Al via le proiezioni del Trento Film Festival, venticinque i film in concorso
Nove giorni intensi in cui non è facile scegliere, dipende dagli interessi, ce n’è per tutti. Non importa il bello o brutto tempo, ormai andare al Trento Film Festival è un rito annuale e le file lo confermano
TRENTO. Se è vero che le certezze rendono solido un pensiero, la presenza di Reinhold Messner con un film inedito “Holy mountain” in concorso e con incontri serali, ci rassicura.
Sessantaseiesima edizione, un cielo stellato ci accoglie, l’immagine del manifesto. Non è un festival per pochi eletti, il Trento Film Festival. E’ una macchina organizzativa in continua evoluzione, anche grazie alle novità come il paese ospite, quest’anno: il Giappone.
Cambi di presidenza, Roberto De Martin passa lo scettro a Mauro Leveghi che porta la sua esperienza. Cambio di giuria. Non cambia il direttore Luana Bisesti e il responsabile del programma cinematografico, il collaudato Sergio Fant, onnipresente, controllore a 360 gradi. Non cambia la serata d’apertura, il 26 aprile, con il film muto restaurato, musiche dal vivo dell’Orchestra Città Aperta, “Visages d’enfants” di Jacques Feyder, 1925.
Nove giorni intensi in cui non è facile scegliere, dipende dagli interessi, ce n’è per tutti. Non importa il bello o brutto tempo, ormai andare al Trento Film Festival è un rito annuale, le file lo confermano. I previdenti hanno già fatto l’abbonamento con un prezzo agevolato. Ma parliamo di cinema, centocinquanta proiezioni.
I film in concorso sono venticinque. Una scelta calibrata: spesso i registi sono pluripremiati, già conosciuti e a volte già premiati al Festival. Oggi, primo giorno di proiezione viene presentato “Mountain” dell’australiana Jennifer Peedom.
Già considerato tra i migliori, da consigliare, la regista è conosciuta al Festival, nel 2016 ha vinto il Premio del Pubblico Alpinismo con “Sherpa”. La regista, con immagini oniriche, vede la montagna non come oggetto di svago o un nemico da superare, ma come un limite da scavalcare per rinforzarsi.
Oggi in cartellone anche “Tout là-haut” di Serge Hazanavicius, anteprima, un incontro fra un anziano campione snowboarder ed un giovane talentuoso che vuole scendere dalla via più estrema dell’Everest. Sicuramente l’amicizia fra i due sarà una molla vincente.
Da vedere anche in concorso“This cold life” di Darren Mann, dove, nella città di Longyearbyen, nell’arcipelago norvegese delle Svalbard, gli orsi sono più numerosi degli umani, che probabilmente hanno trovato un modo per convivere.