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Talete, la nuova iniziativa all’Università di Trento per diventare professionisti del mondo

Il programma Talete  vedrà protagonisti dieci studenti dei corsi di laurea magistrale. Tratteranno i temi dell’interdipendenza globale e dello sviluppo sostenibile

Di Raffaele Dalledonne - "Ivo de Carneri" - 23 gennaio 2017 - 10:13

TRENTO. A Mesiano è stato presentato il programma Talete nella sede del dipartimento di Ingegneria dall'assessora Sara Ferrari, dal rettore Paolo Collini, dal presidente e dal direttore del Centro per la Formazione alla Solidarietà internazionale (Cfsi) Paolo Tonelli e Marco Tubino, dal direttore del Dipartimento di Ingegneria  dell’Ateneo trentino e dal direttore del Dipartimento di Sociologia Mario Diani.

 

Successivamente sono intervenuti anche Carla Locatelli e Andrea Segrè con la lectio magistralis “Immaginare il mondo per costruirlo”. Talete è il nome dato all'iniziativa che sta per “Talenti e Territorio”, e ha l’ambizione di diventare una proposta qualificante per studenti e partner territoriali.

 

I dieci studenti che parteciperanno a Honours Programme aggiungeranno al proprio percorso curricolare un ”pacchetto” di formazione e tirocinio, oltre che un bagaglio più solido di conoscenze e competenze maturato  in un contesto internazionale.

Infatti per i “talenti”  sono previsti alcuni mesi di lavoro all'estero oltre al tirocinio e al workshop finale.  Dei dieci, selezionati sulla valutazione dei titoli, dei curriculum vitae e di una lettera motivazionale, sei sono del Dipartimento di Ingegneria mentre quattro di Sociologia.

 

Alla presentazione del programma Talete ha preso parola il rettore Paolo Collini: «Come tutti gli honors program, anche Talete è un percorso impegnativo poiché gli studenti sono coinvolti in modo attivo e le modalità di apprendimento sono davvero applicate e interdisciplinari per far comprendere la complessità del mondo. Con questo programma assistiamo a una stretta collaborazione tra Sociologia e Ingegneria e a un ulteriore legame con il Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale».

 

Anche Sara Ferrari manifesta la propria soddisfazione: «Le abilità trasversali maturate in campi diversi sono essenziali per un territorio come il nostro e la Provincia ha avviato una serie di azioni in questa direzione su vari livelli con progetti differenti. La nostra forza è la rete di relazioni che si fonda su una solida realtà associativa, con ben 265 realtà di volontariato per un territorio di 500 mila abitanti».

 

"Il Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale – ha spiegato invece il presidente Paolo Tonelli – è una realtà frequentata da tanti universitari. Nel “villaggio globale” in cui viviamo la formazione alla solidarietà paga, soprattutto oggi che il dialogo internazionale sembra farsi più difficile".

 

A raccontare nel dettaglio gli obiettivi e lo svolgimento del programma  è stato Marco Tubino: "Questo programma si differenzia dagli altri honors program per il suo carattere pionieristico nei contenuti e nelle modalità di svolgimento. Punta a potenziare le capacità degli studenti al lavoro di gruppo in un contesto condiviso. Le chiavi di lettura sono l’educazione alla cittadinanza globale e alla sostenibilità. Leve attraverso cui è anche possibile ridurre la distanza tra mondo del lavoro e percorso formativo universitario".

 

La lectio magistralis ha affrontato il tema della collaborazione, Carla Locatelli la descrive come “un’autentica sfida all'intelligenza per la sopravvivenza del mondo”, Andrea Segré si è invece soffermato in particolar modo sulla questione che riguarda gli sprechi alimentari: “Il 50% degli abitanti del pianeta potrebbe nutrirsi con lo spreco di chi produce questi stessi alimenti”.

 

“Appare evidente - continua Segrè - la necessità di abbandonare questo modello insostenibile, per passare a un in grado di ridare valore a ciò che produciamo e consumiamo”.

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