Spini Pizza, ma non solo: nasce il "Distretto Economia Solidale", 32 soggetti insieme per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone in carcere
Il sottosegretario di Stato alla Giustizia con delega al trattamento dei detenuti, senatore Andrea Ostellari: "I dati lo dimostrano: il condannato che impara un lavoro in carcere, quando poi torna in libertà nella gran parte dei casi non commette più reati. Per questo il Ministero della Giustizia è impegnato nella promozione di accordi e protocolli con imprese, cooperative, associazioni ed enti di formazione. Niente indulti o svuota carceri: il sovraffollamento dei penitenziari si combatte abbassando il tasso di recidiva, senza buonismi inutili"
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TRENTO. Con una cerimonia ospitata nella Sala Depero, nel pomeriggio di oggi, lunedì 24 febbraio, i 32 soggetti firmatari si sono impegnati a dar vita al Distretto dell’Economia Solidale "Per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale". Il logo, che raffigura una casa stilizzata aperta verso l’esterno con due tessere colorate, simboleggia le iniziative e i progetti dedicati al reinserimento delle persone; un percorso che comprende anche il punto "Spini Pizza", l'iniziativa promossa dalla Procura della Repubblica di Trento, destinato a svilupparsi attraverso nuove opportunità in futuro e la cui realizzazione vedrà la collaborazione tra la Provincia e i soggetti firmatari del Des, mentre la gestione sarà a cura di Enti del terzo settore coinvolti in un apposito procedimento di co-progettazione.
Alla firma dell'accordo oggi sono intervenuti il presidente della Provincia Maurizio Fugatti e l'assessore alla salute e politiche sociali Mario Tonina, il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini, il sindaco di Trento Franco Ianeselli, i procuratori della Repubblica di Trento Sandro Raimondi e di Rovereto Orietta Canova, il commissario del Governo Giuseppe Petronzi, il provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria Rosella Santoro, la direttrice della Casa circondariale Anna Rita Nuzzaci, il garante dei detenuti Giovanni Maria Pavarin, la presidente del Tribunale di sorveglianza Trento Lorenza Omarchi.
Fra i presenti anche la vicepresidente della Provincia Francesca Gerosa, il direttore generale Raffaele De Col, la dirigente del Servizio provinciale politiche sociali Federica Sartori e il dirigente dell'Umst affari generali della presidenza e segreteria della Giunta Nicola Foradori.
“È motivo di orgoglio – ha detto il presidente Fugatti – vedere riuniti attorno a questo tavolo tutti gli attori principali della nostra comunità, in un percorso innovativo a livello nazionale. Un percorso che punta al reinserimento sociale e lavorativo, al sostegno delle persone in esecuzione penale che vogliono rientrare nel mondo del lavoro. Anche su questo fronte, il Trentino, con la sua speciale autonomia, vuole essere un modello”.
Il logo individuato per il Distretto richiama la dimensione di una casa, chiusa su tutti i lati, ma con un’apertura verso l’esterno fatta da due tessere colorate.
“Uno dei primi obiettivi del governo è contrastare la delinquenza e riportare la sicurezza nelle nostre città - ha commentato il sottosegretario di Stato alla Giustizia con delega al trattamento dei detenuti, senatore Andrea Ostellari - ,da un lato agendo sulle norme e potenziando gli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine; dall’altro, promuovendo ogni iniziativa in grado di favorire la rieducazione dei detenuti. I dati sulla recidiva lo dimostrano: il condannato che impara un lavoro in carcere, quando poi torna in libertà nella gran parte dei casi non commette più reati. Per questo il Ministero della Giustizia è impegnato nella promozione di accordi e protocolli con imprese, cooperative, associazioni ed enti di formazione, che consentano ai ristretti di trascorrere il tempo della detenzione in modo utile a loro stessi e pure ai cittadini perbene che vivono fuori dagli istituti di pena. Niente indulti o svuota carceri: il sovraffollamento dei penitenziari si combatte abbassando il tasso di recidiva, senza buonismi inutili. Ringrazio la Provincia di Trento, la Procura della Repubblica di Trento e Rovereto, il Tribunale di sorveglianza, il Comune, la Camera penale e quanti hanno contribuito al raggiungimento dell’accordo per la realizzazione del Distretto dell’economia solidale, sottoscritto oggi. A beneficiarne non saranno solo i detenuti, ma il personale che opera nella Casa circondariale e, in generale, tutta la comunità trentina”.