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Ambiente

Allarme bostrico: previsto un aumento del 764% per il periodo 2021-2030. Qual è il principale motivo?

"Per il primo decennio del XXI secolo - informano Massimo Faccoli e Luca Deganutti dell'Università di Padova - è stato stimato un aumento dei danni di Ips thipographus (bostrico) in Europa pari a sei volte quelli registrati nel periodo 1971-1980, e un ulteriore aumento del 764 per cento è previsto per il periodo 2021-2030"

di
Pietro Lacasella e Luigi Torreggiani
11 July | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

L'impronta dei cambiamenti climatici inizia a manifestarsi nitida, paurosamente nitida.

 

È un solco che si va facendo sempre più profondo e, a forza di scavare, modifica gli equilibri su cui si posa la società contemporanea. Proprio in questo solco si inserisce l'incremento vertiginoso delle epidemie di bostrico. 

 

Innanzitutto la tempesta Vaia, primo innesco dell’infestazione, è stata essa stessa un’espressione della crisi climatica: il mediterraneo più caldo, fino a tre gradi sopra la media, insieme ad altre importanti connessioni con il riscaldamento globale, hanno favorito e incrementato l’impatto dell’evento.

 

L’aumento delle temperature e lo stravolgimento dei regimi pluviometrici stanno incidendo poi molto negativamente sull’abete rosso, in special modo in quei boschi dove la specie è stata piantata o favorita al di fuori del proprio areale. Piante stressate e sofferenti, soprattutto da prolungate siccità e ondate di calore, emettono infatti quelle sostanze chimiche che richiamano in massa il coleottero. 

 

Infine, inverni sempre meno rigidi riducono la mortalità naturale del bostrico durante lo svernamento e stagioni sempre più lunghe gli permettono di svolgere più generazioni, anche a quote maggiori.

 

Come se non bastasse, il diffuso disseccamento degli alberi provocato dalle epidemie di bostrico può avere degli effetti negativi anche per la CO2 rilasciata dalla grande quantità di biomassa forestale in fase di decomposizione e inoltre aumenta il rischio incendi, con ulteriori ripercussioni negative sul clima. 

 

Tutto ciò non è un fatto solo italiano, anzi. Da anni le infestazioni di scolitidi sono in drammatico aumento in tutto il mondo e il bostrico sta mietendo ettari ed ettari in Europa centrale, anche senza l’innesco di Vaia.

 

"Per il primo decennio del XXI secolo - informano Massimo Faccoli e Luca Deganutti dell'Università di Padova - è stato stimato un aumento dei danni di Ips thipographus (bostrico) in Europa pari a sei volte quelli registrati nel periodo 1971-1980, e un ulteriore aumento del 764 per cento è previsto per il periodo 2021-2030"

 

L’avanzata del coleottero, al di là delle dinamiche ecologiche che genererà, non necessariamente negative a prescindere, è perciò uno specchio estremamente emblematico del clima che cambia: una vera e propria sirena d’allarme che dai versanti delle Alpi sta squillando, stagione dopo stagione, sotto gli occhi di tutti. 

 

Adattarsi o perseverare? Il bivio si fa sempre più vicino. È il momento di cambiare strada se non vogliamo proseguire rapidi verso il precipizio.

 

Per saperne di più sul bostrico è di recente uscito SOTTOCORTECCIAUn viaggio tra i boschi che cambiano, il primo libro targato L'AltraMontagna.



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