Un'anatra molto particolare è stata avvistata in un lago del Trentino: dal Baltico alle Alpi per svernare
Il raro avvistamento è avvenuto durante il monitoraggio annuale degli uccelli acquatici: il censimento svolto nelle zone umide del Trentino ha contato 5457 esemplari di 20 specie diverse, in 68 siti di osservazione. Tra gli uccelli rilevati questo inverno, ce n'è uno che è arrivato dal grande nord: un esemplare di moretta codona, un’anatra tuffatrice a distribuzione artica. L’ultima segnalazione risaliva all’inverno 2017. Ecco i risultati delle osservazioni diffusi dal Muse


di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Tra gli uccelli acquatici che hanno deciso di svernare nelle zone umide trentine, questo inverno ce n'è uno che è arrivato dal grande nord: la moretta codona, un’anatra tuffatrice a distribuzione artica, specializzata nella ricerca di molluschi ed altri invertebrati sul fondale di stagni, laghi e mare. Nidifica generalmente in piccoli laghi nella tundra e nelle torbiere, per poi passare la stagione post-riproduttiva e invernale in mare, specialmente per quanto riguarda le popolazioni scandinave nel Mar Baltico. Può capitare che alcuni individui di Clangula hyemalis, in particolar modo giovani dell’ultima annata riproduttiva, si spingano in inverno più a sud fino a raggiungere i laghi interni dell’Europa centromeridionale e in alcuni casi addirittura il Mediterraneo. È proprio il caso dell’individuo osservato sul lago di Cavedine a partire dal 23 dicembre scorso: un giovane nato nel 2024 che, spintosi presumibilmente dal Baltico fino alle Alpi trentine, ha deciso poi di trascorrere l’inverno sul piccolo lago di sbarramento, dal momento che è stata osservata anche durante i censimenti IWC (International Waterbird Census) e fino alla seconda decade di febbraio era ancora presente a Cavedine. L’osservazione di questa specie è rara in Trentino e non tutti gli inverni sono osservabili sui laghi trentini, tant’è vero che l’ultima segnalazione risaliva all’inverno 2017, quando un individuo è stato osservato al lago di Caldonazzo nei mesi di gennaio e febbraio.
A darne notizia è il Muse - Museo delle Scienze di Trento - che ha divulgato i risultati del monitoraggio degli uccelli acquatici che svernano nelle zone umide trentine condotto nella stagione invernale 2024-25 grazie al progetto International Waterbird Census IWC.
Ogni inverno, in un breve arco di tempo e in tutte le principali zone umide d’Europa, esperte ed esperti, insieme a tante persone appassionate di ornitologia, armati di binocolo, cannocchiale e spesso di stivali di gomma e imbarcazioni, incuranti delle temperature gelide, battono palmo a palmo le sponde dei laghi, le rive dei fiumi, le coste del mare, le paludi, le lagune e ogni altro specchio d’acqua per scovare e censire tutte le specie acquatiche che durante il periodo invernale vi si riuniscono.
Come spiegano Alessandro Franzoi e Francesca Rossi, ornitologo e ornitologa Muse a nome di tutto il gruppo che si occupa annualmente del monitoraggio in Trentino: “Durante i mesi invernali molte specie acquatiche di diverse origini geografiche, in particolare provenienti dalle regioni centro-settentrionali d’Europa, si aggregano in aree umide dell’Europa centro-meridionale e del Mediterraneo per trovare cibo e riparo e attendere così il trascorrere dell’inverno. Effettuare i conteggi in questa stagione è quindi vantaggioso per definire lo stato di salute delle popolazioni degli uccelli acquatici grazie alla definizione della loro distribuzione e abbondanza e stabilisce il ruolo e l’importanza dei siti per lo svernamento delle specie, indirizzando le strategie nazionali ed internazionali di gestione e conservazione".

In Trentino il monitoraggio viene svolto dal Servizio Foreste con il supporto del Muse e il coordinamento del Servizio Faunistico. Dal 9 al 26 gennaio di quest’anno il personale forestale insieme a 26 collaboratrici e collaboratori del museo hanno percorso tratti dei fiumi Adige, Brenta, Avisio, Sarca e Noce, esplorato i Laghi di Toblino, S. Massenza, Cavedine, Santa Giustina, Caldonazzo, Levico, Garda, Serraia e numerose altre aree umide fino a raggiungere un totale di 68 siti, individuati secondo le indicazioni del Ramsar Convention Bureau come aree funzionali allo svernamento di popolazioni o gruppi di uccelli acquatici. In totale quest’anno sono stati censiti 5457 uccelli sul territorio provinciale appartenenti a 20 specie diverse.

Il contingente svernante più abbondante in Trentino è risultato essere costituito dal germano reale (2954 individui totali), seguito dalla folaga (790), dal cormorano (357), dall’airone cenerino (245), dalla moretta (244), dallo svasso maggiore (232), dal gabbiano comune (165) e dal tuffetto (108). Sotto le cento osservazioni, ma presenti ogni anno con un piccolo contingente svernate, sono state poi osservati: svasso piccolo, gabbiano reale mediterraneo, moriglione, smergo maggiore, gallinella d’acqua, airone guardabuoi, garzetta, cigno reale, airone bianco maggiore, porciglione e gabbiano reale nordico. Ogni anno può capitare di osservare una specie insolita: nell’inverno 2025 sul lago di Cavedine ha svernato una moretta codona, un’anatra tuffatrice proveniente dalle regioni artiche e che raramente sverna in zone così meridionali.
In Italia il progetto è coordinato dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - Ispra - e con la stagione 2025 si è giunti al 35° anno di attività.