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Attualità

Quando la montagna abruzzese veniva promossa ''insieme'' a Roma e ''parlava'' al mondo: com'è cambiata la proposta turistica

La comunicazione degli anni 70/80 in Appennino era tutta un’altra storia rispetto a quella dei giorni attuali. I depliant erano scritti in italiano, francese, inglese e in alcuni casi anche in tedesco, tanto che le località della dorsale erano molto ricercate e frequentate dai turisti provenienti dall’estero e a Roma si spiegava come a un passo dalla Città Eterna si poteva trovare una montagna tutta da scoprire

di
Emanuele Valeri
18 dicembre | 17:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Cambiano i tempi e cambiano le priorità legate alle terre alte ed è sempre più forte una visione parcellizzata del territorio con una pianura contrapposta alla montagna che genera un tutti contro tutti che finisce per non aiutare nessuno.

 

L'esempio plastico di come le cose siano cambiate sta nei meccanismi di valorizzazione dei territori e l'Appennino rappresenta cartina di tornasole di questo modus operandi. Un tempo, per esempio, Roma e le montagne abruzzesi venivano promosse insieme. Oggi che le distanze si sono ridotte grazie a strade più veloci, mezzi più potenti, servizi più strutturati, paradossalmente città e terre alte sono quanto mai distanti

 

Ma andiamo con ordine. La comunicazione degli anni 70/80 in Appennino era tutta un’altra storia rispetto a quella dei giorni attuali. I depliant erano scritti in italiano, francese, inglese e in alcuni casi anche in tedesco, tanto che le località della dorsale erano molto ricercate e frequentate dai turisti provenienti dall’estero.

 

In questo documento pieghevole, che fa riferimento alla stazione sciistica di Campo Felice, venivano addirittura date delle indicazioni stradali su come raggiungere la località. Il bacino di utenza principale della storica stazione dell’Altopiano delle Rocche è sempre stato quello dei romani, sebbene in passato queste zone venivano frequentate da moltissimi turisti stranieri che magari nel periodo invernale andavano a visitare poi la stessa Roma e poi con poche ore di macchina raggiungevano il vicino Abruzzo per godere di qualche ora sulla neve.

 

 

In poche righe di sfogliabile era possibile avere una vera e propria promozione del territorio, tanto che all’interno del testo non solo erano presenti le indicazioni stradali ma venivano elencate anche le specialità culinarie della località e dei suoi ristoranti.

 

Per le vie del centro della città di Roma era effettuato quotidianamente del volantinaggio, che veniva accolto gradevolmente dai turisti stranieri che venivano a conoscenza che a poche ore da Roma era possibile passare qualche ora o giorno sulla neve. Da notare anche la qualità delle immagini, oggi molto spesso trascurate e approssimative.

 

Vi era allora un vero e proprio investimento sulla promozione del territorio. Ad esempio tra gli anni '50 e '60 a Rocca di Mezzo e in generale sull’Abruzzo Aquilano, vennero girate alcune scene del film “La Strada” con Giulietta Masina, Anthony Quinn e Richard Basehart. Un film internazionale che ebbe una grande eco anche per i luoghi che mostrava. Negli anni '80, poi, grazie allo sviluppo di Campo Felice, Rocca di Cambio era arrivata ad essere definita “La Cortina dell’Appennino”. Pian piano questa situazione è andata modificandosi nel corso degli anni, specialmente dopo il 2000 quando si è cominciato a puntare sulla vicinanza delle stazioni sciistiche alla città di Roma trasformando l’Appennino centrale, ma in particolar modo le aree di Campo Felice e di Ovindoli, in montagne che vivono di un turismo considerato di “prossimità”.

 

Secondo i dati del Comune dell’Aquila un turista in queste aree dell’Appennino, ma in generale nell’aquilano, non soggiorna più di 1,5 giorni in media. E così durante ogni fine settimana ecco migliaia di turisti arrivano prevalentemente da Roma e da Napoli per poi abbandonare il territorio già nelle ore serali della giornata stessa.

 

Anche a livello di comunicazione nel 2024 quasi tutte le principali attività locali di riferimento hanno sostituito il francese, il tedesco e l’inglese con il solo italiano. Insomma si punta sul turismo interno e sulla quantità, concentrata magari in pochi giorni, più che sulla qualità. L'Appennino è in crisi non solo per la sempre più scarsa presenza di neve, per l'impatto della crisi climatica che costringe a cambiare idee e prospettive, ma anche per una scarsa visione di insieme che si materializza in una comunicazione sempre più carente e una proposta di attività e di infrastrutture incapaci di stare al passo anche solo con il passato che fu.

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