, cantina valtellinese del Gruppo Italiano Vini, che ha riparato uno stock dei suoi vini a ben 3000 metri. Per farlo ha coinvolto Paolo Cognetti, autore del libro ‘Le otto montagne’, personaggio iconico nella cultura delle terre alte. Un dialogo tra letteratura e vitivinicoltura alpina, con la Valtellina protagonista. I dirigenti della Negri hanno individuato a Heaven 3000 una ideale location realizzando una piccola cantina dove sono state poste in affinamento 1.300 bottiglie di Vigna Fracia 2016. Riposerà ancora per 3 anni, per dar lustro a questo vino da uve Nebbiolo. Che sarà stappato in apertura delle Olimpiadi Invernali del 2026.

 

Valorizzare dunque il ‘Nebbiolo di montagna’ coltivato in zona alpina con clima continentale, con escursioni termiche benevoli e decisive, l’alternanza freddo/caldo scandite da montagne che sfiorano i 4 mila metri d’altezza. Fondamentale è il rapporto tra uomo e montagna, non solo in Valtellina. Lo ha ribadito Paolo Cognetti sottolineando come ‘la vita in quota è memoria del rapporto armonioso tra uomo e Natura. Quella che stiamo vivendo oggi, questa crisi ambientale tremenda, è anche il segno di una spaccatura crescente tra Uomo e Terra. Dovremmo imparare dalla memoria contadina - ha sottolineato lo scrittore -in cui questo rapporto era armonioso, era un prelevare dalla natura senza distruggerla, anzi, prendendosene cura. Ma l’agricoltura dove ancora resiste è una delle vie migliori per ritrovare quell’armonia perduta’.

 

Vitivinicoltura alpina e futuro stesso della montagna. La cura dei vigneti sui versanti più arditi diventa coltura indispensabile per guardare al futuro. Perché chi pianta una vite pensa al domani. Interpretando l’evoluzione del mondo enoico. Magari anche trasferendo in alta montagna speciali lotti di bottiglie di vini ‘da gustare nel tempo’.

l'autore
Nereo Pederzolli e l'AltraEnogastronomia

Nato a Stravino, micro-borgo rurale in Valle dei Laghi, tra Trento, le Dolomiti di Brenta e il Garda. Per 36 anni inviato speciale Rai in programmi e rubriche agroalimentari, filmmaker, da oltre 30 anni degusta vini per la guida del Gambero Rosso e ha pubblicato numerosi testi di cultura enogastronomica. È editorialista e colonna del quotidiano online ilDolomiti.it e per l'AltraMontagna racconterà di enogastronomia 'eroica', di Terre Alte ed alte quote, di buon vino e buon mangiare.

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Attualità
| 22 gennaio | 19:45
A New Orleans si è verificata una tra le nevicate più importanti di sempre. "Il sistema climatico è complesso, non possiamo aspettarci che risponda in modo semplice e lineare. In un mondo sempre più caldo non è assurdo che si verifichino locali e temporanei eventi freddi con una frequenza addirittura più alta che in passato"
Attualità
| 22 gennaio | 18:00
La piana del Fucino, in Abruzzo, è uno dei principali poli spaziali europei. L'area è finita sotto i riflettori dei media perché ospiterà il centro di controllo del progetto "Iris2", una delle più importanti iniziative finanziate dall'Unione Europea per sviluppare una rete di satelliti dedicati a fornire connessioni internet sicure ai cittadini europei
Sport
| 22 gennaio | 13:00
Donato al Museo etnografico Dolomiti, è stato esposto dopo un’accurata ripulitura e manutenzione che lo ha portato all'originario splendore
Contenuto sponsorizzato