Dopo 20 anni di lavori, il giardino castello dei Ciuciòi riprende vita tra architettura, massoneria e piante: ''Il sogno di Bortolotti è ora di tutti''
Un'opera non compresa dai cittadini dell'epoca, quando Bortolotti decise di investire tutto il patrimonio, circa 60 mila fiorini, nella costruzione dei terrazzamenti per coltivare limoni e arance. Un'operazione di rivalutazione e riqualificazione, anche in chiave turistica, avviata nel 1998, anno in cui il Comune decide di acquistare il rudere per circa 160 milioni di lire
LAVIS. E' finita l'attesa, dopo gli antipasti musicali con il concerto tributo ai Pink Floyd dei Like Floyd, la rappresentazione di Madame Butterfly e l'esibizione del coro della Sosat, arriva il gran giorno dell'inaugurazione del giardino Bortolotti dei Ciuciòi a Lavis. L'appuntamento è per le 17 di domenica 22 settembre.
Ci sono voluti 21 anni di lavori e circa due milioni di euro per le opere di restauro, ma finalmente il giardino castello, ideato e realizzato nel 1860 da Tommaso Andrea Bortolotti, che si affaccia sull'Avisio ritorna a nuova vita. "Nell'ultimo anno - commenta Andrea Brugnara, sindaco di Lavis - abbiamo inserita la quinta per portare a termine il progetto e rendere fruibile il giardino. Si respira un'enorme soddisfazione, sono passati alcuni turisti svizzeri di passaggio ci hanno già detto che vogliono organizzare un pullman per visitare questa attrazione, davvero unica: sono pochi gli esempi di una simile architettura così misteriosa e un giardino particolarmente interessante".
Un'opera non compresa dai cittadini dell'epoca, quando Bortolotti decise di investire tutto il patrimonio, circa 60 mila fiorini, nella costruzione dei terrazzamenti per coltivare limoni e arance. " C'è tantissimo fermento. Ci sono voluti oltre 150 anni - aggiunge il primo cittadino - ma abbiamo realizzato il suo sogno. Un sogno che ora è di tutti. Tutte le prevendite sono sold out e tutte le realtà di Lavis hanno collaborato per portare a termine il restauro. Il giardino dei Ciuciòi può essere un volano per il nostro territorio, la strada dei fiori ha trovato qui la sua sede di rappresentanza, ma già alcuni produttori privati si informano per utilizzare il marchio".
Un'operazione di rivalutazione e riqualificazione, anche in chiave turistica, avviata nel 1998, anno in cui il Comune decide di acquistare il rudere per circa 160 milioni di lire. Da allora una serie di lavori, seguiti e sostenuti anche dalla Soprintendenza provinciale. "Sono già tante le sinergie attive - prosegue Brugnara - ma l'intenzione è quella di allargare ulteriormente le collaborazioni tra Trento e Bolzano. Si dialoga con i giardini di Castel Trauttmansdorff a Merano e la Fondazione Mach. L'interesse intorno a questo giardino castello, dove gli stili si mescolano tra loro e richiamo alla Massoneria è enorme. Un percorso di due ore e il biglietto costa 7 euro, ma sono in previsione abbonamenti e sconti per i residenti".
Il taglio del nastro è solo l’inizio di un percorso di valorizzazione che il Comune intende poi percorrere con l’Ecomuseo dell’Argentario e con il Coordinamento teatrale trentino. Un Ecomuseo reduce da una crescita esponenziale con le oltre 30 mila presenze all'Orrido di Ponte Alto e l'apertura della miniera dei Canopi, che posiziona questa realtà al terzo posto nell'offerta cittadina dopo Muse e Castello del Buonconsiglio.
"L'idea - conclude Ivan Pintarelli, numero uno dell'Ecomuseo - è quella di sviluppare alcuni percorsi e aiutare il giardino dei Ciuciòi a crescere. Ovviamente l'intenzione è quella poi di valorizzare le associazioni di volontariato e tutte quelle realtà che tanto si sono spese per raggiungere questo risultato così importante. Noi ci mettiamo a disposizione nella gestione di questo luogo così magico. Si ricalca un po' l'esperienza maturata con l'Orrido tra visite guidate e didattiche per studenti, ma anche tante iniziative".