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Attualità

Valencia prima e dopo l'alluvione: la provincia è sott'acqua. ''Lo spostamento del fiume ha scongiurato una catastrofe nel centro città"

Continua la conta dei danni e delle perdite, umane e non, con il numero delle vittime che ha già superato il centinaio, nella provincia di Valencia, in Spagna, che dal pomeriggio di martedì 29 ottobre è stata colpita da una serie di nubifragi autorigeneranti, e un confronto tra le immagini da satellite della zona prima e dopo l'alluvione permettono di visualizzare a colpo d'occhio l'entità del fenomeno (e dei danni che ha provocato)

di
Sofia Farina
31 ottobre | 16:37
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Continua la conta dei danni e delle perdite, umane e non, con il numero delle vittime che ha già superato il centinaio, nella provincia di Valencia, in Spagna, che dal pomeriggio di martedì 29 ottobre è stata colpita da una serie di nubifragi autorigeneranti, che si sono sviluppati all'interno della stessa depressione che pochi giorni prima aveva interessato il Nord-Ovest italiano, determinando il realizzarsi di eventi alluvionali tra Savona e Genova, in Valle Bormida e in Toscana.

Guardando ai dati dell'Agenzia Statale di Meteorologia della Spagna (Aemet), la precipitazione più intensa è stata registrata a Chiva, nell'entroterra 35 chilometri a Ovest della costa, dove sono piovuti 491,2 millimetri in otto ore (che è un valore che solitamente arriva in un intero anno), di cui 160 millimetri solamente in un'ora. Secondo gli esperti si tratta di un valore tra i più elevati storicamente noti in Europa e nel bacino del Mediterraneo, e del medesimo ordine di grandezza dei 472 millimetri caduti nell'arco di 6 ore a ottobre 2011 in provincia de La Spezia, che hanno poi determinato l'alluvione delle Cinque Terre e della Val di Vara. Come commentano gli esperti di Nimbus: "Sono quantità che nessun territorio, anche se correttamente (e giustamente) manutenuto, può sopportare senza gravi conseguenze".

 

L'entità del fenomeno è ben rappresentata dal confronto tra le immagini satellitari catturate da Landsat-8 satellite e condivise dall'Agenzia Spaziale Europea (European Space Agency -Esa) che mostrano i dintorni della città di Valencia prima e dopo l'alluvione.

Sempre a Nimbus, e quindi alla Società Italiana di Meteorologia, presieduta da Luca Mercalli, è dovuta la spiegazione della storia idrologica di quelle zone. Infatti, come si legge in un approfondimento condiviso dagli esperti, quell'area non è nuova a questo tipo di episodi "essendo anzi tra le zone maggiormente propense allo sviluppo di violenti nubifragi autorigeneranti in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo, insieme alla Catalogna, al Midi francese e alla Liguria, trovandosi alle spalle di un mare caldo che dispensa enormi quantità di energia e vapore acqueo per lo sviluppo dei sistemi temporaleschi, con la complicità di fattori orografici e dinamici locali".

 

Tanto che proprio Valencia, qualche decennio fa, il 14 ottobre 1957 fu teatro di un evento simile, in cui straripamento del fiume Turia che attraversava la città causò ben 81 vittime. In seguito a tale episodio, con una serie di lavori completati nel 1973, l'alveo del fiume venne spostato di 3 chilometri più a sud, allontanandolo dall'area metropolitana e più popolata. Commentano gli esperti: "Stanotte - questo spostamento - ha permesso di scongiurare una catastrofe nel centro di Valencia, dato che il nuovo e ampio alveo ha permesso di smaltire senza grandi problemi una portata di 2000 metri cubi al secondo, a differenza di quanto avvenuto nei dintorni.

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