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Dieta e microbioma, "escludere certi alimenti può avere effetti favorevoli e sfavorevoli per il benessere". Ecco lo studio del Cibio: "Importante assumere molti vegetali"

Ad essere analizzati i campioni biologici di oltre 21 mila individui, si è scoperto che la dieta ha una forte influenza sul specifici microbi che sono associati ad una salute migliore. Ecco i dettagli dello studio

Di F.Os. - 07 January 2025 - 20:44

TRENTO. Un’alimentazione varia e ricca di vegetali, è risaputo, è salutare per il benessere dell’organismo, mentre l’eccessivo consumo di carne, specialmente rossa, comporta rischi di malattie croniche e cardiovascolari: questo perché la dieta plasma il microbioma intestinale. Allo stesso tempo, escludere determinati cibi come i latticini o derivati animali non è necessariamente una soluzione generale per un equilibrio microbico interno. Ma si possono identificare quali alimenti sono alla base di eventuali differenze nel microbioma intestinale?

 

Partendo da questa domanda, un gruppo di ricercatori e ricercatrici, nell'ambito di uno studio internazionale coordinato dal Dipartimento Cibio dell'Università di Trento, ha analizzato i campioni biologici di oltre 21 mila individui – suddivisi tra vegani, vegetariani e onnivori – che vivono tra Stati Uniti, Regno Unito e Italia e ha scoperto che il modello dietetico ha una forte influenza sul microbioma intestinale e su specifici microbi intestinali che sono associati a una salute migliore.

 

LO STUDIO

 

Il microbioma intestinale, l'insieme di microrganismi che popolano l’intestino, ha un ruolo cruciale nel determinare la salute di una persona, influenzando moltissimi aspetti, dalla digestione alla risposta immunitaria, e finora pochi studi su larga scala hanno esaminato come le diverse diete impattino sulla composizione dei batteri intestinali.

 

La ricerca, sostenuta anche da fondi europei, ha indagato in particolare le differenze e le conseguenze di diete diverse tra loro sul microbioma e ha rivelato come la dieta possa modellare il microbioma intestinale non solo selezionando i microbi per la digestione, ma anche acquisendo microbi direttamente dagli alimenti stessi. "Poiché sempre più persone adottano diete vegane e vegetariane, volevamo sapere quanto diversi potessero essere i loro microbiomi e quali microrganismi sono responsabili di queste differenze" spiega la prima autrice, e ricercatrice del Cibio, Gloria Fackelmann.

 

Il gruppo di ricerca, che comprende anche studiose e studiosi del King's College di Londra, è stato coordinato dal professore di Genetica del Cibio Nicola Segata e i risultati delle analisi hanno rivelato che, mediamente, i vegani avevano le diete più salutari, seguiti da vegetariani e onnivori.

 

Tuttavia, i dati più interessanti sono emersi dallo studio della diversità del microbioma intestinale, la misura della varietà di batteri presenti nell'intestino. Sebbene la diversità fosse inferiore nei vegetariani e nei vegani rispetto agli onnivori, gli scienziati e le scienziate sottolineano che la sola diversità non è una misura affidabile per determinare la salute del microbioma, in quanto non tiene conto della qualità e delle funzioni dei batteri presenti.

 

DIETE VEGANE, VEGETARIANE E ONNIVORE: LE FIRME MICROBICHE

 

Un aspetto cruciale dello studio è stato analizzare le differenze tra i microbiomi intestinali, e ad emergere è come ciascun modello dietetico porti a una "firma" microbica unica. Nello specifico, i microbiomi nei soggetti onnivori mostrano una maggiore presenza di batteri associati alla digestione della carne, come l’Alistipes putredinis, coinvolto nella fermentazione delle proteine. Ma hanno più batteri “negativi”, come il Ruminococcus torques e il Bilophila wadsworthia, associati a malattie infiammatorie intestinali e a un aumento del rischio di cancro al colon.

 

I microbiomi di quelli vegani si differenziano invece per un numero maggiore di batteri coinvolti nella fermentazione delle fibre, come i Bacteroides e i Firmicutes, che aiutano a produrre acidi grassi a catena corta, come il butirrato. Questi composti hanno effetti benefici sulla salute intestinale, riducendo l'infiammazione e mantenendo un migliore equilibrio omeostatico con il nostro metabolismo e il sistema immunitario.

 

Tra le persone vegetariane infine, la principale differenza rispetto a quelle vegane è la presenza di Streptococcus thermophilus, un batterio che si trova principalmente nei prodotti lattiero-caseari e che viene utilizzato nella produzione di yogurt.

 

QUALITÀ DELLA DIETA E SALUTE DEL MICROBIOMA

 

Lo studio ha poi sottolineato come la qualità della dieta, più che il modello dietetico in sé, influenzi la composizione del microbioma. Le persone con diete più salutari, sia vegane, vegetariane che onnivore, hanno mostrato una composizione del microbioma più favorevole. Questo suggerisce che, indipendentemente dal tipo di dieta, l'inclusione di più alimenti vegetali e meno cibi a base animale, specialmente se altamente processati, può favorire una salute intestinale ottimale. Un altro aspetto innovativo della ricerca è stato lo studio del trasferimento di batteri dal cibo al microbioma: gli scienziati hanno scoperto che i vegani avevano il minor numero di batteri associati al cibo nel microbioma, con l'eccezione di quelli derivanti da frutta e verdura, che erano maggiormente presenti. I vegetariani e gli onnivori, invece, mostravano una maggiore abbondanza di batteri legati ai latticini, specialmente quelli fermentati.

 

LA CONCLUSIONE

 

"Quello che abbiamo osservato è che la quantità e la diversità di cibi di origine vegetale ha un impatto molto positivo sul microbioma – sottolinea Nicola Segata – e il singolo fatto di evitare carne o prodotti caseari non necessariamente ha un effetto favorevole se non accompagnato, appunto, da diversità e qualità del cibo e a prodotti a base vegetale. Dal punto di vista del microbioma, quello che possiamo raccomandare in linea generale è che è importante assumere molti alimenti vegetali, soprattutto ricchi di fibre, e che è importante la diversità del cibo".

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