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Università di Trento per la prima volta in rosso, Zanella: ''La Lega preferisce spendere soldi pubblici per Vasco Rossi che aiutare l'Ateneo''

Quattro anni di politica provinciale del governo Fugatti stanno aprendo crepe inimmaginabili ad ogni livello. Per la prima volta l'Università di Trento ha presentato un bilancio in negativo di 4 milioni di euro nonostante il rettore Deflorian avesse già segnalato il ''rischio'' e lo stesso Zanella avesse proposto aumentare i fondi destinati all’Università fino a 10 milioni/anno per il prossimo triennio. Un'Università che, tra le altre cose, si trova sulle spalle anche la nuova Scuola di Medicina voluta proprio da Fugatti

Di Luca Pianesi - 28 aprile 2023 - 13:17

TRENTO. ''Capiamo che per la Lega probabilmente sono soldi meglio spesi quelli per il concerto di Vasco, ma di questa sciatteria e di questo disinvestimento verso il futuro del nostro territorio non può pagarne le spese l’Istituzione che più di tutte ha contribuito a farlo crescere. Chissà cosa penserebbe di tutto questo il Presidente Kessler''. Così il consigliere provinciale di Futura Paolo Zanella dopo la notizia clamorosa che per la prima volta l'Università di Trento ha chiuso il bilancio in negativo per ben 4 milioni di euro (QUI IL FOCUS). Una cifra grande e al tempo stesso piccola se fosse intervenuta in tempo la Provincia di Trento come richiesto sia dal rettore Deflorian che, poi, dalle minoranze in consiglio provinciale.

 

Lo stesso Zanella ricorda che aveva proposto ''un emendamento, puntualmente bocciato dalla maggioranza, per aumentare i fondi destinati all’Università fino a 10 milioni/anno per il prossimo triennio. Soldi che c’erano, visto che i fondi di riserva del Presidente ammontavano a 125 milioni''. E se si pensa che, effettivamente, solo i costi per la Music Arena, che ad oggi è servita solo a far fare il pieno si spettatori (e di introiti) al buon Vasco Rossi, e lo stesso concerto organizzato dalla Provincia è costato sicuramente più di 8 milioni di euro (non si conoscono cifre ufficiali ma sono le somme che tiriamo di delibera in delibera mese dopo mese) si sarebbe tranquillamente potuta evitare questa incresciosa situazione salvaguardando il più importante istituto che c'è sul territorio (quello che dà più lustro e futuro al Trentino).

 

Zanella conclude il suo intervento chiedendosi ''chissà cosa penserebbe di tutto questo il presidente Kessler'' ricordando lo storico fondatore dell'Ateneo trentino. Noi rilanciamo chiedendoci ''chissà cosa penserebbe di tutto questo il presidente della Fondazione Bruno Kessler'', l'ente di ricerca più importante del Trentino e tra i più importanti del Paese, rimasto clamorosamente senza presidente da mesi (e da qualche settimana anche senza la possibilità di deroga) visto che l'uscente Francesco Profumo non è rieleggibile avendo terminato i due mandati (e lo si sapeva da anni quindi il tempo per organizzarsi c'era) per l'inerzia della politica provinciale.

 

Insomma i guai si stanno accumulando in ogni settore con lo scadere della legislatura Fugatti. E pensare che è stato proprio lui nel 2019 a volere ad ogni costo che sulle spalle dell'Università di Trento andasse ad aggiungersi il peso di una Facoltà di Medicina. Il ragionamento era il solito, semplicistico e facilone: non ci sono medici in Trentino? Facciamo un'Università e formiamoceli. Ma le cose sono ben diverse da come le immagina chi la fa facile e il peso delle scelte compiute dalla politica ricade poi sull'intera comunità. Come il Dolomiti lo scrivevamo già nel 2019 che spesso, dove arriva Medicina, i costi aumentano e più di un ateneo è andato in difficoltà in passato nel resto del Paese. 

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