“Che facciano qualcosa!” intervista a Norma Bargetzi-Horisberger, referente delle “anziane per il clima” svizzere che hanno portato lo stato elvetico in tribunale
I ghiacciai hanno parlato chiaramente alle “Anziane per il clima” svizzere che hanno visto nella trasformazione delle loro montagne un campanello di allarme. Non bisogna essere giovani per essere preoccupati per il futuro, così come non bisogna essere montanari per accorgersi di come l’ambiente montano stia irrimediabilmente cambiando sotto la pressione della crisi ecoclimatica
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Mi collego a Google Meet dalla mia camera di Trento durante il Trento Film Festival. Puntuale, alle 10, Norma Bargetzi-Horisberger mi risponde dalla sua casa sul lago di Lugano. Maglione colorato, alle spalle uno scaffale pieno di libri. Norma è la referente della Svizzera italiana dell'associazione “Anziane per il clima” (KlimaSeniorinnen) che pochi giorni fa ha scritto storia delle climate litigation (contenziosi sui cambiamenti climatici) presso Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo.
Il 9 aprile 2024 la Corte Europea ha riconosciuto il diritto alla protezione del clima come un diritto umano nel processo “Verein KlimaSeniorinnen Schweiz and Others v. Switzerland”.
Il tribunale ha riscontrato una violazione dell’articolo 8 (diritto alla vita privata e familiare) e dell’articolo 6 (diritto alla giustizia) da parte dello stato elvetico relativamente alle proprie cittadine e ai propri cittadini.
Ho deciso di contattare Norma per farmi raccontare di persona quale processo ha portato delle signore svizzere, accomunate dalla residenza ai piedi dei ghiacciai elvetici, a Strasburgo nella speranza che la loro storia possa essere di ispirazione anche nelle vallate sud delle Alpi.
“Buongiorno Norma, grazie per averci dedicato del tempo. Come è nata la vostra associazione e quale è stato il momento in cui ha deciso di aderire al movimento climatico? Cosa ha smosso delle signore svizzere, residenti in paese con un PIL molto alto con un territorio prevalentemente montano, ad attivarsi? In Italia, paese climaticamente vulnerabile dove le ondate di calore e gli eventi estremi sono maggiori rispetto alla Svizzera, il dialogo sul clima è ancora relegato ai soli attivisti.”
“Per essere una anziana dal clima bisogna essere donna, avere un’età maggiore di 64 anni, essere in pensione ed essere residenti in Svizzera, mentre tutti possono sostenere il progetto” mi spiega Norma. Che aggiunge: “L'età media è di 73 anni mentre la più anziana ha 94 anni e possiamo contare su 2600 socie”.
Le prime mobilitazioni sono nate nel 2016, ben prima dei movimenti di massa nati insieme agli scioperi di Greta Thunberg, con l’aiuto di Greenpeace Svizzera che ha messo a disposizione le proprie risorse legali e comunicative per creare una climate litigation sul modello del primo contenzioso climatico nei Paesi Bassi.
Secondo le leggi del paese elvetico, è possibile fare causa allo Stato solo se vittime. Dopo l’estate 2003, gli studi sulle ondate di calore hanno confermato che gli anziani, e in particolar modo le donne, sono la categoria più vulnerabile. Da qui la nascita dell’associazione. La prima causa è stata depositata a Berna nel 2017, dove il tribunale non si è espresso sul caso per una mancanza di legittimazione, per cui la causa arrivò sulle scrivanie di Strasburgo nel 2019, fino ad arrivare alla sentenza di poche settimane fa.
Il tema dell’ecologia e della lotta alla crisi climatica è stato parte integrante di queste signore che, fin da giovane età, si sono battute per il proprio territorio e per la richiesta di un ambiente salubre. “Dall’incidente chimico di Schweizerhalle nel 1986, molte di noi hanno iniziato a muoversi nei campi sociali ed ecologici. È vero che la Svizzera è così bella e pulita ma non rappresenta che una visione parziale del nostro Paese. Se non avessimo avuto la tenacia e i mezzi per tenere duro dal 2019 ad oggi, probabilmente questa sentenza non sarebbe mai stata emessa” mi spiega Norma.
“Come sono viste le vostre richieste dalla popolazione? C’è stato dibattito oppure è un argomento che dovranno affrontare le nuove generazioni?"
“Come in Italia, anche l’affluenza alle urne in Svizzera si attesta attorno al 50%. Negli ultimi decenni stiamo assistendo ad un egocentrismo generalizzato che porta le persone a rinchiudersi in sé stesse. Poter fare qualcosa ed essere parte di un cambiamento mi impedisce di cadere nel senso di impotenza totale che si può provare quando si parla di politica. È anche una delle diverse ragioni che mi ha fatto entrare nelle “anziane per il clima”.
Norma mi spiega come è stata accolta la causa durante gli anni. “All’inizio eravamo tacciate come anziane che non sanno accettare le sconfitte. Abbiamo ricevuto commenti molto brutti (come ad esempio “state a casa”, “fate la calzetta”) con echi generalmente negativi o di disinteressamento. Mano a mano che la causa è avanzata a Strasburgo alla Corte dei Diritti c’è stata risonanza mediatica più dai paesi esteri che dalla Svizzera stessa. Con la sentenza di aprile infine abbiamo aperto molti canali, dando speranza anche alle cause climatiche ancora in corso o future."
“Un appello alle signore italiane che abitano in contesti montani e non?”
“Che lo facciano, che facciano qualcosa!” ride Norma. “Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto molte richieste da donne italiane anche da Milano e Roma che desiderano attivare un percorso simile anche in Italia. Ci fa piacere raccontare la nostra storia e il 25 aprile siamo state invitate a Tortona dove parlare di Resistenza Climatica. Qualcosa anche in Italia inizia a muoversi.”
I ghiacciai hanno parlato chiaramente alle “anziane per il clima” che hanno visto nella trasformazione delle loro montagne un campanello di allarme. Non bisogna essere giovani per essere preoccupati per il futuro, così come non bisogna essere montanari per accorgersi di come l’ambiente montano stia irrimediabilmente cambiando sotto la pressione della crisi ecoclimatica. Saluto Norma, le prometto che andrò a bere un caffè appena mi sarà possibile passare per Lugano sperando che nel frattempo queste poche righe smuovano la coscienza anche di qualche “anziano” nelle Alpi italiane.