"Hanno rubato diversi libri di vetta, danneggiato targhe commemorative e divelto protezioni metalliche: dov'è finito il rispetto per la montagna?"
La denuncia del Parco nazionale Gran Paradiso: "Episodi riprovevoli, incomprensibili e in contrasto con una sana e rispettosa modalità di fruizione della montagna, ancor più in un'area protetta"
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Hanno rubato diversi libri di vetta in differenti zone del Parco nazionale Gran Paradiso, danneggiato (preziose) targhe commemorative e divelto protezioni metalliche. Questo, il bilancio di quanto successo negli scorsi giorni che ha lasciato i più sgomenti.
Che la maleducazione abbia raggiunto (e continui a raggiungere) anche le quote più alte, purtroppo, non è una novità. Certo è che registrare così tanti atti di vandalismo in una stessa zona non è poi così usuale. Non a caso, si è provveduto a denunciare i fatti anche attraverso i social e a farlo sono stati in particolare gli stessi referenti del Parco nazionale Gran Paradiso, area dove sorgono le vette su cui alcuni escursionisti (se così li si può chiamare) hanno ben pensato di lasciare traccia del proprio passaggio.
"L'ente Parco e la Società Meteorologica Italiana (Nimbus) si uniscono alle denunce dei vergognosi vandalismi che negli ultimi giorni hanno interessato vari manufatti in quota nelle valli del Canavese - si legge in un post pubblicato nelle scorse ore su Facebook - per lo più nel territorio del Parco: asportazione dei libri-firme al bivacco Revelli in Val Soana e in vetta ai monti Colombo (Ribordone), Rosa dei Banchi (Val Soana) e Punta Quinzeina sud (Valle Sacra), talora con danni alle loro protezioni metalliche".
Ma non solo, a questi danneggiamenti si aggiungerebbe anche la "distruzione di targhe commemorative in cima al Monte Colombo e di un quadro in rame dedicato a Giovanni XXIII sulla Rosa dei Banchi. Inoltre, il corpo di sorveglianza del Parco ha accertato che anche il libro-firme del Percorso Glaciologico del Ciardoney, collocato appena un anno fa e riportante già numerose attestazioni di apprezzamento di escursionisti e ricercatori, è stato portato via, insieme al coperchio della sua cassetta metallica".
E concludono, condannando i "riprovevoli episodi": "Si tratta di azioni incomprensibili e in contrasto con una sana e rispettosa modalità di fruizione della montagna, ancor più in un'area protetta".