12.349 missioni per un totale di 12.365 persone soccorse in un anno: il resoconto dell'attività del Soccorso Alpino nel 2023
Il 2024 è l'anno in cui viene festeggiato il settantesimo anniversario dell'attività del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, 70 anni in cui i suoi operatori hanno realizzato 223.762 interventi soccorrendo 238.935 persone. Riportiamo i dati relativi all'attività del 2023
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
12.349 missioni di soccorso per complessive 12.365 persone soccorse, di cui 7.622 feriti e 491 persone decedute. Questi sono i numeri del rapporto sull'attività del Soccorso Alpino e Speleologico per il 2023, resa possibile dai 44.994 tecnici impegnati nelle varie missioni di soccorso, volontari che garantiscono un’attività operativa 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas), è l'ente che effettua soccorsi tecnici in ambiente montano, in grotta e negli ambienti impervi del territorio nazionale grazie agli oltre 7.000 operatori altamente specializzati, e le sue attività, svolte con il Servizio Sanitario Nazionale, permettono il soccorso e l’assistenza immediata ai soggetti infortunati, alle persone a vario titolo in difficoltà, ai soggetti in imminente pericolo di vita o a rischio di evoluzione sanitaria, alla ricerca e al soccorso dei dispersi e al recupero dei caduti.
I numeri relativi all'intera storia del Cnsas sono particolarmente impressionanti, infatti nei 70 anni di attività, che saranno celebrati a dicembre, dal suo anno di fondazione ha effettuato 223.762 interventi soccorrendo 238.935 persone e impiegando per questa attività oltre 1 milione di suoi tecnici. Delle persone soccorse si contano 18.072 persone decedute, 140.929 persone ferite con vari gradi di gravità, 77.436 soggetti illesi e recuperati in imminente pericolo di vita, in condizioni di pericolo o a rischio di evoluzione sanitaria e 2.498 persone disperse.
Venendo al rapporto relativo all'anno passato, le più comuni cause che hanno richiesto l'intervento dei volontari sono la caduta/scivolata (45,9% degli interventi), l’incapacità durante l’attività svolta (25,5%) e il malore (12,1%). Seguono, con valori molto più contenuti, il maltempo (4,3%) e lo shock anafilattico (0,50%).
Per quanto riguarda invece le principali attività svolte dalle persone soccorse e coinvolte negli incidenti e relativi infortuni sono l’escursionismo (42,5% dei casi), la mountain bike (8%), lo sci alpino (2,2%), l’alpinismo classico (6,0%) e la ricerca di funghi (3,1%). Non mancano, seppure in percentuale minima, diversi interventi durante l'attività venatoria (0,8%).
La maggior parte delle persone soccorse nel 2023 sono cittadini italiani (più dell'80%), e al secondo e terzo posto nelle nazionalità più rappresentate nelle statistiche sono quella tedesca e quella francese.
Rimanendo sul tema geografico, è molto interessante considerara la ripartizione territoriale degli interventi tra le diverse regioni: a dominare la classifica sono la Valle d'Aosta (con il 13,8% degli interventi), la provincia autonoma di Trento (con il 12,5%) e quella di Bolzano (con il 10,8%). Dati evidentemente strettamente correlati con i grandi flussi turistici: per confronto, i soccorsi in Friuli Venezia Giulia sono stati il 2,9% e in Abruzzo l'1,6%.
Continuando a connettere i numeri e le percentuali del rapporto con il turismo (e in particolare con il turismo di massa), tornano utili altri due dati. Il primo è quello relativo all'andamento mensile degli interventi, che seguono molto chiaramente l'alta e la bassa stagione turistica, con il massimo raggiunto ad agosto (più di 2100 interventi) e il minimo osservato in novembre (solo 449).
Il secondo è quello relativo alle cause che hanno portato alla richiesta di soccorso. Infatti, delle 12.349 missioni di soccorso dell'anno, ben 4.151 delle persone soccorse sono state classificate come "illese", ovvero "persone in difficoltà a causa delle condizioni morfologiche, dello stato dei terreni come la presenza di neve e/o ghiaccio al suolo, oppure per incapacità e/o inadeguatezza dell’attrezzatura, calzature o abbigliamento a seguito".
Considerando invece l'età, è interessante notare come circa il 14% delle persone soccorse avesse tra i 20 e i 30 anni, mentre oltre il 23% ne avesse più di 60. I dati sono molto meno omogenei se si considera il sesso, infatti ben il 68,6% dei soccorsi erano uomini.