Kurt Diembeger riceve il Premio Alliance, il “cineasta degli 8.000"
Alla Fondazione Caritro giovedì 3 maggio arriva il filo di lung-ta più lungo del mondo per promuovere la pace universale, coinvolti partecipanti da 52 Paesi, compreso l'Istituto Artigianelli. Il filo poi sarà esposto al Mart e anche sull'Himalaya per sostenere la realizzazione di una clinica sanitaria in India
TRENTO. Grande partecipazione all’appuntamento con Kurt Diemberger alla Sala conferenze della Fondazione Caritro. In occasione dell’incontro, mediato da Roberto De Martin, già presidente del Trento Film Festival e vicepresidente dell’International Alliance for Mountain Film, è stato annunciato il conferimento a Diemberger del Grand Prize Alliance 2018.
L’Iamf è un’associazione nata nel 2000 per promuovere, valorizzare e conservare la cinematografia di montagna. Dal 2002, il Grand Prize Iamf è conferito a registi o produttori le cui opere, spesso superando i confini del semplice documentario, contribuiscono significativamente all’evoluzione e alla qualità del cinema ambientato in alta quota.
Gli associati della Iamf hanno recentemente deciso all’unanimità di insignire Kurt Diemberger del Grand Prize 2018 per onorare la sua sorprendente carriera cinematografica che, insieme a quella alpinistica, si è sempre mossa su percorsi innovativi.
Kurt Diemberger, socio onorario del Trento Film Festival, è nato in Austria nel 1932 ma da anni è residente in Italia. E’ l’unico alpinista vivente a aver scalato due 8.000 in prima assoluta, il Broad Peak nel 1957 e il Dhaulagiri nel 1960.
La sua carriera alpinistica vanta inoltre un numero consistente di scalate su roccia e su ghiaccio nelle Alpi, ma anche grandi imprese e spedizioni in tutto il mondo, come la scalata di altri quattro 8.000, tra i quali Everest e K2.
Nonostante le grandi conquiste e la carriera come alpinista e scalatore, fin dagli anni ‘50 la sua grande passione è sempre stata accompagnata dal desiderio di documentare e riportare a valle le sue incredibili scoperte: per questo motivo Diemberger è considerato tra i grandi maestri del cinema di montagna dell’era pre-digitale.
A partire dal lungometraggio del 1958 girato sulla Grande Cresta di Peuterey del Monte Bianco, premiato durante il decimo Film Festival di Trento, il suo successo cinematografico è stato coronato da numerosi premi e riconoscimenti internazionali.
Gli appuntamenti alla Fondazione Caritro non sono finiti, giovedì 3 maggio alle 11, il Trento Film Festival ospita l’anteprima del progetto “Prayer for Peace”, ideato dall’artista Lorenzo Lome Menguzzato, risultato della collaborazione tra Trentino for Tibet e Bosco dei Poeti.
Tra gli interventi anche quelli di Gianfranco Maraniello (direttore del Mart), Alberto Rampini (presidente del Club Alpino accademico italiano), Roberto Pinter (presidente dell’associazione Trentino for Tibet), Paola Pettenella (direttrice dell’Archivio del ‘900 del Mart) e diversi artisti.
Le bandierine di preghiera sono state infatti realizzate dagli artisti nazionali e internazionali e da alcune scuole d’arte che hanno risposto alla richiesta di collaborazione dei promotori dell’opera, la quale ha appunto lo scopo di incoraggiare la pace e l’armonia universali.
I partecipanti al progetto, provenienti da oltre 53 Paesi, hanno riversato le loro speranze su carta bianca che hanno fatto pervenire a Trentino for Tibet nel corso di un anno: la raccolta si è conclusa nel febbraio 2018, in coincidenza con il Losar (Capodanno tibetano).
L’Istituto Artigianelli per le grafiche di Trento ha poi provveduto a stampare le parole su stoffa, componendo così la catena di lung-ta: su ogni bandierina di tela di cotone giallo, verde, rosso, bianco o blu è quindi stampata un’opera d'arte.
Il più lungo filo di preghiera al mondo verrà successivamente depositato al Mart e sarà quindi esposto nel Bosco dei Poeti a Dolcè, durante un evento speciale. Poi si sposterà in diversi eventi internazionali, dalla Biennale di Venezia e all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Sarà poi portato sulle cime dell’Himalaya da una spedizione di alpinisti: “Prayer for Peace” ha infatti ottenuto il supporto del Club Alpino accademico italiano. Infine, una copia sarà consegnata al Dalai Lama (che poche settimane fa ha ufficialmente approvato il progetto) per la sua residenza in Dharamsala.
Le opere d’arte verranno riprodotte a gruppi di quindici e vendute, per poter finanziare progetti di cooperazione con le comunità tibetane in India. In particolare, l’acquisto permetterà di sostenere la realizzazione di una clinica sanitaria a Tuting nella regione dell’Arunachal Pradesh.