Loacker festeggia 100 anni di storia, da piccola pasticceria in centro a colosso internazionale
Esattamente un secolo fa Alfons Loacker acquistò la pasticceria di Bolzano in cui aveva lavorato fin da ragazzo: dalle sue mani nacque la "Cialda di Bolzano" che divento in seguito "Il primo snack italiano"
BOLZANO. Da piccola realtà locale a colosso internazionale presente in oltre cento Paesi nel mondo, nel segno del wafer: l'azienda altoatesina Loacker nel 2025 compie 100 anni. I numeri, a guardarli ora fanno, impressione: un miliardo e 50 milioni di confezioni vendute nel 2024, 460 milioni di euro di fatturato e quasi 1200 dipendenti, frutto di una crescita costante nei decenni.
Ma facendo un rewind e "riavvolgendo il tempo" si scopre che tutto parte da un piccolo locale in centro a Bolzano: siamo nel 1925 quando il pasticcere Alfons Loacker acquistò la piccola pasticceria in centro in cui aveva lavorato fin da quando era giovane, scegliendo di mettersi in proprio con soli tre dipendenti.
E proprio dalle sue mani nacque la prima “cialda di Bolzano” che successivamente diventò "il primo snack italiano". Un dolce che cela però anche una curiosità: il pasticcere, da amante del calcio, sport che praticava ogni domenica, realizzò un wafer in grado di durare nel tempo senza perdere la sua freschezza proprio per riuscire a non sottrarre tempo alla sua passione domenicale.
Il vero cambio di marcia arriva alla fine degli anni Cinquanta, con l'ingresso nell'azienda, in continua crescita, della seconda generazione: è Armin Loacker, nel 1958, ad assumere il ruolo di responsabile della produzione e dieci anni dopo lo affianca la sorella Christine come responsabile dell’amministrazione e della distribuzione.
Sono gli anni del grande cambiamento e al tramonto degli anni Sessanta la produzione, grazie all'introduzione del forno automatizzato, cresce a livello esponenziale, con anche l'esportazione che "muove i primi passi" grazie alla confezione salva freschezza: ed è questa serie di fattori, e di intuizioni produttive, che rende la Loacker una delle principali realtà altoatesine.
A metà degli anni Settanta la produzione viene poi spostata sul Renon, ad Auna di Sotto, e da quel momento in poi le specialità dolciarie cominciano a diffondersi sul territorio nazionale, con un input fondamentale che è dato dalla "trovata pubblicitaria" del 1984: nascono infatti i famosi gnometti che appaiono per la prima volta in uno spot televisivo, aiutando l'azienda a conquistare la simpatia degli italiani, e anche la leadership del mercato nazionale.
Negli anni della grande crescita anche a livello internazionale, dal 1996 a fare l'ingresso in azienda è anche la terza generazione, con Andreas Loacker che si occupa dell'intero reparto sviluppo e Ulrich Zuenelli, attuale presidente del Cda, che dirige le vendite. Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila apre poi lo stabilimento di Heinfels nel Tirolo Orientale e nasce anche il primo Loacker Café, format ormai consolidato e apprezzato in molte città.
Il resto è storia recente, con un fatturato estero che in quattro decenni è cresciuto di cinquecento volte e che ha portato l'azienda a diventare un brand mondiale attivo in 110 paesi, soprattutto in Nord America, Medio Oriente e Asia: il tutto grazie a un mix - sospeso tra passato, presente e futuro - di qualità e innovazione ma anche di radicamento sul territorio.
Un ulteriore aspetto? Come ha specificato il presidente del Cda Ulrich Zuenelli, la volontà di seguire strategie di business sostenibili in grado di rispettare sia il pianeta che le persone, e di puntare inoltre anche alla certificazione "B Corp" per le sue performance ambientali e sociali.