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"L'intelligenza artificiale nella sanità per migliorare diagnosi e cura e ridurre le liste di attesa", ecco il nuovo laboratorio dell'Università di Trento

Si trova al polo scientifico di Povo. Si tratta di una delle prime realtà di questo tipo al mondo dove, tra maxischermi, sensori, simulatori, videocamere e mixer, è stato creato uno spazio di sperimentazione dove utilizzare le soluzioni tecnologiche già disponibili per migliorare la diagnosi e la cura delle persone e sviluppare software per ridurre le liste di attesa. I responsabili Giorgini e Riccardi: "Vogliamo portare l’innovazione nella medicina"

Di S.M. - 17 ottobre 2023 - 09:52

TRENTO. Portare l'innovazione e l'intelligenza artificiale nella medicina. E' quanto accade al polo tecnologico di Povo, nel laboratorio di ambienti aumentati e sistemi innovativi di intelligenza artificiale e robotica per la medicina e la salute, grazie alla collaborazione tra Università di Trento e Azienda sanitaria. Si tratta di una delle prime realtà di questo tipo al mondo dove, tra maxischermi, sensori, simulatori, videocamere e mixer, è stato creato uno spazio di sperimentazione dove utilizzare le soluzioni tecnologiche già disponibili per migliorare la diagnosi e la cura delle persone, ad esempio, effettuare ecografie con bracci robotici o simulare un intervento endovascolare all’aorta, e dove sviluppare software per ridurre le liste di attesa.

Nell’ambiente che simula il contesto di una sala chirurgica aumentata nel dominio della patologia cardiovascolare, grazie a sofisticati sistemi di videocamere e sensori, saranno condotte analisi dei comportamenti, dinamiche di gruppo, interazione persona/macchina, processi decisionali, stato di stress e burn out dei team della sala operatoria per migliorare il clima, ridurre gli errori e ottimizzare i processi.

 

“La tecnologia è avanzata e le persone si aspettano che venga usata anche nel campo della salute. Penso ad esempio al problema annoso delle liste di attesa. Esistono già software per l’elaborazione dei dati delle Tac che potrebbero ridurre di molto i tempi per esami e visite. Così come un aiuto aumentato in sala operatoria può migliorare la procedura chirurgica con effetti positivi per team e pazienti – spiega Paolo Giorgini, direttore del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione e coordinatore, assieme a Giuseppe Riccardi, del laboratorio. - Il nostro è un ambiente ibrido di futuro prossimo nella interazione persona/macchina. Alcune tecnologie sono già portabili negli ospedali e negli ambulatori, altri sono progetti e prototipi sempre più realistici che vogliamo sviluppare. La nostra è una delle prime realtà di questo tipo al mondo perché non siamo centrati su una singola tecnologia, ma lavoriamo all’interfaccia tra spazi e interazioni fisiche e virtuali, vogliamo creare un continuum tra ricerca e clinica, vogliamo portare l’innovazione nella medicina”.

 

Il laboratorio punta a diventare luogo di formazione e trasferimento tecnologico, per colmare il gap tra formazione medica e sviluppo scientifico. Obiettivo – aggiungono Giorgini e Riccardi – è farlo diventare un luogo dove personale medico e sanitario in formazione possa fare attività assieme a quello ingegneristico, dove chi studia medicina e chi ha già esperienza medica possano approfondire tutti i dettagli della pratica chirurgica grazie alla sala operatoria aumentata con manichino automatizzato, dove chi fa ricerca nell’ambito dell’ingegneria e della scienza dell’informazione possa collaborare con professionisti/e della salute per ideare soluzioni mirate”.

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