"Vent'anni di vita spazzati via", l'ex gestore del Pian dei Fiacconi (distrutto da una valanga): "Dopo 4 anni i miei appelli alla politica continuano a rimanere inascoltati"
A parlare è il rifugista Guido Trevisan, che torna a lanciare un appello alle istituzioni: "Sono passati 4 anni dalla valanga che distrusse il rifugio Pian dei Fiacconi. Da allora nessuna e-mail o telefonata dalle istituzioni. Nonostante tutto, la speranza è che le mie parole non rimangano inascoltate: quel terribile incidente si è portato via non soltanto la struttura in quota ma anche 20 anni di vita"
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Sono trascorsi ormai 4 anni dal terribile incidente che ha spazzato via non soltanto il rifugio Pian dei Fiacconi ma anche 20 anni di vita del rifugista Guido Trevisan, gestore della struttura in quota che, da allora, non ha mai ricevuto aiuto, supporto o indennizzo dalla Provincia di Trento: "Ho posto molte domande, ma dalle istituzioni non è arrivata risposta alcuna", spiega, intervistato da Il Dolomiti.
"Nessuna mail o telefonata - ribadisce -. Dalla Provincia c'è stato un silenzio più che totale". A raccontare l'accaduto è proprio Trevisan, gestore per oltre 20 anni del Pian dei Fiacconi prima che la struttura a 2.626 metri di quota sul versante nord della Marmolada venisse distrutta da una valanga a dicembre 2020. Da quel giorno il rifugio non soltanto non ha più riaperto, "ma ha cessato di esistere".
"Se all'inizio l'idea pareva essere quella di ricostruirlo in un altro punto, con il tempo ho capito che il progetto non si sarebbe mai concretizzato", prosegue. In questi 4 anni il rifugista ha ricominciato, accanto alla famiglia, la propria vita nel rifugio Caldenave, ma resta l'amaro in bocca per quanto successo "e per tutto quello che non è stato fatto, quantomeno da parte delle istituzioni".
Un appello alla Provincia di Trento, quello che Trevisan torna a lanciare (e con lui anche Roberta Silva, presidente dell'associazione Rifugi del Trentino, che qualche mese fa aveva scritto al dirigente generale della Protezione civile Raffaele De Col), già proposto lo scorso anno attraverso una lunga missiva che sottolineava come "per accaduti simili alla valanga al Pian dei Fiacconi sono stata fatte scelte politiche con leggi e deliberazioni ad hoc mentre nel mio caso nulla è stato fatto".
In questi anni di logorante attesa il rifugista si è appellato all'assessore Tonina, ha poi chiesto aiuto al dirigente generale della Protezione civile De Col, "che ho chiesto di poter incontrare più volte senza però mai riuscirci".
Il 29 novembre 2023, all'assemblea annuale dei rifugi del Trentino "ho ricordato all'assessore Roberto Failoni che si sono dimenticati di me e del rifugio Pian dei Fiacconi: mi ha risposto che si sarebbe informato e che nel giro di una settimana mi avrebbe ricontattato, ma non si è più fatto sentire - conclude Trevisan -. Per questo, ho deciso di tornare a lanciare l'appello, non soltanto per quel rifugio un tempo molto conosciuto e che ora purtroppo non esiste più ma anche in nome di quei 20 anni di vita scivolati via insieme alla valanga. La speranza è che, questa volta, le mie parole vengano ascoltate".