"In condizioni normali, il bostrico ha una funzione molto utile, ma l'odierna diffusione provoca un impatto emotivo simile al lutto"
(IL VIDEO) L'AltraMontagna ospite a Geo, trasmissione televisiva condotta da Sveva Sagramola, per raccontare le conseguenze della tempesta Vaia e del bostrico. La puntata, andata in onda in diretta il 13 febbraio, è disponibile sul sito di Rai Play


di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Pietro Lacasella e Luigi Torreggiani, autori del libro Sottocorteccia - Un viaggio tra i boschi che cambiano, edito da People, qualche giorno fa sono stati ospiti della trasmissione televisiva di Rai Tre "Geo", condotta da Sveva Sagramola. La registrazione della puntata, andata in onda in diretta il 13 febbraio scorso, è disponibile online sulla piattaforma Raiplay.
Dopo la tempesta Vaia di fine 2018, le foreste del Nord-Est stanno affrontando le conseguenze del proliferare del bostrico tipografo, un coleottero che attacca la specie più diffusa e importante dei boschi alpini: l’abete rosso. L’insetto si è diffuso a macchia d’olio dopo il tremendo stress di quell'evento estremo, ma anche grazie all’inesorabile incedere del riscaldamento globale. Come ogni crisi, anche questa può nascondere opportunità. Ci obbliga ad aprire gli occhi sulle conseguenze della crisi climatica, ci costringe a riflettere sul destino delle nostre montagne e ci spinge a rinsaldare un legame antico e imprescindibile, quello con il più grande e dimenticato dei tesori italiani: le foreste. Nel libro-diario presentato a Geo, gli autori raccontano del piccolo coleottero che li ha fatti incontrare e del loro viaggio – che è anche un’amicizia – tra le Alpi. Due punti di vista diversi, uno antropologico e uno scientifico, dipanano la complessità e offrono una prospettiva nuova sul futuro di uomini, foreste e insetti, protagonisti di questa avventura e della vita sul nostro pianeta.
"È un libro che ci aiuta ad aprire lo sguardo" - ha affermato la conduttrice Sveva Sagramola presentando il volume -. "Partendo da una realtà specifica, aiuta a capire in che modo tutte le nostre azioni convergano a mitigare le problematiche o ad acuirle".
Nella conversazione con i due autori, sono stati toccati diversi temi: dai cambiamenti climatici alla gestione forestale, dalle ripercussioni antropologiche agli scenari futuri che riguardano i territori.
Si è parlato ad esempio di quale sia la funzione del bostrico nell'ecosistema in condizioni normali e di cosa accade invece nelle foreste colpite da un'infestazione a livello epidemico, com'è accaduto di recente in diverse parti d'Italia e in particolare nei boschi di abete rosso devastati prima dalla tempesta Vaia e poi dall'epidemia del coleottero che prolifera sotto la corteccia interrompendo il flusso vitale della linfa.
A illustrare il comportamento di questo insetto è stato Luigi Torreggiani: "In condizioni normali, il bostrico ha una funzione molto utile di regolazione, perché riesce a percepire chimicamente quelle piante che non se la passano troppo bene e quindi le attacca e in questo modo le fa seccare in piedi, le fa morire. Ma è un aspetto positivo, perché quando muore una pianta nel bosco, si creano le condizioni e lo spazio per la rinnovazione, magari anche di altre specie". Invece, nelle zone colpite da Vaia, "il bostrico ha trovato un'enormità di abeti che erano secondo lui in sofferenza. Noi li vedevamo abbattuti, ma lui li sentiva come abeti in sofferenza. Le popolazioni di bostrico iniziano a proliferare. Si tratta di un insetto molto piccolo, grande come un chicco di riso. Entra sotto corteccia come il titolo del libro. Scava una una galleria nuziale, avviene l'accoppiamento e poi scavando, le gallerie larvali, interrompe il flusso della linfa. Quindi gli alberi senza più la linfa, ovviamente, piano piano seccano".
Le trasformazioni al paesaggio causate da Vaia e dall'epidemia di bostrico hanno conseguenze che si ripercuotono non solo a livello ambientale, ma anche antropologico, perché hanno a che fare con il legame che unisce le persone e i luoghi. "Questi cambiamenti così repentini, così macroscopici hanno provocato un diffuso senso di spaesamento. Ma questo è normale, a livello antropologico, perché le persone per orientarsi nella complessità del mondo, tendono ad attribuire uno o più significati agli elementi paesaggistici che li circondano. E se questi elementi, che sono anche un po' dei punti di riferimento, scompaiono, vengono a mancare, si innesca un meccanismo emotivo che in parte può ricordare quello del lutto, perché con la scomparsa di quei punti di riferimento se ne va anche una parte di noi, una parte della nostra identità", ha spiegato Pietro Lacasella.
La puntata di Geo è disponibile online sulla piattaforma Raiplay.