Il roveretano Gino Gerosa fa la Storia: trapiantato per la prima volta un cuore da cadavere. Zaia: ''Varcata nuova frontiera mondiale. Salveremo vite''
Si tratta del primo trapianto in Italia da un paziente in morte cardiaca, di un cuore fermo da venti minuti. Un intervento eseguito alla cardiochirurgia dell’Azienda sanitaria di Padova, la stessa dove avvenne nel 1985 il primo storico trapianto di cuore in Italia. Il governatore del Veneto: ''Questo risultato straordinario della sanità del Veneto secondo gli esperti potrebbe portare ad un incremento del 30% nel numero dei trapianti in Italia''
PADOVA. ''E' una giornata storica per la sanità veneta e per tutto il Paese: l'equipe della Cardiochirurgia dell'Azienda Ospedale-Università Padova, diretta dal professor Gino Gerosa, in collaborazione con la Cardiochirurgia di Treviso diretta dal dottor Giuseppe Minniti, ha compiuto il primo trapianto di cuore in Italia da donatore cadavere''. Esulta il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e ne ha ben donde visto quanto è stato realizzato nelle scorse ore dal roveretano Gerosa. ''Fino ad oggi nessuno era riuscito a trapiantare un cuore oltre i 20 minuti dalla morte cardiaca imposta dalla legislazione - chiarisce il governatore veneto - il prelievo era effettuato solo per morte celebrale, con il cuore ancora in attività. La possibilità di prelevare il cuore da donatore cadavere, a cuore fermo quindi, consentirà l'abbattimento del 30% delle liste d'attesa''. Che tradotto significa che ''salveremo vite - conclude Zaia -. E, consentitemi, questo per me e per la nostra sanità è un grandissimo orgoglio''.
Un grande risultato arrivato grazie all'impegno del trentino Gino Gerosa, professore ordinario di Chirurgia Cardiaca e direttore dell'Unità operativa di cardiochirurgia dell'Azienda ospedaliera di Padova e del centro trapianti Vincenzo Gallucci. Gerosa è, ormai, una vera istituzione nel suo campo dopo aver eseguito il primo impianto in Italia di cuore artificiale totalmente impiantabile (Tah, Total Artificial Heart). Il 12 settembre 2011 realizza la rimozione del cuore artificiale "Cardiowest" (dopo 1300 giorni dall'impianto) per sostituirlo con un cuore vero proveniente da un donatore e quattro anni più tardi realizza per la prima volta al mondo un intervento microinvasivo di bioprotesi valvolare aortica e riparazione della valvola mitralica a cuore battente. Poi nel 2018 è stato eletto presidente della Società Italiana di Cardiochirurgia.
Ora il primo trapianto in Italia da un paziente in morte cardiaca, di un cuore fermo da venti minuti. Un intervento eseguito alla cardiochirurgia dell’Azienda patavina, la stessa dove avvenne nel 1985 il primo storico trapianto di cuore in Italia donato da un giovane trevigiano, Francesco Busnello e impiantato nel petto di Ilario Lazzari da professor Gallucci, alla cui memoria è oggi intitolato il Centro di Cardiochirurgia di Padova.
“Quello fu un momento storico dove 38 anni fa si varcò una soglia fino a poco prima impensabile – aggiunge Zaia – oggi la storia si ripete, grazie a un grande allievo di Gallucci e ai progressi tecnologici e scientifici che si sono susseguiti da allora in quella stessa struttura padovana, che non ha mai smesso di stare al passo con i tempi e spesso, come in questo caso ha saputo precorrerli. E’ la prima volta al mondo che un cuore fermo viene riattivato ed impiantato senza danni che possano pregiudicare il trapianto dopo un tempo così lungo – aggiunge il Presidente – e questo apre frontiere impensabili rispetto al possibile utilizzo di organi da trapiantare. Questo risultato straordinario della sanità del Veneto secondo gli esperti potrebbe portare ad un incremento del 30% nel numero dei trapianti in Italia”.