L’Europa è di nuovo in guerra: l’invasione tedesca della Polonia e lo scoppio della Seconda guerra mondiale
L'1 settembre 1939 prese avvio la Seconda guerra mondiale, con l'invasione tedesca della Polonia, seguita di lì a breve da quella sovietica. Fu l'esito di processi inevitabili, legati all'ideologia nazifascista e ai suoi dogmi espansionistici e imperialistici
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TRENTO. Nella Storia le date non sono che l’apice di processi covati sotto la superficie, la manifestazione palese, in alternativa, di fenomeni che si vedono come inevitabili. Lo scoppio della Seconda guerra mondiale, sotto questo profilo, si annovera nella seconda di queste categorie. Dall’ascesa al potere del nazionalsocialismo, infatti, l’ipotesi di un nuovo conflitto globale non poteva che rendersi giorno dopo giorno più tangibile.
L’espansionismo e l’imperialismo erano pertanto la cifra principale dell’ideologia forgiata da Adolf Hitler, termini su cui c’era poca predisposizione a venire a patti – se non nel caso, decisamente più unico che raro, dell’Alto Adige (QUI un approfondimento). Dalla grande umiliazione di Versailles, la Germania usciva prostrata e indebolita, sull’orlo di una rivoluzione che avrebbe sconvolto l’Europa, già profondamente scossa da quanto avvenuto a Mosca.
Il nazionalsocialismo, pertanto, consolidò il proprio seguito saldando ad un avvelenato sciovinismo la promessa d’ordine e disciplina, condizioni che potevano essere ottenute solamente mediante l’eliminazione del nemico interno, individuato nelle sinistre e negli ebrei – protagonisti di un presunto (e folle) complotto mondiale antitedesco – e la sostituzione della società capitalistica, il cui spettacolare tonfo del 1929 aveva prodotto tra le più pesanti conseguenze proprio in Germania. Ricalcando il modello fascista italiano, la Nazione tedesca si sarebbe dovuta rialzare in nome di una mistica del Blut und Boden, del "sangue e del suolo". Un suolo dove aveva naturale diritto di vivere e prosperare un solo popolo (ein Volk), una sola razza: quella superiore e pura dei tedeschi.
La strada che conduce allo scoppio della Seconda guerra mondiale fu così un percorso a tappe forzate. Non c’è facile determinismo a posteriori, nel sostenere che la guerra – percepita come tale in tutta Europa, nel corso degli anni ’30 – fosse ineluttabile. A nulla servirono dunque i tentativi accomodanti di Francia e Regno Unito di concedere vantaggi territoriali ad Hitler, né l’accordo di non aggressione firmato (tra lo scandalo degli antifascisti, QUI un approfondimento) dall’Unione sovietica nell’agosto del 1939: il Terzo Reich non avrebbe potuto che portare l’Europa e il mondo ad un altro sanguinoso conflitto.
Schematizzando, prima dell’invasione della Polonia, cominciata all’alba dell’1 settembre 1939, le tappe che portarono alla guerra videro la Germania riprendersi le regioni della Saar (1935) e della Renania (1936), ricche di risorse, oltre che annettersi l’Austria (marzo 1938, QUI un approfondimento) e la Cecoslovacchia (settembre-ottobre). Il passo successivo, a quel punto, sarebbe stato il ricongiungimento della Prussia orientale con la sua parte occidentale, da ottenere attraverso la conquista del cosiddetto “corridoio di Danzica”, una striscia di terra istituita con gli accordi di Versailles e gravitante attorno alla Città libera affacciata sul Baltico.
Preparata da tempo, l’invasione fece scattare i sistemi d’alleanza. Da una parte Francia e Gran Bretagna, a due giorni dall’inizio dell’offensiva tedesca, dichiararono guerra alla Germania; dall’altra, in virtù della clausola segreta contenuta nel patto del 23 agosto scorso, l’Unione sovietica diede avvio alla conquista delle repubbliche baltiche e della parte orientale della Polonia (QUI un approfondimento). Il Paese, riunito dopo secoli di occupazione straniera a seguito della Grande Guerra, subiva l’ennesima bruciante spartizione.
Una dopo l’altra, le principali città della Polonia occidentale caddero sotto la manovra a tenaglia condotta da tre direzioni. Dalla Prussia verso il corridoio di Danzica, dal confine tedesco-polacco e da quello slovacco (con la partecipazione delle truppe della Repubblica slovacca, Paese satellite della Germania nazista), l’avanzata tedesca spazzò via le obsolete armate polacche, che di fronte ai Panzer della Wehrmacht e ai Messerschmitt della Luftwaffe, schierarono persino la cavalleria.
La “guerra lampo” condotta dai tedeschi portò pertanto alla sottomissione delle regioni occidentali della Polonia, mentre ad Est i sovietici cominciarono la loro offensiva il giorno 17. Dopo sole cinque settimane, il 6 ottobre del 1939, l’intero territorio polacco era occupato da eserciti stranieri.