UniTrento, la provocazione del rettore: “Costo o investimento?''. Rispondono i candidati presidente, Degasperi: “Un costo che lo Stato ha scaricato sulla provincia”
Il rettore dell'Ateneo trentino Flavio Deflorian, in vista delle elezioni provinciali di ottobre e a fronte di un bilancio in rosso di circa 15 milioni di euro, ha lanciato alle forze politiche in campo un messaggio chiaro: confermare o ridefinire il modello di università che si vuole sul territorio. Per Filippo Degasperi di Onda: "L'università, che rappresenta la massima espressione del pensiero, avrebbe dovuto rappresentare un investimento per lo Stato, invece è stata considerata come un costo da scaricare sulla provincia"
TRENTO. L'università è un costo o un investimento? A lanciare la provocazione è stato il rettore dell'Ateneo trentino Flavio Deflorian che, in vista delle elezioni provinciali di ottobre, ha voluto fare arrivare alle forze politiche in campo un messaggio chiaro: il modello universitario trentino, nato sessant'anni fa su stimolo del territorio e diventato fattore di sviluppo culturale, sociale ed economico, è un modello in cui continuare a credere oppure no? Se sì, serve rivedere la delega provinciale, con un maggiore impegno finanziario per sostenere didattica, ricerca e servizi, un piano per lo sviluppo di medicina e delle professioni sanitarie e una regia forte nei rapporti con le fondazioni di ricerca. (qui articolo)
Abbiamo girato questa domanda a Filippo Degasperi, candidato presidente per Onda, secondo il quale “il problema è a monte: l'errore è dello Stato che ha passato la delega dell'università alla Provincia. Il concetto stesso di 'università provinciale' è un ossimoro. L'università, che rappresenta la massima espressione del pensiero, avrebbe dovuto rappresentare un investimento per lo Stato, invece è stata considerata come un costo da scaricare sulla provincia. Provincia che, da parte sua, non può fare altro che pagare – aggiunge Degasperi. - Mi aspetto, quindi, che la provincia continui a pagare”.