"Il nostro modo di parlare della montagna, del turismo, del futuro, mette in discussione molte certezze della valle". Mia Majon: un rifugio di "ospitalità consapevole" in Val di Fassa
Nel cuore della Val di Fassa, a Canazei, c'è un posto speciale, che ospita un progetto di accoglienza e presenza sul territorio che si distingue nettamente dalla tradizionale (e storica) offerta turistica della zona. Mia Majon non è un b&b, non è un albergo, ma un “progetto residenziale di montagna e uno spazio di ospitalità consapevole e gentile”


Nel cuore della Val di Fassa, a Canazei, c'è un posto speciale, che ospita un progetto di accoglienza e presenza sul territorio che si distingue nettamente dalla tradizionale (e storica) offerta turistica della zona. Mia Majon non è un b&b, non è un albergo, ma un “progetto residenziale di montagna e uno spazio di ospitalità consapevole e gentile”. Gaia e Martina Cigolla, le persone che hanno ideato questo progetto e che lo portano avanti da tre anni, sono le ospiti del primo incontro di "Sopralluoghi", un percorso di incontri e narrazioni per creare un legame più consapevole tra chi vive in città e chi abita le montagne.
LE RADICI DEL PROGETTO
Le fondatrici di Mia Majon sono profondamente legate alla casa che ospita questo progetto di ospitalità: “La casa apparteneva ai nostri nonni - raccontano Gaia e Martina - ed era originariamente un b&b tradizionale, tipico della cultura dolomitica post-boom economico”. Tuttavia, come raccontano “il loro approccio all'ospitalità è radicalmente diverso da quello che per anni ha caratterizzato la valle” in cui sono cresciute.

"Questa casa è sempre stata piena di storie: nostro nonno era un artista e scultore, e ha lasciato un'impronta indelebile negli spazi che oggi abitiamo e apriamo agli altri - raccontano -. Abbiamo deciso di trasformarla in un luogo che possa accogliere le persone in un modo nuovo, più consapevole e rispettoso, senza le rigidità del turismo tradizionale".
Dopo un periodo di transizione, a partire dal 2022, il progetto ha preso forma concreta, dando spazio a una visione più ampia della montagna e dell'ospitalità. "Per anni la casa era vista solo come un b&b con qualche attività extra, ma ci siamo rese conto che quell’etichetta era ormai stretta - racconta Martina - ormai eravamo diventate un'altra cosa, un progetto vivo e in evoluzione".
UN NUOVO MODO DI VIVERE LA MONTAGNA
Mia Majon non si limita a offrire un posto dove dormire: è un luogo che accoglie, che crea connessioni e che invita alla riscoperta della natura e del territorio in modo rispettoso e sostenibile. "Abbiamo voluto esplorare cosa significa vivere la montagna in maniera consapevole - spiega Martina - aprire il territorio senza sfruttarlo, ma valorizzandolo con rispetto e cura".

Oltre all'ospitalità residenziale, Mia Majon ospita eventi culturali e artistici, incontri comunitari e progetti legati al benessere olistico. Un esempio significativo è il contributo di Gaia, una delle fondatrici, che attraverso il suo Studio Energea integra pratiche di facilitazione ciclica, educazione alla consapevolezza corporea e percorsi di crescita personale. "Per me, il corpo e la natura sono strettamente connessi. Quando ho iniziato a lavorare sul tema della ciclicità, ho capito che la montagna e la sua stagionalità sono una metafora potentissima per il nostro ritmo interiore. E questo spazio mi permette di condividerlo con altre persone".
L'ACCOGLIENZA DELLA COMUNITÀ LOCALE
La Val di Fassa è un territorio in cui la monocultura dello sci alpino è fortemente radicata: grandi strutture alberghiere e una stagionalità ben definita definiscono le sorti lavorative della maggior parte dei suoi abitanti. Questo ha reso il percorso di Mia Majon non privo di ostacoli. "Non c'è stata una vera accoglienza da parte del territorio. Non sappiamo neanche con certezza cosa dicano di noi, se non che siamo considerati strani - racconta una delle fondatrici -. Il nostro modo di parlare della montagna, del turismo, del futuro, mette in discussione molte certezze della valle".

Nel tempo, il progetto ha attirato l'attenzione di chi cerca alternative al turismo di massa, ma la risposta locale è rimasta tiepida: "Abbiamo organizzato eventi e incontri tematici, ma la partecipazione della comunità locale è stata quasi nulla. Molto più sostegno è arrivato da fuori valle, da persone che condividono la nostra visione e che trovano in Mia Majon un punto di riferimento".
"Siamo consapevoli che ci vuole tempo per cambiare le cose - raccontano -. Qui la monocultura turistica è profondamente radicata, e chiunque provi a proporre un’alternativa viene guardato con sospetto. Ma noi crediamo che un altro modello sia possibile e necessario".
LO SGUARDO VERSO IL FUTURO
Nonostante le difficoltà, Gaia e Martina non si fermano e continuano a esplorare nuovi modi di raccontare la montagna e di viverla in armonia con l’ambiente: "Il nostro non è un progetto nato da una scelta imprenditoriale, ma da una crescita personale e collettiva. Non ci definiamo imprenditrici, ma persone che vogliono offrire un'alternativa concreta al modello attuale".

Mia Majon rimane un faro di cambiamento in un contesto che fatica a discostarsi dalla sua tradizione turistica consolidata: "Non siamo qui per imporre nulla, ma per prendere spazio con i nostri linguaggi, con il nostro modo di vedere la montagna. Crediamo nella cura, nella gentilezza e nella possibilità di riscoprire un ritmo più autentico con la natura". Con determinazione e una profonda connessione con il territorio, questo progetto continua a tracciare un sentiero nuovo, dimostrando che un altro modo di vivere la montagna è possibile.

Sopralluoghi è un’iniziativa a cura di Spazi di narrazione nelle terre alte, un programma di cinque incontri per mettere in relazione il fondovalle urbano e le terre alte.
L’obiettivo del progetto è favorire la comprensione della montagna intesa come luogo dell’abitare e il suo ruolo nella nostra vita a valle: i suoi ritmi, climi e ecosistemi, gli equilibri e le tradizioni che in essa germogliano.
Il progetto è realizzato con il contributo di Fondazione Caritro - Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, in collaborazione con LUMEN slowjournal, SAT Brentonico e H20+ et Coop. Smart.