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1704 ore di lavoro per costruire il futuro dell’Alto Adige. Schwarz: "La Provincia Autonoma di Bolzano ha voluto fare un passo avanti"

​La provincia autonoma di Bolzano ha approvato il “Piano Clima” provinciale che traccia una roadmap da qui al 2040 per la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico integrando anche strategie di adattamento locale in previsione delle sfide future come eventi meteorologici estremi, siccità e inverni rigidi che alternano a periodi di caldo anomalo. Linda Schwarz, rappresentante del Stakeholder Forum per il clima, "nel 2040 la qualità della vita sarà più sostenibile e l'ambiente meno inquinato rispetto a oggi ma l'individualismo continuerà a giocare un ruolo importante"

di
Michele Argenta
22 ottobre | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

La provincia autonoma di Bolzano sta guardando al futuro approvando il “Piano Clima” provinciale che traccia una roadmap da qui al 2040 per la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico (con la mappatura delle emissioni per i settori strategici della provincia) e integra anche strategie di adattamento locale in previsione delle sfide future come eventi meteorologici estremi, siccità e inverni rigidi che alternano a periodi di caldo anomalo. Tra le province alpine italiane, Bolzano fa da apripista con un processo partecipativo che coinvolge tutti i soggetti interessati dalla transizione ecologica. Linda Schwarz, rappresentante del Stakeholder Forum per il clima, ha risposto ad alcune nostre domande.

 

Linda, ci puoi spiegare cos'è e chi coinvolge il forum degli stakeholder? Perché è stato così importante nel processo del Piano Clima dell’Alto Adige 2040?

“Il Piano Clima dell'Alto Adige 2040 è il risultato di un processo di evoluzione delle politiche climatiche precedenti, come il Piano Clima Energia 2011-2020, che si concentrava sulla riduzione delle emissioni di CO2 e sul miglioramento dell'efficienza energetica. Questo piano, pur avendo raggiunto progressi in alcuni settori, come l’energia rinnovabile, era più frammentato e focalizzato sulla mitigazione, lasciando meno spazio all’adattamento ai cambiamenti climatici. Con il Piano Clima 2040, la Provincia Autonoma di Bolzano ha voluto fare un passo avanti, adottando un approccio più integrato e ambizioso, includendo strategie di adattamento e coinvolgendo in modo strutturato un’ampia gamma di stakeholder. Questo processo ha preso forma con il Forum degli Stakeholder, che ha permesso un confronto democratico e trasparente tra i rappresentanti di diversi settori, dai sindacati all'ambiente, dall'economia alla cultura. L’introduzione di questa metodologia di partecipazione ha consentito di procedere anche in presenza di divergenze non fondamentali, accelerando le decisioni. Il Piano Clima 2040 ha fissato obiettivi chiari e vincolanti per una transizione graduale verso una società più sostenibile, con un’attenzione particolare alla mobilità, all'inclusione sociale e alla giustizia climatica. Il processo partecipativo ha coinvolto oltre 75 delegati, con 1.704 ore di lavoro investite, suddivise in cinque gruppi di lavoro tematici, tra cui mobilità, energia e edilizia, con un impegno forte nella co-creazione delle misure necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici del 2040.”

 

Quali sono le richieste più ambiziose? Si potranno effettivamente attuare entro il 2040?

“Capire fino a che punto questo Piano Clima sarà attuato è davvero difficile da predire. Personalmente ho seguito solo il processo partecipativo legato alla mia specialità, la mobilità, e in conferenza stampa non si ha avuto l'opportunità di discutere delle misure concrete per non dare priorità ad una sola proposta tralasciando le altre. Nell’ambito della mobilità di sicuro verrà effettuato il raddoppio del binario tra Merano e Bolzano. Questa proposta risulta ambiziosa anche se probabilmente non si realizzerà nei tempi stabiliti dal Piano per la mobilità sostenibile 2035 della Provincia autonoma”. 

 

Quali sono i prossimi passi?

"I prossimi passi nel processo di attuazione del Piano Clima dell’Alto Adige 2040 prevedono una fase di valutazione e revisione da parte degli uffici e delle divisioni competenti della Provincia. Il processo inizia con una valutazione delle proposte presentate alla giunta provinciale, che verranno analizzate dagli uffici competenti entro 90 giorni per verificarne la fattibilità tecnica ed economica. In seguito, le divisioni responsabili esprimeranno una posizione ufficiale su ogni proposta, accettando o respingendo con una motivazione dettagliata. Al termine, il governo provinciale (Landesregierung) prenderà una decisione definitiva, indicando quali misure verranno effettivamente adottate. Questa fase di analisi, confronto e decisione è cruciale per assicurare che le proposte siano realistiche e attuabili, garantendo allo stesso tempo trasparenza e un processo decisionale basato su criteri solidi."

 

Uno sguardo al futuro: come saranno, per te, nel 2040 l’economia, l’agricoltura, il turismo e il trasporto dell’Alto Adige?

“Nel futuro, credo che ci troveremo ancora a dover ripensare la mobilità, soprattutto perché il trend dei single households è evidente e molti vorranno avere la propria casa, giardino e auto. Anche se la qualità della vita sarà più sostenibile e l'ambiente meno inquinato rispetto a oggi, l'individualismo continuerà a giocare un ruolo importante. Le strade saranno ancora trafficate da auto private, anche se spero con più corsie ciclabili. Tuttavia, la domanda di trasporto ferroviario crescerà, grazie agli investimenti delle Ferrovie dello Stato e della Provincia di Bolzano, che stanno già proiettando un futuro ambizioso per la rete ferroviaria. Il raddoppio dei binari tra Bolzano e Merano migliorerà la connessione nel "triangolo retico" e la mobilità transfrontaliera, favorendo un maggiore movimento di lavoratori tra i vari Paesi.

Questo porterà benefici economici, ma penso che molti altoatesini altamente qualificati, così come artigiani e lavoratori di altri settori, sceglieranno di lavorare all'estero per far fronte all’aumento dei costi della vita. Già nel 2024 vediamo una tendenza in questa direzione, e temo che la situazione peggiorerà con l'arrivo di un turismo di alto livello, rivolto a una clientela con grande capacità di spesa. Il settore turistico offrirà servizi di alta qualità, ma si ridurrà la domanda per gli hotel di grandi dimensioni, mentre cresceranno le strutture più piccole, come agriturismi e masi con meno di 40 posti letto, che oggi rappresentano già oltre il 62% delle strutture alberghiere secondo ASTAT. Questo attirerà una clientela più selezionata e di nicchia, elevando la qualità dell’offerta ma inevitabilmente aumentando anche i prezzi. La vita, in generale, potrebbe diventare paragonabile a quella odierna della Svizzera.”

 

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