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Dalla lampada Ikea che studia l'autismo ai "Fax" in 3D, storie di start-up e di straordinaria Ict 

Con il direttore di Eit Digital Roberto Saracco abbiamo fatto il punto su alcuni esempi di realtà che con il sostegno della struttura italiana si sono lanciate come la società austriaca App-Ray che si occupa di cyber security 

La stampante 3D di FABtotum
Di Adele Gerardi - 13 febbraio 2017 - 11:45

TRENTO. Tra le startup seguite dal nodo di Trento di Eit Digital, l’organizzazione europea per la promozione dell’imprenditoria e della cultura digitale nell’Unione europea, ci sono alcune storie di straordinaria Ict che abbiamo raccolto dal direttore di Eit Digital, Roberto Saracco, all’alba del memorandum d’intesa tra Italia Startup, l’associazione italiana delle startup, e Eit Digital, con l’obiettivo duplice di accompagnare le imprese innovative italiane nei mercati europei e di rendere più attrattiva l’Italia per investitori, talenti e aziende tecnologiche estere.

 

Italia Startup contribuirà con l’attività di oltre 2.000 imprese innovative e Eit Digital con un network di oltre 130 partner internazionali, tra cui grandi aziende, piccole e medie imprese, startup,università e centri di ricerca. Premettiamo che Eit non è un incubatore di imprese innovative ma un acceleratore d’impresa che accompagna le startup del mondo dell’Ict, che hanno maturato una capacità di offerta, nel mercato europeo e internazionale. Non basta un’idea straordinaria e di forte impatto sociale per sfondare. Leggete alcuni casi emblematici di quanto sia arduo passare dal concept alla vendita del prodotto.

 

IL RILEVATORE DI RADON

Una azienda emiliana ha venduto negli Usa, grazie a Eit, un rilevatore di radon (gas radioattivo) che occupa il volume di un pacchetto di sigarette e può essere posizionato facilmente in un luogo chiuso. Dotato di un sensore, il dispositivo intercetta un quantitativo di radon oltre la soglia limite, stabilita da una direttiva europea, accendendo una luce rossa. La norma Ue impone il monitoraggio del gas nei luoghi pubblici. Il primo tentativo di vendita è stato fatto ovviamente in Italia, ma le controparti non volevano acquistarlo perché, affermavano, “se viene fuori che nel nostro locale c’è troppo radon, poi dobbiamo spendere moti soldi per eliminarlo, meglio non saperlo”.

 

LA STAMPANTE 3D CHE DUPLICA GLI OGGETTI COME UN FAX

FABtotum, impresa nata nel 2013 all’interno di PoliHub, l’incubatore del Politecnico gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano, ha sviluppato nel giro di quattro anni una stampante 3D, veramente innovativa. Ce ne sono molte ormai sul mercato, ma la differenza è che FABtotum è riusciti a inglobare diverse nuove possibilità come la duplicazione con uno scanner tridimensionale di oggetti. Come il vecchio fax faceva con i fogli di carta questa stampante 3D duplica un oggetto vero e proprio in plastica. Utile nel quotidiano per applicazioni spicciole come nel caso di una guarnizione di un rubinetto rotta, o di una maniglia da cambiare. Se si inserisce nella macchina l’oggetto rotto ecco riprodursi integralmente. Un “elfo domestico”- per dirla come Harry Potter - compatibile con il nostro budget. FABtotum è stata acquisita nel 2016 da Zucchetti, primo gruppo italiano di software, per il 51% grazie all’intervento dell’acceleratore Eit.

 

LAMPADA IKEA TRASFORMATA IN OGGETTO PER STUDIARE IL COMPORTAMENTO DEI BAMBINI AUTISTICI DIVENTATA UN GIOCO PER PIACERE AL MERCATO

Alcuni ricercatori di FbK hanno acquistato una lampada dell’Ikea, hanno tolto la lampadina e aggiunto una telecamera provvista di una tecnologia avanzata sviluppata da un’azienda israeliana con cui avevano lavorato. La telecamera è in grado di riconoscere pattern di comportamento e si adatta alla supervisione delle azioni di un bambino autistico, senza essere presente nella sua stanza in modo intrusivo, perché celata nella lampada. L’uso di una tecnologia in grado di monitorare in modo nascosto comportamenti e azioni è di grande utilità per gli educatori che seguono i bambini, sia per capire meglio i loro problemi, sia per aiutarli a superarli. Nell’indagine di questa sindrome si utilizzano icone e l’educatore ricevendo le informazioni dal sistema può, quindi, interagire con il bambino.

 

Eit ha provato a trovare un riscontro nel mercato italiano per questo prodotto. I primi interlocutori sono stati enti ed associazioni dedicati alla cura dell’autismo. La proposta è stata accolta più che favorevolmente, tanto che alcuni educatori hanno aggiunto delle modifiche, come togliere il Pc inserito nella lampada, per far guardare ai bambini solo gli oggetti collocati nel laboratorio. Si è arrivati così a un prodotto utile che può migliorare il comportamento del bambino grazie alla memorizzazione delle sue azioni sul Cloud e alla possibilità di prolungare il training in un contesto diverso dal laboratorio, quindi per un periodo più lungo e continuativo. Inoltre gli operatori hanno potuto così studiare meglio le azioni del bambino perché potevano rivederle.

 

Ma all’atto pratico di commercializzazione, costi e ricavi non quadravano perché non si ottenevano volumi di affari da mercato. Il secondo tentativo è stato fatto sui mercati europei: nonostante il successo dell’idea, i costi aggiuntivi non facevano intravedere una congrua ricaduta. Binario morto? No. Visto che la lampada-telecamera coinvolge i bambini anche sotto l’aspetto ludico, perché non trasformarla in un giocattolo? Detto fatto. Con l’intervento di uno sviluppatore la lampada è diventata un gioco. Eit si è rivolta quindi alla Mattel , che pur apprezzando l’utilità sociale e l’inventiva, tuttavia si è soffermata sulla forma del prodotto e non sul contenuto. “La confezione è quello che ci interessa veramente – hanno spiegato – perché deve catturare l’interesse soprattutto dell’adulto, che è quello che lo deve comprare e in questo senso è più importante la scatola che il contenuto”. Ovviamente gli sviluppatori del prodotto non hanno potuto non storcere il naso dopo queste affermazioni.

 

 

UNO NUOVO SOFTWARE PER LA CYBER SECURITY

App - Ray, società austriaca nata in seno alla Fraunhofer-Gesellschaft, l’organizzazione tedesca che raccoglie 60 istituti di ricerca applicata, all’avanguardia, tra i molti settori, sui test delle reti di telecomunicazioni del futuro, sviluppa una soluzione nel settore della cyber security nel 2013. Nello stesso anno il prodotto è stato identificato da Eit come interessante . Si tratta di un software in grado con un App di fare un monitoraggio automatico della sicurezza e dell’asset di privacy su ogni tipo di smart phone o tablet. Interessante perché la sicurezza delle applicazioni non ancora considerate di cruciale importanza, lo diventeranno sempre più. Oggi imprese, sviluppatori e privati per vari motivi utilizzano parti di software disponibile sulla rete, che scaricano direttamente all’interno dei dispositivi smart. Tuttavia queste possono contenere delle componenti che mettono a rischio l’applicazione, ma soprattutto la privacy dell’utente finale, quando appare la richiesta di geolocalizzazione o di accesso ai contatti privati. In breve si tratta di un furto di profilo, che permette di conoscere molto della vita privata dell’utente: movimenti, luoghi di lavoro, i supermercati dove fa la spesa, interessi, inclinazioni politiche e via di seguito.“Una potenzialità utile se l’utente ne è consapevole – ha commentato Andrea Conti  Business develpoment EIT – è infatti oggi possibile cedere la propria privacy in cambio di servizi. Per esempio per i contatori elettrici smart in Germania non è ammesso il collegamento a un nominativo perché leggendo le frequenze di consumo da remoto si potrebbero conoscere le abitudini private del consumatore: dal numero di lavatrici, orari di visione della Tv, uso di acqua calda per docce o bagni e a che ora. Insomma un vero e proprio tracciato dello stile di vita. In Olanda, invece, in cambio di uno sconto in bolletta si può dare la propria identità nel contratto con il gestore di elettricità smart.

 

App-Ray, ideata da un imprenditore ‘seriale’ di origine ungherese, ha deciso di investire lanciando sul mercato un tipo di prodotto in grado di monitorare la sicurezza e l’assetto di privacy dell’utente software. Eit lo ha sostenuto e App-Ray nel 2016 ha sfondato: ha suscitato l’attenzione di operatori di TLC, di società di consulenza, di software services, piccole e medie imprese e professionisti in Europa e in USA. Un marchio storico dell’industria italiana ha acquisito le applicazioni di App-Ray , da novembre 2016. “App-ray austriaca si è affidata al nodo italiano di Eit – ha osservato Conti - per scalare il mercato con un ricavo oggi di oltre 1,5 milioni di fatturato, ma il grande valore aggiunto è l’appeal che ha riconosciuto al nostro Paese perché l’Italia non è tradizionalmente attraente per questo tipo di aziende”.

 

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