Sport mondiale al bivio, conservatore o rivoluzionario? I 7 candidati alla presidenza del Comitato Olimpico Internazionale, elezioni il 20 marzo. Forse la prima donna
Lo sport mondiale è pronto ad una guida femminile? La candidata presidente c’è: si chiama Kirsty Coventry, è dello Zimbabwe, è stata nuotatrice, è ministra della gioventù, dello sport e della ricreazione del suo Paese. In corsa per diventare decimo presidente del Cio ci sono anche il principe Feisal al Hussein di Giordania, il britannico Sebastian Coe, lo svedese Johan Eliasch, il francese David Lappartient, lo spagnolo Juan Antonio Samaranch e il giapponese Morinari Watanabe

LOSANNA (Svizzera). Il mondo dello sport mondiale è prossimo ad una rivoluzione epocale, dalle persone lo guideranno ai contenuti e tanti temi (scottanti) da affrontare. Toccherà al nuovo presidente del Comitato Olimpico Internazionale – sarà eletto il prossimo 20 marzo a Costa Navarino in Grecia – capire quale strada imboccare: restare fedele ai principi dettati dal barone de Coubertin, con qualche modifica, oppure mettere in atto un programma rivoluzionario per il futuro dell’Olimpismo?
Al nuovo presidente del Cio e al suo Esecutivo non mancherà una enorme mole di lavoro.
Thomas Bach, tedesco, colui che prese la decisione di rinviare di un anno le Olimpiadi causa il coronavirus (Tokyo dal 2020 al 2021), non sarà più il numero uno dello sport mondiale. Il suo successore dovrà affrontare sfide importanti e difficili, inclusione, sostenibilità, digitalizzazione, diritti degli atleti, innovare le Olimpiadi, e far digerire, con chissà qualche escamotage, il ritorno della Russia (e Bielorussia) nello sport mondiale.
Se è certo che i Giochi della neve e del ghiaccio di Milano Cortina 2026 saranno il primo evento a cinque cerchi del nuovo presidente, altra cosa certa è che il prossimo presidente del Cio dovrà sapersi destreggiarsi nella geopolitica molto di più che sotto l’aspetto sportivo.
I candidati alla presidenza del Cio sono 7 ma non c’è un vero favorito. La vera sfida, che sarebbe il primo passo della rivoluzione, è capire se lo sport mondiale (il centinaio di membri del Cio) è pronto ad una guida femminile. La candidata presidente c’è: si chiama Kirsty Coventry, è dello Zimbabwe, è stata nuotatrice, è ministra della gioventù, dello sport e della ricreazione del suo Paese. Lei punta sull'emancipazione degli atleti, sulla diversità, sull'uguaglianza di genere e sostiene la reintegrazione degli atleti bielorussi e russi alle Olimpiadi.
In corsa per diventare decimo presidente del Cio ci sono anche il principe Feisal al Hussein di Giordania, il britannico Sebastian Coe, lo svedese Johan Eliasch, il francese David Lappartient, lo spagnolo Juan Antonio Samaranch e il giapponese Morinari Watanabe.
Sua Altezza Reale il Principe Feisal Al Hussein, membro dell’Esecutivo del Cio e figura fondamentale nello sport mediorientale, ha una visione di maggiore inclusività e trasparenza, è garante di un'equa rappresentanza per tutte le Nazioni nel movimento olimpico e sostenitore degli atleti dei Paesi in via di sviluppo.
Lappartient, presidente del ciclismo mondiale (Uci), vuole il rafforzamento dell'armonia internazionale nello sport, la promozione del dialogo diplomatico (si è detto aperto a lavorare con i principali leader politici) e difende la reintegrazione della Russia nel movimento olimpico.
Eliasch, presidente anglo-svedese della Federazione Internazionale Sci e Snowboard, vuole “combattere il cambiamento climatico" e vede il futuro dell'olimpismo come inseparabile dalla tutela ambientale.
Juan Antonio Samaranch Jr., attuale vicepresidente del Cio, punta alla sostenibilità e all’uguaglianza degli atleti ma con un approccio distinto e una visione orientata al business.
Lord Sebastian Coe, presidente dell’atletica mondiale, passato alla storia per aver introdotto i premi in denaro ai vincitori delle medaglie olimpiche, guarda all’espansione dei programmi di supporto agli atleti e sulla salvaguardia delle categorie femminili nello sport d'élite.
Il giapponese Watanabe, presidente della federazione di ginnastica, guarda al rafforzamento delle squadre olimpiche dei rifugiati e sull'assistenza alle Nazioni in via di sviluppo cullando il sogno, per molti definito “folle”, di ospitare i Giochi contemporaneamente nei cinque continenti.
Tre gli italiani con diritto di voto, Ivo Ferriani (attuale membro dell’Esecutivo del Cio), Giovanni Malagò (presidente del Coni) e Federica Pellegrini (quota ‘atleti’).