Povertà, in Trentino sempre più persone chiedono aiuto, arriva il "Pasto della Provvidenza": il nuovo servizio mensa per chi è in difficoltà
Il servizio si affianca all’attività dell’adiacente Casa di Accoglienza “Il Portico” a Rovereto, sempre gestita da Fondazione Caritas e che già offre ospitalità a 30 persone (38 nel periodo invernale) con pranzo, cena, posto letto, docce e lavanderia
ROVERETO. Dei pasti caldi serali per chi ne ha bisogno e si trova in difficoltà. E' stata finalmente aperto a Rovereto il “Pasto della Provvidenza” il nuovo servizio mensa della Fondazione Caritas, negli spazi messi a disposizione dal Comune.
Una stanza ospitale, ben arredata, tavole e sedie per venti posti a sedere, quadri alle pareti. La nuova struttura, aperta a tutti e in grado di distribuire una sessantina di pasti caldi serali, sette giorni su sette, si deve a un duplice atto di generosità. Generosità prima di tutto da parte dei volontari che mettono a disposizione gratuitamente il loro tempo nella preparazione e nella distribuzione dei pasti nelle cucine della mensa di via Campagnole, e generosità da parte del Comune di Rovereto che ha messo a disposizione gratuitamente i locali, dopo aver completato a tempo di record i lavori per ristrutturare e adattare gli spazi al alla nuova destinazione.
Il servizio si affianca all’attività dell’adiacente Casa di Accoglienza “Il Portico”, sempre gestita da Fondazione Caritas e che già offre ospitalità a 30 persone (38 nel periodo invernale) con pranzo, cena, posto letto, docce e lavanderia. A mezzogiorno il servizio mensa è sempre stato aperto non solo per gli ospiti del Portico, ma per chiunque ne avesse bisogno, sette giorni su sette.
Alla sera il servizio mensa era disponibile finora per i soli ospiti pernottanti al Portico. Per far fronte alle nuove emergenze, a partire dal 2023 in via sperimentale era stata introdotta la distribuzione del cestino serale, con panini, bibite e un frutto per le persone non ospitate in Casa di accoglienza.
Il numero dei pasti distribuito nel corso del 2024 aiuta a mettere a fuoco la mappa del disagio: 8340 alla mensa diurna, 8917 a quella serale, 2478 i cestini.
Proprio la domanda crescente di un pasto caldo la sera da parte di persone al di fuori di quelle ospitate al Portico, certificato dal numero dei cestini distribuiti, ha spinto gli organizzatori ad ampliare l’offerta.
Per questo si è esteso il coinvolgimento delle parrocchie – già attive nella preparazione dei pasti per il Portico – e con il supporto della Caritas e dell’assessorato ai Servizi sociali lo scorso luglio è stato costituito un gruppo di lavoro per co-progettare e organizzare il nuovo servizio mensa, sapendo di poter contare, come punto di forza, su un’ampia rete di volontariato. Un ulteriore impulso al progetto è arrivato ad ottobre quando il Comune di Rovereto ha messo a disposizione i nuovi spazi della Apsp Vannetti. È servito un po’ di tempo per adattare i locali alla nuova destinazione, ma adesso si è pronti a partire con il nuovo servizio di distribuzione battezzato “Pasto della provvidenza”.
Nel progetto è attiva una fitta rete di volontari (160 persone impegnate nel cucinare e distribuire il cibo) coordinati dalla Caritas diocesana. In città le comunità coinvolte sono San Giuseppe, Santa Caterina, Borgo Sacco-San Giorgio, Santa Maria; nel resto della Vallagarina: Besenello, Ala, Sano, Nomi-Pomarolo e Volano. Un importante sostegno alla nuova iniziativa solidale è giunto dal Lions Host di Rovereto (in particolare con il supporto di ITAS Assicurazioni) i cui soci si dicono “onorati di aver avuto l’opportunità di contribuire a creare un ambiente più accogliente e dignitoso per coloro che ogni giorno si rivolgono alla mensa per soddisfare i propri bisogni primari”.
“L’inaugurazione della nuova mensa segna un momento importante nella vita di Rovereto come città accogliente e attenta nei confronti delle persone più fragili e più esposte alle difficoltà della vita. Una risposta al disagio e all’emergenza tanto più importante in quanto risposta corale, nata dalla partecipazione di più soggetti, Comune e Caritas e volontari. Il mio ringraziamento va anche agli oltre 100 volontari che si sono resi disponibili ad attivare questa iniziativa” ha affermato la sindaca Giulia Robol. L’arcivescovo di Trento don Lauro Tisi ha spiegato che questo nuovo spazio nasce dal “mettersi insieme per fare sinergia” ed è “una notizia bellissima in quest’ora di frantumazione, nella quale il singolo è convinto che da solo può risolvere i problemi del mondo. Ma i problemi del mondo si risolvono solo attraverso un percorso di collaborazione, come il progetto di oggi dimostra”.
Un secondo segnale importante, spiega l'arcivescovo “è che a portarci qui sono i poveri. Fra i volontari si trovano riuniti insieme sia credenti sia non credenti, uniti nella carità, una parola non solo religiosa ma profondamente umana, uniti per andare incontro alle necessità del povero” Infine è importante l’apporto gratuito dei volontari. “E questo rappresenta il valore aggiunto dell’iniziativa, perché non si tratta solo di dare un pasto, ma di incrociare sguardi, vedere volti e di immaginare percorsi attraverso i quali il pasto non sarà più necessario” conclude.