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Lo “scandalo tute” della Norvegia ai Mondiali: come il salto con gli sci ha raggiunto il punto più basso della sua storia

Lo sport che tra meno di un anno sarà di scena a Predazzo nelle Olimpiadi invernali è travolto nelle ultime ore da una frode sportiva di dimensioni epocali 

Di MOb - 10 marzo 2025 - 12:10

TRONDHEIM (Norvegia). I Mondiali di sci nordicoTrondheim sarebbero dovuti passare alla storia per l'impresa leggendaria di Johannes Høsflot Klæbo, dominatore nello sci di fondo e vincitore di sei ori in sei gare, dalle sprint alla 50 chilometri.

 

Invece a rubare la scena, per dirla così, è arrivato il clamoroso caso già etichettato come lo “Scandalo Tute” nel salto con gli sci norvegese: un episodio che ha scosso il mondo dello sport invernale e che genera non poche inquietudini verso le Olimpiadi invernali 2026 di Milano-Cortina, ormai distanti meno di un anno, quando il Trentino, a Predazzo, ospiterà proprio le gare di salto con gli sci.

 

Ma andiamo con ordine, riassumendo brevemente la vicenda: cosa è successo? Tutto è "esploso" sabato 8 marzo, durante la gara sul trampolino grande.

 

La televisione tedesca Ard (la Germania è un'altra delle nazioni di riferimento nella disciplina) ha trasmesso video inequivocabili che mostravano membri dello staff tecnico norvegese manipolare le tute degli atleti tra una manche e l’altra.

In uno sport dove l’aerodinamica è tutto - le tute sono un elemento tecnico fondamentale, paragonabile per impatto al motore di una monoposto in Formula 1 - interventi di questo sono un illecito gravissimo. Doping tecnologico a tutti gli effetti.

 

L’operazione peraltro era abbastanza sofisticata: i tecnici spostavano i microchip identificativi da tute regolamentari a indumenti modificati illegalmente, cuciti per ottimizzare il volo. Aggiungendo fili rinforzati e inserti rigidi sulle gambe: a supervisionare il tutto, il capo allenatore Magnus Breivig, immortalato nei video.

 

Apriti cielo. Le ripercussioni sono state chiaramente immediate. Gli atleti "norge" Marius LindvikJohann Andre Forfang, rispettivamente secondo e quinto al traguardo nella gara di sabato, sono stati squalificati prima ancora della premiazione. E nella conferenza stampa di domenica (piuttosto tardiva), il direttore sportivo della nazionale scandinava Jan-Erik Aalbu ha ammesso la frode: “Abbiamo imbrogliato, sapevamo di violare le regole. Mi scuso con tifosi, sponsor, Fis e organizzatori”. Aalbu ha attribuito la responsabilità allo staff tecnico, sostenendo che gli atleti fossero all’oscuro dell'operazione. Ma in questo momento è inutile aggiungere che la credibilità della Norvegia è a pezzi.

 

In patria l’accaduto è vissuto, comprensibilmente, come una vergogna nazionale: anche perché la nazionale norvegese di salto con gli sci rappresenta un'eccellenza del Paese, con in campo sponsorizzazioni milionarie che a questo punto non si sa bene che fine faranno. Chiaro che poi a questo punto lo scandalo non potrà fermarsi qui: sotto la lente di ingrandimento sono finiti altri risultati di Trondheim come l’oro dello stesso Lindvik sul trampolino piccolo, il bronzo della squadra maschile e l’oro nella gara a squadre miste dove erano presenti sia Lindvik che Forfang. E il team femminile? Pur non direttamente coinvolto, rischia di rimanere travolto dalle indagini (e anche per loro erano arrivate svariate medaglie).

 

Persino la combinata nordica, che unisce fondo e salto, è "sotto inchiesta": non più tardi del 7 marzo, Jørgen Graabak è stato squalificato nella prova a squadre per un’irregolarità nell’attrezzatura. Un caso isolato, ma che certo non aiuta la Norvegia a scrollarsi di dosso i sospetti.

 

Il salto con gli sci, vale la pena sottolinearlo una volta di più, è una disciplina altamente tecnologica dove la ricerca sui materiali è estrema, iper-competitiva e spesso per questo al limite del regolamento: la Norvegia, ma anche l'Austria o la Germania investono in costosi laboratori dedicati, ma stavolta gli scandinavi quel "limite" l'hanno oltrepassato fragorosamente

 

A questo punto, palla alla Fis che dovrà indagare a fondo, non solo sui Mondiali di Trondheim ma anche sulle varie tappe di Coppa del mondo di questa stagione, e capire come "rispondere" ai ben 26 casi di squalifica accumulati dalla Norvegia in questa stagione, un (amaro) record assoluto.

 

Tra meno di un anno tra l'altro il salto con gli sci arriverà a Predazzo, in Trentino, per le Olimpiadi 2026: l'auspicio, onestamente, è che la Norvegia a questo appuntamento arrivi forte di un cambiamento che vada ben oltre le scuse di Aalbu. La credibilità di questo sport, che oggi forse raggiunge il punto più basso della sua storia - parola di uno dei massimi esperti in materia, la voce di Eurosport Massimiliano Ambesi -, deve per forza passare anche dai licenziamenti di tutto lo staff (auspicati da molti addetti ai lavori), da squalifiche pesanti e da un mea culpa concreto, magari astenendosi volontariamente dal prendere parte alle gare che chiuderanno la stagione. Staremo a vedere. 

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