Università di Trento ai vertici italiani per la ricerca. Il rettore: "Lavoro corale. Primi in ambito statale. Poco lontani dalle performance degli istituti speciali"
L'analisi condotta da Anvur posizione l'ateneo trentino al primo posto fra le università statali e al sesto posto se si considerano anche le scuole e gli istituti superiori di ricerca. Ferrari: "Un orgoglio e una responsabilità: siamo al top e dobbiamo restarci per garantire qualità e valore al territorio"
TRENTO. L'Università si conferma ai vertici degli atenei italiani. Trento si classifica al primo posto tra le università statali e al sesto posto se si considera la graduatoria generale che include anche le scuole e gli istituti superiori di ricerca: in questo caso i tre gradini del podio sono occupati rispettivamente da Lucca Imt, Pisa Sant'Anna e la Normale di Pisa. Un brillante risultato certificato dall'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) nella relazione di Valutazione della qualità di ricerca che ha analizzato la produzione scientifica delle università italiane tra il 2011 e il 2014.
Questa notizia è stata accolta con piena soddisfazione dal rettore dell'ateneo trentino Paolo Collini: "Un risultato davvero lusinghiero, ma soprattutto corale per il nostro Ateneo. Si tratta di un apprezzamento indiretto per gli sforzi compiuti negli ultimi anni, sia sul fronte degli investimenti pubblici, sia per quanto riguarda l'impegno individuale e la motivazione che i ricercatori e le ricercatrici mettono nel loro lavoro quotidiano. Questo riconoscimento deriva anche da buone politiche di reclutamento del personale docente e ricercatore messo in campo negli ultimi anni. La nostra Università si conferma al primo posto per qualità della ricerca davanti anche a Padova e Venezia, che sono per noi partner sempre più stretti".
Questo lavoro è durato 18 mesi: 450 esperti in collaborazione con 14.000 professori e ricercatori hanno valutato oltre 118.000 lavori realizzati da circa 65.000 tra professori e ricercatori, impiegati in 132 strutture tra università, enti di ricerca e consorzi interuniversitari.
Gli atenei delle isole e del sud, che nella precedente Valutazione della qualità di ricerca mostravano un forte distacco rispetto alle università settentrionali, in questi anni hanno fortemente ridotto il gap. Il dato in termini assoluti appare ancora negativo rispetto alla media, ma si evidenzia il miglioramento qualitativo degli atenei meridionali.
La graduatoria è guidata in particolare dal Nord Est: "Questa macro regione - conclude il rettore - ha tutte le carte in regola per diventare punto di riferimento e traino per la ricerca e lo sviluppo del nostro Paese. Siamo inoltre a un passo dalle performance di altissimo livello della ricerca condotta negli istituti a ordinamento speciale. Inoltre il dato relativo qualità della ricerca rispetto alle dimensioni vede un’ottima prestazione di Trento, superiore del 18% alla media. Un risultato importante se si pensa che è sulla base di questo dato che gli atenei statali ricevono la quota premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario per il 2016".
Grande soddisfazione per il riconoscimento della qualità della ricerca dell'Università di Trento è stata espressa anche dall'assessore provinciale Sara Ferrari: "Questo risultato ci riempie di orgoglio: una piccola e giovane università compete grandi e storici atenei. Un risultato però che ci chiama alla responsabilità di un costante e straordinario lavoro: siamo al top e dobbiamo continuare a garantire questo livello di eccellenza attraverso l'impegno pubblico per il sostegno e la condivisione per continuare a produrre qualità e valore per il territorio e la comunità".