Idroelettrico, rischio concessioni in mano ai grandi gruppi internazionali: ecco il piano della Provincia di Trento che "prende tempo" e punta sull'innovazione
Il presidente della Pat Fugatti ha illustrato i contenuti della delibera di prossima approvazione: “Il principio è legare gli investimenti a favore del territorio globalmente inteso ai rinnovi. Le concessioni ex Enel a scadenza nel 2029”
TRENTO. Sta destando più di qualche preoccupazione che sulle concessioni idroelettriche italiane (prime in ordine di tempo, in Lombardia, scadenza del termine invio domande 18 ottobre) si stiano allungando le mani di alcuni grossi gruppi stranieri.
Una questione a proposito della quale non più tardi di qualche ora fa è intervenuto con parole particolarmente sferzanti Marco Bussone, il presidente nazionale dell’Uncem. “Il rinnovo delle concessioni, come è stato impostato, ha certamente dei rischi per questi asset che le Regioni vogliono mettere a gara. L'arrivo di grandi gruppi coperti da enormi fondi di investimento e non solo, deve essere controllato. Golden power per l'idroelettrico, o altri strumenti, devono essere concretizzati dalla Politica. Anche evitando le gare, come Francia e Austria, con proroghe a fronte di garanzie di investimenti e 'ritorni ai territori' dati dalle imprese attualmente concessionarie. Non possiamo fare errori, le Istituzioni non devono sbagliare, non sbaglieranno, ci crediamo, e devono concretizzare soluzioni in linea con altri Paesi UE. Coinvolgendo Comuni, Unioni, Comunità montane".
E allora, in un quadro normativo europeo peraltro piuttosto confuso e in cui ogni Paese sembra navigare in solitaria e in acque piuttosto agitate, non sorprende che la Provincia autonoma di Trento abbia annunciato che la scadenza per l’assegnazione di buona parte delle concessioni idroelettriche, originariamente fissata per dicembre 2024, è stata rinviata al marzo 2029.
Si tratta di una decisione strategica che coinvolge 16 concessioni (comprendenti ben 29 impianti di produzione idroelettrica), di fatto il cuore pulsante del sistema energetico del territorio provinciale.
È stato lo stesso presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti ad illustrare i motivi di questa proroga e il contesto normativo che ne giustifica l’attuazione, alla presenza dei dirigenti generali Roberto Andreatta (Dipartimento enti locali, agricoltura, ambiente e cooperazione), Laura Boschini (Agenzia provinciale per le risorse idriche e l'energia) e del dirigente Sandro Rigotti (Servizio grandi derivazioni idroelettriche e distribuzione gas - Aprie).
La Giunta provinciale insomma approverà a breve una delibera che ridefinisce le condizioni all’interno delle quali collocare la gestione delle centrali idroelettriche in Trentino.
“Per l’Amministrazione provinciale trentina - ha dichiarato il presidente Fugatti - è prioritario che ci sia una valutazione complessiva che tenga in considerazione non solo l’aspetto finanziario legato alle concessioni, ma anche il fabbisogno del territorio, sotto i diversi profili, da quello potabile a quello agricolo. Elementi che dunque ampliano lo spazio d’interesse individuando un beneficio a livello territoriale. Per questo abbiamo richiesto un parere di un esperto costituzionalista che rafforza la lettura del termine per le concessioni ex Enel al 2029. Tempo necessario per la valutazione istruttoria di tutti gli interessi, coerente con una interpretazione già presente nella legge approvata due anni fa che legava il tema del possibile rinnovo degli affidamenti a quello degli investimenti”.
Il presidente ha quindi ribadito l’impegno del Trentino di “continuare a innovare e a pensare a meccanismi che ci permettano di tenere collegato l’interesse della comunità con la gestione di questi impianti che rappresentano una grande ricchezza per il territorio”.
La decisione – vale la pena ricordarlo - è stata presa in un contesto di proroghe analoghe su scala nazionale e, soprattutto, in linea con l'articolo 13 dello Statuto di Autonomia.
Insomma, intanto l’obiettivo è prendere tempo e capire come si metteranno le cose; ma dal punto di vista formale e legale i tecnici della Provincia assicurano di essere “in una botte di ferro”.
Questa norma prevede che le concessioni di impianti ex Enel scadute o in scadenza possano essere prolungate fino a un massimo di cinque anni, consentendo così di mantenere un equilibrio tra il fabbisogno energetico locale e le nuove esigenze normative emerse nel tempo.
In questa finestra temporale la Provincia potrà riorganizzare e rivedere i criteri per l'assegnazione delle concessioni idroelettriche, soprattutto alla luce delle richieste di utilizzo delle risorse idriche per altri scopi. Uno dei punti cruciali emersi infatti è la necessità di bilanciare la produzione energetica con gli altri usi dell’acqua. Negli ultimi anni, infatti, le esigenze della comunità si sono evolute, rendendo imprescindibile una maggiore attenzione ai bisogni agricoli, ambientali e potabili.
La risorsa idrica, oggi più che mai, rappresenta un bene comune e deve essere gestita in maniera equilibrata e trasparente. Le concessioni idroelettriche, attualmente risalenti a epoche con contesti socio-ambientali molto diversi, dovranno essere rinnovate tenendo conto di queste nuove priorità.
In tale ottica, la proroga al 2029 consentirà di predisporre un piano di revisione globale, che tenga conto non solo degli impianti esistenti, ma anche di eventuali nuove concessioni che potrebbero rispondere a esigenze più diversificate. La procedura prevederà una valutazione dettagliata delle condizioni attuali degli impianti, con un'analisi della loro efficienza e capacità di rispondere ai fabbisogni futuri del territorio.
Un passaggio che richiederà una stretta collaborazione tra i diversi attori coinvolti, dai produttori energetici alle comunità locali, passando per le istituzioni provinciali e statali.
Il dirigente Andreatta, affiancato da Boschini e Rigotti, ha illustrato i dettagli dell’iter di prossimo avvio che sarà coerente con la deliberazione prevista della Giunta provinciale.
Al centro ci sono gli affidamenti per 20 grandi derivazioni a scopo idroelettrico, un ambito che attualmente produce una rendita alla amministrazione pubblica trentina attraverso i canoni pari a circa 100 milioni l’anno. Insomma, è un discorso anche economicamente molto rilevante.
Comincerà quindi nelle prossime settimane la fase degli adempimenti tecnici coerenti con il percorso di riassegnazione delle concessioni che procederà nei tempi garantiti dallo Statuto di autonomia e con una gamma di modalità di affidamento anche diverse dalla gara.
Il primo passo, come prevedono le regole in materia, è la verifica degli interessi concorrenti, cioè la raccolta di eventuali esigenze di utilizzi dell’acqua diversi da quello idroelettrico, oppure di altri interessi manifestati dagli enti locali.
Una volta approvata la delibera, l’Agenzia per le Risorse Idriche e l’Energia (Aprie) procederà con avviso pubblico per questa verifica preliminare per ciascuna delle concessioni di prossima scadenza.